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Lunedì, 23 Settembre 2002
ARCHEOLOGIA A SAN ZULIAN
La torre del Canaletto e una voglia di parco
   
Il Canaletto ci aveva messo anche le montagne. Ma non si possono vedere da questa angolazione. 
I colli Euganei son diventati le Prealpi. La torre non c'è più. 
È stata demolita giusti duecento anni fa. 
Era lì da prima del XVI secolo. Nel 1499 l'aveva immortalata anche Jacopo de Barbari nella più famosa pianta prospettica della città. 
  
C'è la distesa quieta della laguna, si avverte la fatica dei rematori, incanta il gioco - nell'acqua - di due giovanetti. 
L'antico diffonde poesia. C'è quiete, c'è silenzio. Ancor più li si percepisce, se ci si rende avvertiti di quanto questi luoghi il tempo li abbia trasformati e riempiti di frastuono: treni, camion, auto, barconi, aerei.
Quel Canaletto spiega l'antico di San Zulian, di San Giuliano del buon Albergo, al termine della fossa Gradeniga, affaccio su Venezia. 
C'era, qui, la dogana trevigiana, per le merci che venivano dall'al di là delle montagne. 
I gabellieri della Signoria erano a San Secondo. Il dogado non arrivava a Mestre. È qui, nei pressi, che fu esposta la testa del doge Obelerio, un monito per gli imperiali terrafermieri. Cessassero, con Carlo Magno e il figlio Pipino, di aspirare a Venezia. 

Poco più a nordest mulini, saline, una fornace. Sono stati trovati migliaia di pezzi di ceramica antica.Recentemente Ernesto Canal, archeologo, si è affaccendato alla ricerca dei resti di quella Torre. Ha frugato nella sottile lingua di terra che si distende avanti a San Giuliano , un dito di sabbia proteso che punta verso Venezia, quasi disperato desiderio di dogado. Si allunga - quel resto di una barena - e si accorcia con la marea. Guarda a San Secondo dove cronisti del passato avvertono che era stata eretta, attorno al Mille, una edicola con l'immagine di Sant'Erasmo, poi una chiesetta - c'era il corpo di San Secondo, portato qui da Asti - e un monastero. Nel monastero monache, anche un poco troppo vivaci. Nella chiesa, pitture di Vivarini.
Sono in molti a cercare con amore le memorie del passato. A rispettare l'antico. 
Da queste parti è il
Movimento a difesa della laguna davanti a San Giuliano . Immagina vele e barche a remi. Sogna le acque per un parco. Cerca e riceve promesse.
Ma qui non sarà mai più Canaletto. Mai più.

A.P.