articolo tratto da    Nauticlub 11 Fusina Venezia   


Il ponte del Parco

e la città di Terraferma approda in laguna


Antonio Di MambroIl "tridente" si vede bene dall'aereo in atterraggio al Marco Polo, ma non serve troppa immaginazione anche osservando una semplice piantina della città, o la pianta prospettica del Parco di San Giuliano.
Il tridente si rivela più facilmente di notte, marcato dalla fitta cadenza di lampioni e dalle scie dei fari. Via Forte Marghera è l'aculeo di sinistra, viale Amerigo Vespucci quello di destra, al centro viale San Marco.
E' toccato al "caso" urbanistico e toponomastico sancire l'appartenenza all'Acqua di Mestre. San Marco e Amerigo Vespucci evocano immediatamente il Mediterraneo e l'Atlantico; Marghera per diversi studiosi significa "mar ghe géra", ossia "luogo dove c'era il mare".

Negli anni '60 la città di terraferma già si trovava con l'arpione marino piantato nelle viscere, scagliato dagli ultimi ghebbi che lambivano via Orlanda. Lanciato dal Nettuno che regna in Laguna, con tutta probabilità la stessa mitologica entità che ha cullato e cresciuto la Serenissima.
L'origine del tridente è nella confluenza delle tre lunghe strade che delimitano Villaggio San Marco; quel punto è chiamato "rotonda di San Giuliano", anche se è solo la testa della lunga aiuola verde che divide le due carreggiate della s.s. 14 bis.

E' in quell'area che ha inizio il Parco di San Giuliano, ed è nell'origine del tridente che già ha messo radici - solide fondamenta - il pezzo più notevole del "ponte del Parco", struttura ciclopedonale che permetterà ai cittadini di evitare il pericoloso attraversamento della sottostante strada statale. In quel punto sorgerà il pilone centrale, alto 38 m (uno in più del campanile di S. Lorenzo), destinato a sostenere con trentadue cavi d'acciaio un'unica campata lunga 140 metri. Probabilmente entro la primavera del 2003 Mestre avrà il suo piccolo ponte di Brooklyn, e la gente, a piedi ed in bici, semplicemente percorrendolo, si troverà affacciata sulla laguna di Venezia, e vedrà avanti a sè, nei suoi mille significati, il campanile di San Marco.
Antonio Di Mambro, il progettista e attuale direttore dei lavori del parco di San Giuliano, il 22 settembre scorso, nell'ambito della "Giornata europea senz'auto", che ha richiamato a San Giuliano oltre un migliaio di cittadini, ha voluto personalmente mostrare alla gente i lavori in corso. Anche in quest'occasione era venuto appositamente da Boston, città dove vive e lavora, famosa come l'unica metropoli americana ordinata e tranquilla, che all'acqua ed ai suoi parchi lega buona parte della propria immagine.  

 

Il ponte strallato parte dalla pista ciclabile di viale San Marco, ed atterra nel cosiddetto lotto "A", il primo pezzo di parco che - entro giugno 2003 - dovrebbe essere consegnato alla città. Si tratta della fascia di parco (12 ettari circa) che lambisce la s.s. 14 bis, e che fin dalla primavera di quest'anno, dopo la rimozione di canneti e cespugli, era facile scorgere dall'autobus da e per Venezia, tuttora il più pratico mezzo d'osservazione per chi intenda aggiornarsi a colpo d'occhio sui lavori. Si possono vedere le prime centinaia d'alberi piantumati, i vialetti tracciati, ed il terrapieno di discesa del ponte ciclopedonale. Pochi metri a sud di quest'ultimo sorgerà la principale porta d'ingresso al parco - la "Porta Nord" -, mentre più ad est, fuori vista, sono in corso i lavori per il recupero dell'ex polveriera Manin. Verso il cavalcavia di San Giuliano sono invece ben riconoscibili le spianate di due parcheggi e del campetto da calcio "Bacci".

Il lotto maggiore, il "B1", di circa 75 ettari, dovrebbe essere consegnato alla città pochi mesi dopo il lotto "A", comunque entro la fine del 2003. Il "B1" è il lotto di gran lunga più grande, confinante a nord con il lotto "A", ed esteso fino in laguna; comprende la collinetta con il belvedere, un "laghetto", una grande pista di pattinaggio ed una serie di punti di sosta attrezzati. Dal lotto "B" è stata stralciata una fascia di circa cinque ettari che sarà completata in un secondo tempo. Lo stralcio comprende i quattro ettari affacciati su Seno della Seppa, dove troverà posto il "Polo Nautico" - indicato con "PN" nella mappa - nonché un'area minore lungo la banchina sud - indicata con "as" - dove, nella attesa del completamento del Polo Nautico, continueranno ad operare le associazioni nautiche sportive. Anche in occasione delle recenti visite guidate, è stato più volte autorevolmente precisato che il completamento del Polo Nautico è previsto per la fine del 2005; ma sono ancora più recenti altre indiscrezioni che addebitano alla prossima legge Finanziaria del Paese possibili tagli ai fondi per il Parco, sicché oggi è più ragionevole considerare quella data come troppo ottimistica.
Per ragioni logistiche invece, il lotto più problematico appare il "B2", che corre lungo il Canale San Giuliano, lungo poco meno di un chilometro, per una larghezza di circa 130 m. Qui, oltre al campo profughi in via di smantellamento, sono insediate numerose piccole imprese, per le quali il Comune sembra che ancora non abbia trovato valide aree alternative.  

Al Centro Culturale Candiani, a cavallo di fine anno, è prevista una mostra sul nascente Parco, ottima occasione per informarsi ed approfondire le molteplici problematiche. Per chi ha a cuore le sorti di questa parte della città sarà un appuntamento da non perdere. Anche in questa fase tuttavia, con i primi lavori in dirittura d'arrivo, è interesse-dovere di ogni cittadino sostenere l'opera che congiungerà Mestre alla laguna.
Alla fine degli anni '50 del secolo scorso - e molti anziani ne hanno ancora un vivo ricordo -, nel giro di una notte Mestre fu rapinata del Parco Ponci, di cui oggi, a due passi da piazza Ferretto, resta solo un cartello toponomastico.
Sul costruendo parco di San Giuliano c'è una vasta letteratura a testimoniare i tentativi in corso per una sua utilizzazione più turistica e commerciale.
Certamente senza il sostegno dei cittadini - a cominciare dalle associazioni nautiche sportive operanti in punta San Giuliano - il parco ha ancora molte possibilità di trasformarsi in una specie di "Tronchetto" di terraferma, con troppe attività in uno spazio che ora, rapportato alle prime originarie descrizioni, appare persino un po' misurato.

 

Vittorio Resto
(Coordinatore di Adola:
Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano)