Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano     

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Martedì, 25 Marzo 2003
Sarebbe un raro esempio di matrimonio tra la ricerca e le esigenze pratiche del territorio e della popolazione
Se il sapere universitario si trasforma in opere
Un’area verde a disposizione della città in laguna Sud
Mestre

(e.t.) La parte di laguna nord che va da San Giuliano fino a Campalto sta per diventare un grande parco per la città, la laguna Sud - che pure è dal punto di vista ambientale molto più ricca - rischia di essere uccisa definitivamente dalle industrie.
 
«Un po' perché il Magistrato alle Acque vuole buttare i fanghi dei canali industriali dentro alla cassa di colmata D/E, un po' per i danni provocati dalle industrie, un po' anche per questo progetto di potenziamento del depuratore che è una gran cosa, ma va realizzato rispettando quel che resta di sano nel nostro ambiente e, possibilmente, risanando quello rovinato».

Ezio Da Villa è partito da questa considerazione quando ha deciso di incrementare i rapporti che già esistevano tra l'Università e il dirigente della Provincia, Alessandro Pavanato, che in più occasioni ha lavorato con l'architetto Esther Giani nella realizzazione di due workshop con l'Università di Architettura dedicati al tema delle bonifiche. Il primo era intitolato "Manovre di pragmatismo visionario" il secondo - evidentemente segnando un passaggio ulteriore dalla teoria pura all'applicazione nella realtà - "Manovre di immaginazione pratica". Ma per Ezio Da Villa questi due seminari, che pure hanno prodotto dei libri e idee innovative, restavano sempre speculazione, così ha sfidato l'Università. E lo Iuav ha risposto nel giro di un anno con la tesi di Anna Rizzinelli che è già un progetto "esecutivo". «Così smentiamo una doppia falsità: che a Porto Marghera non si possa far nulla, se non una grande DisneyLand, e che ci siano solo zanzare e inquinamento - ha commentato Esther Giani. - Questa tesi può diventare realtà anche domani mattina e tutto grazie ad una sinergia tra l'Università e la Pubblica amministrazione. Queste sono le vere sinergie che gli atenei e gli enti pubblici dovrebbero perseguire».

Da Villa, in realtà, aveva una bella gatta da pelare: contro il progetto della Regione per il potenziamento del depuratore di Fusina, e soprattutto contro la fitodepurazione in cassa di colmata, c'è stata un'insurrezione popolare perché la gente di Mira e di Malcontenta non intende farsi portar via quel che oggi è un vasto terreno incolto, utilizzato per il tempo libero, ma che domani sarebbe una sorta di "risiera" senza riso e piena solo di acqua sporca di passaggio. Insomma, il problema sta tutto lì: «Se la Regione affida la progettazione al solito studio di ingegneria - con tutto il rispetto per gli studi di ingegneria blasonati come Thetis e altri - il rischio è che del paesaggio non si tenga conto. E, invece, questa tesi dimostra che è possibile fare la fitodepurazione anche regalando un ambiente bello e vivibile alla popolazione. E con una spesa, tutto sommato, di poco superiore a quella prevista».

Università e Provincia, in definitiva, dicono che occorre integrare i vari saperi. E Da Villa annuncia che farà pressing sulla Regione per convincerla ad affiancare allo studio di ingegneria i "ragazzi" dello Iuav. Se l'opera vedesse la luce sarebbe una delle prime, di questo genere, in Europa.

Elisio Trevisan