Un
gruppo di artisti vivrà di fronte a San Giuliano fino a Ottobre
Mestre
- Nelle cartine di Tutto città non c'è nemmeno, però l'isola di
Campalto da qualche giorno è oggetto di un programma di
sperimentazione internazionale.
Quattro ettari in tutto, davanti al futuro parco di San Giuliano,
sospesa fra Venezia e Mestre che se ne contendono la paternità. Non
c'è l'acqua, non c'è la luce. Scoasse su scoasse, direbbero i
venezianì. Ma anche pantegane, tante.
Il progetto è di Patagonia Art e si chiama Makrolab mark IIex.
In pratica un esperimento, non l'unico, di un laboratorio
scientifico assolutamente indipendente e autoalimentato dove 12 fra
scienziati, artisti, appassionati, tecnici di varie nazionalità,
vivranno fino a ottobre senza contatto con il mondo esterno se non
attraverso una linea internet satellitare.
«L'ambiente
come fattore primario per lo sviluppo di una veloce formazione di
nuovi concetti sociali, creativi spirituali e, non ultimo,
economici, basati unicamente sull'individualità integrale», dice
il curatore del progetto, l'artista sloveno Marko Peljhan.
Arte, quindi, inserita nella sezione «Sistemi Individuali» della
50esima Biennale d'arte contemporanea di Venezia.
E come qualsiasi altro padiglione si può visitare. Ma non solo. Su
prenotazione (041-2770466) ci si può anche dormire. Basta un sacco
a pelo e tanto adattamento. L'acqua è fornita dai depuratori,
l'energia è quella eolica del mulino a vento, le coltivazioni, e le
scorte, per il cibo. Per i bagni: ovvio.
Mezzi pubblici non ce ne sono non
ce ne sono, solo una barca, privata, che ogni sera alle 18 parte
dalle Fondamente Nuove e poi fa ritorno, gratuitamente. Avventura,
contemplativa, scientifica, ma avventura.
E di visitatori ce ne sono, una decina al giorno, assicura Aurora
Fonda, una delle organizzatrici del padiglione sloveno.
Il
tutto è costato 300 mila euro integralmente finanziati dal
ministero della Cultura Italiano
e da un programma europeo. Abbandonati a loro stessi per
scelta. Ma abbandonati anche dai «padroni di casa»: «Una serie di
difficoltà hanno da subito reso difficile il progetto - dice ancora
Fonda - la Biennale, forse presa da troppe cose, non ha predisposto
un servizio navetta e comunque abbiamo dovuto arrangiarci quasi su
tutto».
Insieme
a loro, sull'isola, c'è anche chi, dagli anni '80, utilizza questo
spazio per le proprie avventure in laguna facendo di questo posto
una meta naturalistica anche per le scuole, ci organizza
manifestazioni sportive e ludiche e ci passa anche interi week-end
con la tenda.
E’ Tito Pamìo, dell'associazione canoistica «Arcobaleno»,
che da anni cerca di interagire con il Comune di Venezia,
proprietario dell'isola dal 1964, per farci mettere pontili per
l'attracco, luce e acqua e che si è decisamente sorpreso quando la
scorsa settimana ha visto tanto movimento su quel pezzo di terra.
«Ci fa piacere che l'isola diventi interessante, ma noi l'anno
scorso l'abbiamo derattizzata.Ci facciamo le gite e non vorremmo che
diventasse un luogo per pochi privilegiati».
Adola,
il Movimento per l'adozione del parco davanti San Giuliano,
promotrice della «nautica naturale», e le associazioni nautiche di
Punta San Giuliano, che da sempre la usano, vogliono che il Comune
di Venezia la inserisca nel parco per utilizzarla come punto
d'arrivo naturalistico di barche a remi o a vela. L'amministrazione
comunale propone per l'isola la progettazione di un intervento
pilota attraverso la ricerca e la sperimentazione di tecnologie
avanzate per la produzione di energia e il riciclo delle acque, da
esportare su altre isole abbandonate della laguna.
Sarnuele Costantini |
IL
GRUPPO
Dodici
tra scienziati, artisti, appassionati, tecnici di varie nazionalità,
vivranno fino a ottobre senza contatto con il mondo esterno se non
attraverso una linea intemet satellitare nell’isola di Campalto,
di fronte al parco di San Giuliano
LA
BIENNALE
L’iniziativa
è inserita nella sezione «Sísterni Individuali» della 50esima
Biennale d'arte contemporanea di Venezia. Si può visitare e su
prenotazione (041-2770466), ci si potrà anche dormire.
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