Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano    

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CORRIERE DELLA SERA - Corriere Veneto, Venezia e Mestre     pag. 9
 
 
20 Giugno 2003  

Un gruppo di artisti vivrà di fronte a San Giuliano fino a Ottobre

Mestre - Nelle cartine di Tutto città non c'è nemmeno, però l'isola di Campalto da qualche giorno è oggetto di un programma di sperimentazione internazionale.
Quattro ettari in tutto, davanti al futuro parco di San Giuliano, sospesa fra Venezia e Mestre che se ne contendono la paternità. Non c'è l'acqua, non c'è la luce. Scoasse su scoasse, direbbero i venezianì. Ma anche pantegane, tante.
Il progetto è di Patagonia Art e si chiama Makrolab mark IIex.
In pratica un esperimento, non l'unico, di un laboratorio scientifico assolutamente indipendente e autoalimentato dove 12 fra scienziati, artisti, appassionati, tecnici di varie nazionalità, vivranno fino a ottobre senza contatto con il mondo esterno se non attraverso una linea internet satellitare.

«L'ambiente come fattore primario per lo sviluppo di una veloce formazione di nuovi concetti sociali, creativi spirituali e, non ultimo, economici, basati unicamente sull'individualità integrale», dice il curatore del progetto, l'artista sloveno Marko Peljhan.
Arte, quindi, inserita nella sezione «Sistemi Individuali» della 50esima Biennale d'arte contemporanea di Venezia.
E come qualsiasi altro padiglione si può visitare. Ma non solo. Su prenotazione (041-2770466) ci si può anche dormire. Basta un sacco a pelo e tanto adattamento. L'acqua è fornita dai depuratori, l'energia è quella eolica del mulino a vento, le coltivazioni, e le scorte, per il cibo. Per i bagni: ovvio.
Mezzi pubblici non ce ne sono non ce ne sono, solo una barca, privata, che ogni sera alle 18 parte dalle Fondamente Nuove e poi fa ritorno, gratuitamente. Avventura, contemplativa, scientifica, ma avventura.
E di visitatori ce ne sono, una decina al giorno, assicura Aurora Fonda, una delle organizzatrici del padiglione sloveno.

Il tutto è costato 300 mila euro integralmente finanziati dal ministero della Cultura Italiano  e da un programma europeo. Abbandonati a loro stessi per scelta. Ma abbandonati anche dai «padroni di casa»: «Una serie di difficoltà hanno da subito reso difficile il progetto - dice ancora Fonda - la Biennale, forse presa da troppe cose, non ha predisposto un servizio navetta e comunque abbiamo dovuto arrangiarci quasi su tutto».

Insieme a loro, sull'isola, c'è anche chi, dagli anni '80, utilizza questo spazio per le proprie avventure in laguna facendo di questo posto una meta naturalistica anche per le scuole, ci organizza manifestazioni sportive e ludiche e ci passa anche interi week-end con la tenda.
E’ Tito Pamìo, dell'associazione canoistica «Arcobaleno», che da anni cerca di interagire con il Comune di Venezia, proprietario dell'isola dal 1964, per farci mettere pontili per l'attracco, luce e acqua e che si è decisamente sorpreso quando la scorsa settimana ha visto tanto movimento su quel pezzo di terra.
«Ci fa piacere che l'isola diventi interessante, ma noi l'anno scorso l'abbiamo derattizzata.Ci facciamo le gite e non vorremmo che diventasse un luogo per pochi privilegiati».

Adola, il Movimento per l'adozione del parco davanti San Giuliano, promotrice della «nautica naturale», e le associazioni nautiche di Punta San Giuliano, che da sempre la usano, vogliono che il Comune di Venezia la inserisca nel parco per utilizzarla come punto d'arrivo naturalistico di barche a remi o a vela. L'amministrazione comunale propone per l'isola la progettazione di un intervento pilota attraverso la ricerca e la sperimentazione di tecnologie avanzate per la produzione di energia e il riciclo delle acque, da esportare su altre isole abbandonate della laguna.

Sarnuele Costantini

 

 

IL GRUPPO

Dodici tra scienziati, artisti, appassionati, tecnici di varie nazionalità, vivranno fino a ottobre senza contatto con il mondo esterno se non attraverso una linea intemet satellitare nell’isola di Campalto, di fronte al parco di San Giuliano

 

LA BIENNALE

L’iniziativa è inserita nella sezione «Sísterni Individuali» della 50esima Biennale d'arte contemporanea di Venezia. Si può visitare e su prenotazione (041-2770466), ci si potrà anche dormire.