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Mercoledì 5 Maggio 2004
   
L'articolo presentato in prima pagina da La Nuova Venezia.

MESTRE

 

Bocciato il ristorante sotto il megatendone

 

Parco di San Giuliano: la Salvaguardia dice no, Caprioglio: «Ricorreremo al Tar»

 

di Enrico Tantucci

 

MESTRE. La tensostruttura-ristorante per l'inaugurazione del Parco di San Giuliano di sabato prossimo non si farà. Come si prevedeva, la Commissione di Salvaguardia ha ieri bocciato seccamente il progetto presentato per il tendone da circa 200 metri quadri voluto dall'Ente parco e dal Comune, che di provvisorio aveva ben poco. Un no secco (neppure un voto favorevole e sei astenuti) che Ca' Farsetti è costretta a incassare, annunciando pero ricorso al Tar contro la decisione.

Secondo la Salvaguardia alla quale il progetto da esaminare è arrivato a soli quattro giorni dall'inaugurazione del tendone, con i lavori di installazione già avviati - l'opera, fissata al suolo con una soletta in cemento armato, dotata anche di un sistema fognario, con parti e strutture in alluminio, non può essere assolutamente considerata provvisoria, anche perché pensate per la creazione di un ristorante, destinato a rimanere aperto a lungo, con un permesso richiesto per almeno due anni.

 

 

 

I casi del Palafenice e del Palagalileo - nati anch'essi come strutture provvisorie e poi divenute definitive, con una sanatoria - hanno spinto la Commissione, questa volta, a tenere duro. Il ristorante "provvisorio", inoltre insisterebbe proprio sull'area dove è prevista la realizzazione della nuova Piazza di San Giuliano, una delle strutture qualificanti del Parco.

Il rischio concreto era perciò che il provvisorio, divenuto poi permanente, bloccasse poi anche la realizzazione della Piazza.

Una preoccupazione espressa anche dal progettista del Parco di San Giuliano, l'architetto Antonio Di Mambro, con una lettera alla stessa Commissione di Salvaguardia.
Infine, anche un no di carattere ambientale espresso con forza dalla Soprintendenza all'interno della Commissione per l'impatto negativo del tendone rinforzato, previsto proprio in punta, di fronte alla laguna, con una rozza conformazione architettonica.

 

Durissima la reazione del presidente dell'Ente Parco Caprioglio: «E uno scandalo, un no immotivato per una struttura provvisoria che serviva alle esigenze del Parco. Ricorreremo certamente al Tar contro questa decisione assurda. Riunirò il Consiglio di amministrazione per valutare come fare fronte alla situazione un vista di sabato». Più pacato, ma ugualmente contrario il parere del Comune che esprime «sorpresa per una decisione di cui si fatica a cogliere le ragioni, anche perché la tensostruttura costituisce una soluzione assolutamente provvisoria». Il Comune ricorda che i servizi di ristorazione e igienici troveranno definitiva collocazione nel costruendo Centro nautico, come da progetto già approvato dalla Salvaguardia.

 

Ca' Farsetti assicura comunque che «garantirà il massimo di accoglienza e di comfort agli utenti del Parco nelle giornate inaugurali e si riserva, dopo una attenta analisi del voto della Salvaguardia, di valutare l'eventualità di un ricorso».

 

Critico anche l'assessore ai Lavori Pubblici Corsini: «Non avremmo mai potuto aprire un ristorante a San Giuliano senza rispettare i requisiti igienici minimi per un locale di questo tipo, ma la tensostruttura restava provvisoria e non possiamo certo lasciare il Parco senza alcun punto di ristorazione. Dovremo trovare un'altra soluzione».

In questo caso il parere della Commissione di Salvaguardia è vincolante e dunque Comune e Ente Parco dovrebbero ora demolire i lavori già compiuti senza permesso, a cominciare dalla soletta in cemento armato su cui doveva posare il ristorante.

Ma le intenzioni restano bellicose. Il no al tendone di San Giuliano rischia di essere solo la punta dell'iceberg di altri problemi che potrebbero sorgere rispetto alla pianificazione degli edifici che si vorrebbero realizzare nel Parco. Nella prossima seduta, infatti, la Salvaguardia dovrebbe esaminare il progetto complessivo del parco di San Giuliano e non mancherebbero le perplessità su volumetrie e caratteristiche di strutture previste, mentre anche i parcheggi previsti in appoggio ai posti-barca della darsena risulterebbero insufficienti, con il rischio di creare una zona di posteggio «selvaggio» che intaserebbe l'area, apportando anche inquinamento in un'area di dichiarato pregio ambientale.