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Domenica, 9 Maggio 2004
Ieri la giornata di Di Mambro e di Zorzetto
A lungo applaudito il progettista, poco ricordato ufficialmente chi ha pensato per primo al Parco di San Giuliano
Mestre

OE, potrebbe essere il nuovo nome del Parco di San Giuliano, se non ci avessero già pensato quelli della Voga Veneta che, ieri, hanno mostrato a Paolo Costa le bandierine per i vincitori delle regate di oggi: "Regata Parco Europa 2004". Questo portano scritto sotto al Leon.

OE sta per Oves-Est, ma in realtà la sigla giusta dovrebbe essere OE-EO, perché dalla porta principale del parco aperto ieri alla città la prima cosa che salta all'occhio è il campanile di San Marco. Non c'è un posto del centro di Mestre, al piano terra, dal quale si abbia una vista simile; ma d'altro canto da Cannaregio si vede il verde appena al di là della laguna. Non è più lo sky-line di Porto Marghera a farla da padrone - tanto bello quanto carico di ricordi di sofferenze - ora c'è anche il parco, immenso, con una mega-discarica di rifiuti tossici delle fabbriche piantata proprio nel mezzo e coperta da una collinetta di terra. Un monito per chi verrà: per dire che questa città, sviluppata nel secolo scorso come dependance del centro storico, come il tappeto dove infrattare le immondizie, ha saputo riscattarsi e realizzare il parco più grande d'Europa, ricreare un legame con l'acqua che le automobili, le strade e lo smog avevano fatto dimenticare.

L'importanza di questa apertura - che già i primi visitatori ieri sentivano anche se gli alberi sono ancora piccoli e non fanno ombra, anche se non ci sono gabinetti a sufficienza, anche se in alcuni punti l'erba ancora non è cresciuta, anche se il Polo Nautico non è ancora nato e la Commissione di Salvaguardia incredibilmente pone ostacoli, - l'importanza sta nel fatto che i mestrini hanno avuto il coraggio di sollevare quel tappeto e di riprendere in mano la propria città: paradossalmente proprio nel momento in cui si avvicinano le sponde della terraferma e di Venezia, Mestre si accorge di esistere e di avere anche dei bei numeri.

D'altro canto il parco lo inaugura Paolo Costa, assieme alla sua giunta, ma chi lo aveva pensato e voluto per primo fu Gaetano Zorzetto, mestrino senza mediazioni, prosindaco della terraferma che pensò e contattò l'architetto Antonio Di Mambro. Ieri, nel corso della bersagliera cerimonia d'inaugurazione (nel senso che i vip sono arrivati in bici da piazza Ferretto, seguiti da centinaia di mestrini), nessuno ha ricordato ad alta voce Zorzetto, ma tutti sapevano che questo parco è suo. L'incarico a Di Mambro, poi, lo diede ufficialmente un altro storico sostenitore del parco, l'architetto Giovanni Caprioglio, che oggi è il presidente dell'Istituzione che lo dovrà gestire: « Ci stiamo riappropriando dell'acqua, ma soprattutto del senso della qualità: da piazza Ferretto fino a qui e, oltre, fino al Parco scientifico, Mestre sta ritrovando il suo vero asse portante».

«Vi prego - ha detto il sindaco Costa rivolto ai cittadini - aiutateci a conservarlo e a farlo crescere. Perché qualsiasi controllo esterno non sarà mai in grado di mantenere viva una realtà così vasta. Benvenuti perché questo parco è vostro, è il luogo in cui il verde dell'erba e l'azzurro dell'acqua si fondono, il luogo che renderà un po' più facile la vita in città».

Prima di tutti, ieri dopo il taglio del nastro, ha parlato l'architetto Antonio Di Mambro, il progettista del parco. Visibilmente emozionato non ha elogiato la sua opera, se non per ringraziare tutti quelli che vi hanno lavorato e l'hanno resa possibile, ha ricordato invece suo padre: «38 anni fa quando mi portò in America mi disse "guarda sempre lontano e non dimenticare le tue radici». Quello che dovrà fare anche Mestre.

Elisio Trevisan

IL PROSINDACO BETTIN
MESTRE - E sull'apertura del Parco di San Giuliano interviene anche il prosindaco di Mestre, Gianfranco Bettin che non ha potuto essere presente all'ianugurazione del grande «polmone verde» per impegni presi precedentemente. 
«Forse molti non se lo ricordano - dice Bettin - ma solo pochi anni fa alle porte di Venezia, in faccia alla laguna e sotto le finestre di Mestre, esposte agli sguardi di milioni di visitatori da tutto il mondo e di tutti noi che viviamo qui, c'erano alte, puzzolenti, fumanti montagnole di rifiuti urbani. 
Al di sopra, come gli uccelli del film di Hitchcock, svolazzavano gabbiani e colombi e altri volatili in cerca di cibo, trasformati anch'essi, in quel mefitico quadro, da mirabili abitanti della laguna in comparse di un film dell'orrore. 
Sotto quei cumuli di "scoasse" giacevano inoltre i veleni smaltiti, per decenni, dalle industrie di Marghera. L'erba non cresceva. Gli alberi morivano dopo vita breve e stentata. Questo era San Giuliano. Un tempo era la cerniera tra terraferma e Venezia, disegnata da Canaletto, raccontata da Goldoni e Casanova. 
Poi, solo i tenaci amanti della laguna vista da terra, e i regatanti e i velisti e i canoisti, ne hanno salvato l'originaria identità, difendendola come hanno potuto dal degrado. 
Fino a quando non si è acceso il sogno di Gaetano Zorzetto e non è stato elaborato il progetto bellissimo che oggi diventa davvero il Parco. E' una grande vittoria per la città, per tutti noi». 

Bettin, comunque, non nasconde le preoccupazioni per la gestione di quest'area: «Ma oggi, non bisogna vedere solo quel che c'è da festeggiare. Non bisogna perdere di vista le troppe questioni che restano irrisolte nella quotidianità dell'amministrazione e della città. Ne segnalo un paio per rendere l'idea. Non vorrei che si stesse perdendo di vista la correttezza dei rapporti tra Ca' Farsetti e rappresentanze di Mestre, come potrebbe far pensare - spero sbagliando - l'esclusione del Quartiere Centro alla presentazione del Parco. E non vorrei soprattutto che l'enfasi posta su opere grandi ponesse in secondo piano il fatto che l'amministrazione non riesca a risolvere casi come quello di un condominio da mesi in balìa della fogna, o di un intero rione quasi nelle stesse condizioni, perché non riesce a dirimere questioni di competenza o ad attivare fondi già stanziati. O il fatto che, da mesi, non riesce ad assegnare - è solo un altro esempio, e per ora mi fermo qui - due alloggi da tempo destinati a persone in condizioni delicatissime, per inerzia burocratica. Festeggiamo pure le opere compiute (più o meno). Ma guardiamo a quanto resta troppo lento, imperfetto, a volte insopportabile».

 

LE CURIOSITÀ E GLI APPUNTAMENTI
I vigili "americani" in mountain bike
Nuovo servizio "verde" della Polizia Municipale. Eco cosa fare in mattinata e dalle 15

Mestre

(e.t.) Avviso ai naviganti: i portacarte del parco sono numerosi e mimetizzati dentro a finte prese d'aria, di quelle che le navi mettono sui ponti per garantire l'aerazione ai piani inferiori.

Ma la vera sorpresa di ieri non è sfuggita ai visitatori che, rincuorati dall'uscita del sole, hanno cominciato a sciamare per tutto il parco, in bici, a piedi, in groppa ai genitori: si tratta dei vigili urbani, anzi dei vigili del Parco.

È un nuovo servizio, inaugurato ieri per l'occasione, che il Comando dei Vigili Urbani ha voluto, assieme al vicesindaco Michele Mognato: pantaloncini corti blu, maglietta bianca con stemma dorato del Comune di Venezia, caschetto, Reebok nere ai piedi, walkie-talkie e pistola al cinturone, impermeabile nelle sacche laterali e, soprattutto, bicicletta, una mountain bike azzurra con la scritta Polizia Municipale; mancano solo il lampeggiante e la sirena. «Vogliamo garantire un servizio stabile soprattutto nel parco di San Giuliano, ma se ci riusciamo saremo presenti anche in quello Albanese di Bissuola» ha spiegato Francesco Vergine, comandante della Polizia Municipale di Venezia.

Sponsor? «No, è tutto frutto del bilancio del nostro assessorato. Ma non è tanto il costo dell'attrezzatura che pesa, è molto più oneroso garantire il personale con le risorse esistenti. Ma i nostri uomini sono molto bravi e generosi».

Generosi e aitanti, ci saranno anche donne nella squadra-parchi?

«Sì, penso ci saranno anche delle donne».

Gli agenti giravano per il parco e controllavano che tutto funzionasse a dovere, ieri erano in tanti, a regime saranno di meno «ma sarà un servizio importante, soprattutto nel weekend quando l'area si riempirà di gente» ha detto il responsabile del Pronto Intervento, Gianfranco Simioni.

In bici ieri pomeriggio, prima dell'inaugurazione, girava anche il sindaco che ha fatto tappa in Punta San Giuliano, nella sede della Voga Veneta: i regatanti avevano appena messo in tavola alcuni vassoi ricolmi di pesce fritto e il profumo lo ha catturato. Si trattava di un'anticipazione di quel che ci sarà questa mattina per la processione al "capiteo" del canale San Secondo (partenza in barca ore 9 da Punta S. Giuliano, messa ore 9.30, mangiata ore 11, regate nel pomeriggio alle 15).

Oggi, oltre alla festa per i 50 anni del villaggio San Marco e i 25 della processione, continuano le manifestazioni per l'apertura ufficiale del Parco di San Giuliano: si comincia alle 15 con pattinatori acrobatici nella nuova pista, le sfide sulla scacchiera gigante del circolo Toniolo Scacchi, le animazioni sul prato della Coop. Ispac, il gioco dell'oca della Coop. Cras, le esibizioni degli aquilonisti; alle 16 Alberto Pozzobon in "El teatrin del Arlecchin"; alle 17 nel gazebo "La Manfrina" con musiche e danze popolari

 

IL PROGETTO
«Un campo di regata per il canottaggio»

Venezia

Un campo di regata per il canottaggio. È la richiesta che le associazioni remiere hanno presentato al sindaco per utilizzare a fini sportivi l'area compresa fra Punta San Giuliano e Campalto. 


«Da anni ormai - scrive il delegato delle remiere Silvio Testa che ha incontrato nei giorni scorsi i vertici comunale assieme al presidente regionale Duilio Stigher, e ha ottenuto un impegno a valutare il progetto - il canottaggio veneziano non riesce più ad esprimere un movimento all'altezza del suo glorioso passato». 

 

Fra le ragioni della crisi «la mancanza a Venezia di un campo di allenamento idoneo e protetto. Sembra un paradosso, ma è così: in laguna non vi sono zone adatte, e soprattutto attrezzate». Le associazioni hanno così formalizzato la proposta di creare nell'ambito dello sviluppo del Parco di San Giuliano delle strutture dedicate alla pratica del canottaggio, nell'area di gronda tra Punta San Giuliano e Campalto. 

 

Una proposta simile a quella presentata a suo tempo dalla Canottieri Mestre. L'ideale, per gli appassionati di canottaggio, sarebbe la creazione di un campo di regata internazionale con idonee (e leggere) strutture sia in acqua che a terra. «In tutta l'Alta Italia non ve ne sono - prosegue la lettera - con l'eccezione dell'Idroscalo a Milano, e dotare Venezia di un tale impianto lancerebbe la città nel circuito mondiale di uno sport perfettamente compatibile con la laguna, promuovendo collaterali forme di turismo intelligente e dirette e indirette occasioni di educazione ambientale». 

 

In subordine la remiere si accontenterebbero di strutture minori, come un campo di allenamento protetto, utilizzabile anche per manifestazioni agonistiche di caratura ridotta. Un risultato che contribuirebbe ad avvicinare ulteriormente il centro storico di Venezia e Mestre al Parco.

 

Il sindaco Paolo Costa sembra avere accolto la richiesta, invitando le associazioni a formalizzare la proposta, in vista di un incontro che dovrebbe avere a breve con i progettisti del Parco. 

A far sperare gli appassionati è il fatto che, rispetto al passato, il parco di San Giuliano ora è una realtà, e il fatto che il sindaco ha ora, come commissario al moto ondoso, un potere di coordinamento e di mobilitazione, anche nei confronti di enti terzi quali la Regione e il Magistrato alle Acque. 

«Se il sindaco ci credesse - scrive Testa alle associazioni - l'idea potrebbe diventare un progetto della stessa amministrazione comunale, da sostanziare, ovviamente, con precise indicazioni tecniche da parte della Federazione e da sostenere nel tempo con una puntuale collaborazione da parte delle società, anche per prefigurare le forme di gestione della struttura. Anche solo spuntare il meno ambizioso dei risultati possibili sarebbe un passo in avanti rispetto all'attuale situazione del canottaggio veneziano».

 

 

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