Mi
ero ripromesso di partire molto avanti
lungo la linea di partenza, in modo da
evitare la ressa in barca giuria.
Domenica
scorsa alla regata del Bocolo avevamo
dovuto attendere che finissero gli
autoscontri per poter passare la linea.
Invece
per paura di essere in anticipo ci siamo
trovati nella bolgia in barca
giuria,sopravvento a Falcone che urlava
acqua ed io che avevo paura di passare la
linea prima del tempo.
Qualcuno
ha anche urlato:”sempre ti che te
combini i casini..” chissà se era
rivolto a me. Io comunque mi considero un
vero gentleman,vedendo gli altri che cosa
combinano ogni volta.
Nobile
Voltafora - topo categoria blu- dietro a
noi ed un po’ più stretto al vento ci
ha piantato il bompresso sulla randa: un
attimo di apprensione e poi tutto si è
risolto. |
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In
partenza siano tra i primi a passare la linea e
sopravvento a chi ci sta vicino.
Di
bolina siamo veloci con la trinchetta ma
stringiamo meno di
altri che hanno il fiocco per cui siamo
costretti a fare bordi un po’ più
lunghi.Viriamo insieme a Nobile Voltafora: siamo
un po’ più indietro ma sopravvento e possiamo
contare su una maggiore velocità di
avvicinamento alla boa. Giriamo insieme, noi
all’esterno e loro interni
sottovento. Subito dopo gira Marmotta
sampierota di cat.gialla-.
Nella
poppa verso
l’isola di Sant’Angelo Delle Polveri
guadagnamo subito circa 100 metri perché i
nostri diretti concorrenti
devono ammainare il fiocco e armare la
trinchetta:noi non siamo in grado di fare questa
manovra rapidamente in navigazione per cui
rinunciamo e facciamo tutta la regata con la
trinchetta.Per il momento la nostra scelta ci
avvantaggia.
Giriamo
attorno alla palizzata attorno all’ex Isola di
S.Marco in Boccalama mantenendo il vantaggio su
Marmotta ed aumentandolo su Nobile Voltafora che
ha tentato
l’andatura con bordi di granlasco
invece che la rotta diretta con
le vele a farfalla. Dopo c’è la lunga
bolina verso
l’isola di Fisolo, lasciando la Isola
Campana a dritta e la Ex Poveglia a sinistra.
Nei bordi con la maestra a “dardosso” non
riusciamo a regolare bene la vela,la randa parta
male, e sappiamo che qui possiamo solo
difenderci. Noi cerchiamo di
stringere il più possibile, anche se
dobbiamo rinunciare ad un po’ di velocità,
Marmotta sceglie l’opposto,fa correre anche se
è un po’ più largo al vento.Loro virano e
noi viriamo in copertura. Alla” bona” la
randa porta bene e penso che su questo bordo
siamo veloci e
forse non perdiamo.
Quando
vedo l’isola
Campana ben oltre il traverso e penso di
passarla con un bordo buono, viro.
E
qui succede il fattaccio:forse Graziella non ha
tenuto la trinchetta
a collo per un tempo sufficiente ad
abbattere la prua, forse non spingo abbastanza
sottovento il boma della randa: fatto sta che
siamo fermi immobili. Marmotta è ad oltre 100 metri,ci vede, stringe un po’ e ci
viene a virare a 5 centimetri.
Sembra
impossibile, nei tempo che loro hanno impiegato
per raggiungerci abbiamo fatto si e no 1 metro.
E
così siamo costretti a virare per dare acqua e
poi rivirare, Il tutto da fermi.Quando siamo di
nuovo in assetto Marmotta è a 200 metri avanti
e noi non possiamo più passare Campana senza
ulteriori bordi.
Adesso
vediamo anche altre barche che prima erano cosi
indietro da non interessarci.Incrociamo Paron
Giacomo di Massimo Gin –topo cat.arancio-che
prima ci deve dare acqua all’incrocio, e poi
incrociamo di nuovo, noi più veloci ma più
larghi al vento e loro più lenti ma più
stretti di almeno 10 gradi.
Ma
quanto stringe un topo?
Marmotta
è così lontana che facciamo la nostra rotta
senza preoccuparci di loro. Nell’avvicinamento
all’Isola di Fisolo loro vanno verso sud est e
noi andiamo verso sud-ovest.Incrociamo di nuovo
Paron Giacomo ora affiancato da Marangona e da
Deboto 7,80-tutti topi cat.arancio-:se Marangona
l’ha raggiunto forse la sua bolina non è poi
così redditizia,ma se noi li incrociamo di
nuovo così vicini forse anche la nostra bolina
non è granchè.Marmotta è lontana.
Passiamo
spesso degli scarsi:sono tentato più volte di
virare, ma nelle barche al terzo, data la
lentezza in virata non è conveniente virare
sugli scarsi:ci ho provato in passato ed ho
smesso.Bisogna continuare, non lasciarsi
abbattere vedendo che la prua si allontana
dall’obiettivo e pregare che lo scarso duri
poco.
Marmotta
è già sul bordo buono per passare l’isola di
Fisolo, la vediamo molto lontana,noi stiamo
andando all’incrocio, poi dovremo virare e
metterci sulla loro rotta.
Passa
Marmotta, avrà un 200 metri poi passa Deboto
7,80,
viriamo subito,un po’ in
anticipo,sperando di passare vicino all’isola
senza trovare sassi e li seguiamo.In fondo non
abbiamo perso su Marmotta.
Anzi
virando in anticipo , se passiamo ,avremo
guadagnato un 30-40 metri.
Poi
di nuovo poppa piena .Deboto 7,80 perde
parecchio nell’armare la trinchetta, e lo
affianchiamo, Marmotta invece non perde un
metro.
Confido
sulla nostra supposta superiore velocità in
poppa,sulla lunghezza del lato e sulla copertura
che due barche affiancate di certo fanno a
Marmotta. Macchè, quelli non perdono un metro.
Chiacchieriamo
con Roberto Tramontin di Deboto 7,80,gli offro
una cena di pesce se è capace di prendere
Marmotta e coprirlo finchè arriviamo
noi.Scherziamo un po’,ma la situazione non
cambia.
Le
nostre speranze sfumano…
Arrivando
a S.Marco in Boccalama recuperiamo qualche metro
quando gli altri ammainano le trinchette ed
issano il fiocco.Girando l’isola siamo interni
a Deboto 7,80 che però orza alla morte e ci
danneggia.Gli dico che non si fa così e lui mi
dice che stava combattendo con un cefalo che gli
è saltato sulla schiena e capitato a bordo.Ci
mettiamo in assetto cercando la nostra boa.Per
fortuna la bolina non è così stretta:possiamo
arrivare in boa su un solo bordo se non ci sono
salti eccessivi.
Marmotta
e Deboto 7,80 sono leggermente sottovento pochi
metri avanti:siamo veloci ed abbiamo margine per
orzare un po’ senza perdere velocità.Lo
facciamo per un po’ e ci troviamo 20-30 metri
sopravvento poco dietro.Comincio a poggiare, la
barca accelera e lentamente guadagniamo.
Dopo
un po’ Deboto 7,80 finisce nei nostri scarichi
e rallenta. Marmotta è un po’ più
indietro:paga forse la minore lunghezza ,ma
anche il fatto che la trinchetta ci da più
potenza.
Tenere
il timone di Sisa è un lavoro malpagato,per la
fatica che costa.La barca è troppo orziera
dobbiamo lavorare ad equilibrarla.Ho crampi ad
entrambe le braccia ed ad una spalla.Chiedo a
Mario di tenere per un po’ il timone finchè
mi passa.Credo che gli avessi offerto una cena
di pesce non sarebbe stato più contento.
E’
un lato lungo,senza storia, allunghiamo fino ad
avere circa 200 metri di vantaggio:c’è ancora
una boa da girare con una strambata di quasi 180°.La
prendo larga: le strambate con la vela al terzo
sono una faccenda seria,se non recuperi bene la
scotta il boma ti va verso il cielo e la cosa si
fa preoccupante.Tutto bene, avevo il berretto
col frontino e così
non ho visto niente di quello che
succedeva in alto, poi Mario mi dice che non era
proprio da manuale.
Di
nuovo in poppa piena abbiamo un lato breve fino
all’arrivo.
Ci
prendiamo un secondo per seguire la strambata di
Marmotta.credo sia parecchio più stretta di noi
ed in questi casi la loro manovra è ancora più
critica.
Infatti
il boma gli finisce allegramente in acqua,e la
barca si inclina alla grande, ma tutto bene,si
rimettono in assetto.
Ancora
qualche momento e poi la giuria ci da il segnale di arrivo:primi assoluti.
Peccato
non poter andare alla premiazione:Mario è
atteso per l’inaugurazione della casetta del
Circolo Velico Casanova e non può proprio
mancare.
Aspettiamo
i primi arrivi e poi salutiamo e ce ne andiamo.
Per
la cronaca:Soravento,altra nostra barca del
circolo arrivata quarta di categoria mostrava
come trofeo una bosega da 7-8 etti che
gentilmente era saltata a bordo chiedendo solo
di essere fatta alla griglia..
PIERGIORGIO
PAVAN
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