PIERGIORGIO PAVANRegata del Trofeo Nuti da bordo di «SISA». 25 Settembre 2005 Sta diventando sempre più difficile partire. Eravamo a 2 minuti dalla partenza e ci muovevamo molto lentamente verso la linea, con l’idea di essere verso la metà della linea di partenza allo scoccare. Barca molto orzata e vele che portavano poco, per non correre troppo. Da sopravvento arriva una barca, forse Sergio Zanetti che non risponde alla nostra orzata e semplicemente si appoggia alla nostra prua e ci fa poggiare. Impossibilitati a fare alcunché, con questi che ci spingono, finiamo ad appoggiarci a nostra volta al fianco della bragagna di Righetti. Allo scoccare del tempo dobbiamo aspettare che Zanetti si sposti, e ci si tolga di dosso, cosa che fa con grande calma. Altre tre barche,tra cui riconosco quella dei canottieri della Giudecca con a bordo Sonino ci piantano le vele addosso,e noi dobbiamo stare fermi in attesa che vele e boma passino oltre la nostra prua e ci permettano di manovrare. L’impressione è che tutti in partenza poggino invece di orzare. Con tanti davanti,con l’aria disturbata e senza poter virare possiamo solo cercare di guadagnare all’orza per vedere se troviamo un po’ di aria libera. Poco più avanti e sopravvento c’è Toga? barca dei canottieri che ci tiene nei suoi rifiuti. Ci poggiano sopra e ci tengono lì. Vedo più avanti Marmotta che mi sembra partito molto bene, e così pure Nobile Voltafora, come sempre. Visto che siamo in aria disturbata viriamo per toglierci dai rifiuti, ma Toga ci vira sopra: bene, quelli hanno deciso che noi siamo i loro nemici e che debbono marcarci. Ma stiamo andando verso il ponte, che è dove di solito c’è più aria, mentre vedo che Marmotta continua verso l’isola di Campalto, dove di solito ce n’è meno. Forse non perderemo troppo. Viriamo di nuovo sempre per toglierci dai rifiuti, ma quelli ci virano di nuovo sopra. Vira anche Marmotta,bene così vediamo all’incrocio come sono le posizioni. Delusione:il bordo di Marmotta ha pagato e sono molto avanti. Riviriamo ancora e poi ancora per arrivare in boa:i nostri angeli custodi fanno tutto uguale. In boa passano Toga e Marmotta e noi siamo dietro di oltre 70-80 metri. Nobile Voltafora è dietro a noi ma abbastanza vicino. Nella poppa Marmotta alza la trichetta e guadagna lentamente su Toga. Anche noi e Fabris ci avviciniamo. Infine passiamo Toga. All’ingresso dell’isola di barena passa prima Marmotta con circa 50 metri, Nobile è a fianco nostro e chiacchieriamo un po’: siamo interni e quindi abbiamo diritto di rotta quando dovremo doppiare la punta dell’isola di barena. Ma il nostro timone tocca il fondo e ci rallenta. Nobile ci passa ed in un attimo guadagna venti, trenta metri. Anche Toga è subito dietro a noi. Bolina larga fino al seno della sepa, e poi bolina stretta in canale. Il canale può essere un problema:si fanno 3-4 bordi e 2 sono con mure a sinistra: se la barca che ti segue - per noi Toga - stringe di più e ti incrocia in mezzo al canale piò chiedere acqua e tu perdi mezzo bordo. E Toga può stringere parecchio più di noi. Bisogna non sbagliare neanche una virata, non virare troppo sotto alla fondamenta altrimenti questa ti porta via il vento,bisogna che tutto sia perfetto. Per fortuna passiamo, di poco ma ce la facciamo e quindi le posizioni sono le stesse. Nel seno della sepa ho la netta impressione che abbiamo guadagnato soprattutto su Marmotta. Poi facciamo un bordo a sinistra seguendo Nobile, ma in aria libera. Un po’ prima delle seragie viriamo, e Nobile vira poco dopo di noi un po’ sopravvento. Nel bordo con mure a dritta siamo un po’ avanti ma sottovento agli altri due. Ho impressione di uno scarso e viro subito senza domandarmi se per arrivare bene in boa è il caso di farlo ora o più avanti: in caso faremo un rebeghin più avanti. Incrociamo davanti alla nostra prua prima Nobile e poi Marmotta, loro vanno più avanti a virare:pensano a far bene la boa. Ma lo scarso ci ha aiutato: con mure a sinistra ora è un buono, ci dà bene verso la boa, e soprattutto ha danneggiato i nostri concorrenti che hanno virato ben dentro nello scarso e quando ripartono si trovano dietro e sottovento. Toga ha fatto bordi opposti a noi e penso che abbia virato con noi nello scarso:ci seguono ma c’è un po’ di distanza. Siamo primi! Se non saremo costretti ad un rebeghin abbiamo un po’ di margine per respirare. C’è ancora un pericolo:la boa si deve lasciare a destra, e la nostra rotta non ci permette di passarci vicino: dovremo virare a circa 50 metri e poi avvicinarci con mure a sinistra, oltre le due distanze dalla boa. Se Toga sarà vicina farà di tutto per non farci virare o per farsi dare acqua puntando a noi invece che alla boa. Vedo infatti che stanno orzando molto cercando di tagliarci la strada. Vado un po’ oltre la boa in modo che dopo la virata potrò raggiungerla avendo margine per poggiare. Appena virato mi rilasso: non c’è pericolo, non ci possono disturbare e non potranno più prenderci. E’ fatta,abbiamo vinto anche se manca ancora tutto un lato. Arriviamo al traguardo con un margine discreto, ma è stata dura, c’ho creduto solo dal momento della virata nello scarso. |