Mestre
Massimo
Cacciari promette: «Mi adopererò per togliere tutti i
vincoli possibili». Cioè le lungaggini burocratiche che
ostacolano gli imprenditori che vogliono investire in città.
Dopodiché,
lancia la sfida: «Qui le opportunità di sviluppo qui ci
sono: siete interessati a sviluppare attività ricettive a
San Giuliano ? avete idee per le aree di Dese? di Tessera?
Bene, fatevi avanti».
Annesso
avvertimento: «Se queste opportunità saranno colte dagli
imprenditori locali bene, altrimenti sui faranno avanti i
Benetton, i cinesi, gli indiani. Saranno loro a
"diventare" veneziani».
Tavolo
"imperiale" al Novotel, cinquanta imprenditori e
liberi professionisti invitati dall'architetto Giampaolo
Pighin a una serata con il sindaco «per parlare di Mestre».
Un anno fa, quando ancora non si immaginava che il
professore sarebbe tornato a Ca' Farsetti, c'era stata
un'analoga iniziativa. E ora che Cacciari è stato eletto,
gli si chiede cosa pensa di fare della terraferma. Gli si
racconta quant'è difficile continuare a lavorare e a
investire da queste parti. Il sindaco lo sa: «Qui ci sono
più vincoli perché siamo sulla laguna e dentro la laguna
c'è Venezia». Il che è un vincolo ma anche
un'opportunità. Non a caso qui le aree sono più
pregiate. Ma - dice - non è vero che non si può fare
niente: «Le opportunità ci sono, bisognerà vedere se le
coglierete voi o se si faranno avanti i cinesi». Ai
quali, se i «locali» si disimpegneranno, non sarà
sbattuta la porta in faccia.
LE IDEE
-La premessa di Cacciari è ecumenica: «Mi spiace per i
giornalisti che amano il "pugilato", ma il mio
mandato sarà caratterizzato dal fatto che non polemizzerò
con nessuno». È il ragionamento della "governance":
enti locali, associazioni, categorie devono lavorare
insieme. I privati, poi, servono perché il pubblico non
ha più un centesimo. Glissan do sullo stadio, Cacciari
giura che d'ora in avanti si procederà solo con la
finanza di progetto. E che Candiani fatti con i soldi
pubblici non ce ne saranno più.
Occasioni
di sviluppo? All'Umberto I è prevista una "casa
delle professioni", quelle che nascono in rete e
rappresentano le nuove occupazioni per i giovani. Al
parco di San Giuliano un albergo da 250 posti e una
darsena.
Al Forte Marghera la "biennale di Mestre.
CANDIANI,
COMMISSIONE AL LAVORO -Giorgio Visentin, dell'impresa
Tombacco, domanda perché al Candiani non si fanno mostre
importanti come quelle allestite a Treviso. Cacciari: «Il
Candiani è un progetto sbagliato, all'epoca l'ho
ereditato, si poteva solo completarlo. Non è utilizzabile
per mostre importanti. Non si possono fare uffici».
Annuncia: «Ho nominato una commissione mista,
tecnico-culturale, perché mi presenti un progetto di
utilizzo. Spero di avere le risposte entro l'anno».
MUSEO
SENZA QUADRI -L'avvocato Fenzo e lo storico Roberto
Stevanato dicono che Mestre non sarà mai una città finché
non avrà un museo. Cacciari: «Il museo ci sarà, sarà
solo in una sede perché non ci sono risorse». Dice che
il luogo è da definire, poi individua l'ex distretto
militare di via Poerio, aggiunge che l'accordo con la
Fondazione di Venezia c'è ma che sarà da risolvere il
problema della gestione. Occhio: «Non ci sarà a Mestre
un museo con i quadretti appesi alle pareti, a Mestre
devono venire a vedere una storia, la grande storia di
Mestre che non è la torre civica e il vecchio borgo, ma
Volpi, Marghera, le lotte operaie».
RIMPASTO
CON CHI CI STA -L'imprenditore Renzo Mason azzarda: il
sindaco dice tante belle cose, ma se fa il rimpasto e
mette in giunta i Verdi poi non farà niente. Cacciari: «Qualunque
eventuale rimpasto avverrà con le forze che mi votano il
bilancio e mi firmano quello che voglio fare io». Il
sindaco guarda gli unici due politici che siedono al
"tavolo imperiale", gli azzurri Renato Boraso e
Saverio Centenaro: «Se gli amici di Forza Italia mi
votano il bilancio, entrano in giunta anche loro».
INTERVENTI
A RAFFICA -Parlano in tanti. L'avvocato Renzo Gambato,
Damaso Zanardo («A Mestre non esiste una classe
dirigente), Alessan dro Arata, Ennio Morao, Giusto
Cavinato (al quale il sindaco promette che parteciperà
alla seduta della commissione Urbanistica, l'8 novembre,
sul tema delle distanze tra palazzi), l'esuberante
pasticcere Umberto Vanin, l'imprenditore agricolo e
industriale Giuseppe Volpato (critico: «Da trent'anni il
Comune si comporta come una matrigna»), il presidente
della Cgia Ivano Muffato, gli imprenditori Giorgio Terren,
Maurizio Boldrin, Roberto Fabris, il commercialista Mauro
Bordignon. Tra i commensali anche il presidente dell'Ive
Ezio Micelli, gli architetti Gianni Cibin e Giorgio Rizzi,
il presidente della società Venice Cards Mauro Milani.
CEL-ANA,
MENO VOLUMI -Il progetto di "liberazione" della
torre è fermo perché manca l'accordo con Tesser: «Chiede
cifre risibili», ironizza il sindaco. Si tratterà, ccome
con l'imprenditore che vuole costruire: «Dovrà
accontentarsi di un volume ragionevole». Tempi? «Storici,
non geologici».
Al.Va.
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