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Una notizia apparentemente buona. Gli stanziamenti per il Polo Nautico ci sono, ora bisogna vedere se il Polo Nautico sarà negli interessi dei cittadini o della finanziaria dei Benetton... [vedi art. del 18.10.2005 ]

                                                                                                              by Revi

Venerdì, 28 Ottobre 2005
Cacciari sfida gli imprenditori: «O voi o i cinesi»
«Le opportunità di sviluppo a Mestre ci sono, fatevi avanti». Tra i progetti un albergo e una darsena a San Giuliano
Mestre

Massimo Cacciari promette: «Mi adopererò per togliere tutti i vincoli possibili». Cioè le lungaggini burocratiche che ostacolano gli imprenditori che vogliono investire in città.
Dopodiché, lancia la sfida: «Qui le opportunità di sviluppo qui ci sono: siete interessati a sviluppare attività ricettive a San Giuliano ? avete idee per le aree di Dese? di Tessera? Bene, fatevi avanti».
  
Annesso avvertimento: «Se queste opportunità saranno colte dagli imprenditori locali bene, altrimenti sui faranno avanti i Benetton, i cinesi, gli indiani. Saranno loro a "diventare" veneziani».

Tavolo "imperiale" al Novotel, cinquanta imprenditori e liberi professionisti invitati dall'architetto Giampaolo Pighin a una serata con il sindaco «per parlare di Mestre». Un anno fa, quando ancora non si immaginava che il professore sarebbe tornato a Ca' Farsetti, c'era stata un'analoga iniziativa. E ora che Cacciari è stato eletto, gli si chiede cosa pensa di fare della terraferma. Gli si racconta quant'è difficile continuare a lavorare e a investire da queste parti. Il sindaco lo sa: «Qui ci sono più vincoli perché siamo sulla laguna e dentro la laguna c'è Venezia». Il che è un vincolo ma anche un'opportunità. Non a caso qui le aree sono più pregiate. Ma - dice - non è vero che non si può fare niente: «Le opportunità ci sono, bisognerà vedere se le coglierete voi o se si faranno avanti i cinesi». Ai quali, se i «locali» si disimpegneranno, non sarà sbattuta la porta in faccia.

LE IDEE -La premessa di Cacciari è ecumenica: «Mi spiace per i giornalisti che amano il "pugilato", ma il mio mandato sarà caratterizzato dal fatto che non polemizzerò con nessuno». È il ragionamento della "governance": enti locali, associazioni, categorie devono lavorare insieme. I privati, poi, servono perché il pubblico non ha più un centesimo. Glissan do sullo stadio, Cacciari giura che d'ora in avanti si procederà solo con la finanza di progetto. E che Candiani fatti con i soldi pubblici non ce ne saranno più.

Occasioni di sviluppo? All'Umberto I è prevista una "casa delle professioni", quelle che nascono in rete e rappresentano le nuove occupazioni per i giovani. Al parco di San Giuliano un albergo da 250 posti e una darsena.
Al Forte Marghera la "biennale di Mestre.

CANDIANI, COMMISSIONE AL LAVORO -Giorgio Visentin, dell'impresa Tombacco, domanda perché al Candiani non si fanno mostre importanti come quelle allestite a Treviso. Cacciari: «Il Candiani è un progetto sbagliato, all'epoca l'ho ereditato, si poteva solo completarlo. Non è utilizzabile per mostre importanti. Non si possono fare uffici». Annuncia: «Ho nominato una commissione mista, tecnico-culturale, perché mi presenti un progetto di utilizzo. Spero di avere le risposte entro l'anno».

MUSEO SENZA QUADRI -L'avvocato Fenzo e lo storico Roberto Stevanato dicono che Mestre non sarà mai una città finché non avrà un museo. Cacciari: «Il museo ci sarà, sarà solo in una sede perché non ci sono risorse». Dice che il luogo è da definire, poi individua l'ex distretto militare di via Poerio, aggiunge che l'accordo con la Fondazione di Venezia c'è ma che sarà da risolvere il problema della gestione. Occhio: «Non ci sarà a Mestre un museo con i quadretti appesi alle pareti, a Mestre devono venire a vedere una storia, la grande storia di Mestre che non è la torre civica e il vecchio borgo, ma Volpi, Marghera, le lotte operaie».

RIMPASTO CON CHI CI STA -L'imprenditore Renzo Mason azzarda: il sindaco dice tante belle cose, ma se fa il rimpasto e mette in giunta i Verdi poi non farà niente. Cacciari: «Qualunque eventuale rimpasto avverrà con le forze che mi votano il bilancio e mi firmano quello che voglio fare io». Il sindaco guarda gli unici due politici che siedono al "tavolo imperiale", gli azzurri Renato Boraso e Saverio Centenaro: «Se gli amici di Forza Italia mi votano il bilancio, entrano in giunta anche loro».

INTERVENTI A RAFFICA -Parlano in tanti. L'avvocato Renzo Gambato, Damaso Zanardo («A Mestre non esiste una classe dirigente), Alessan dro Arata, Ennio Morao, Giusto Cavinato (al quale il sindaco promette che parteciperà alla seduta della commissione Urbanistica, l'8 novembre, sul tema delle distanze tra palazzi), l'esuberante pasticcere Umberto Vanin, l'imprenditore agricolo e industriale Giuseppe Volpato (critico: «Da trent'anni il Comune si comporta come una matrigna»), il presidente della Cgia Ivano Muffato, gli imprenditori Giorgio Terren, Maurizio Boldrin, Roberto Fabris, il commercialista Mauro Bordignon. Tra i commensali anche il presidente dell'Ive Ezio Micelli, gli architetti Gianni Cibin e Giorgio Rizzi, il presidente della società Venice Cards Mauro Milani.

CEL-ANA, MENO VOLUMI -Il progetto di "liberazione" della torre è fermo perché manca l'accordo con Tesser: «Chiede cifre risibili», ironizza il sindaco. Si tratterà, ccome con l'imprenditore che vuole costruire: «Dovrà accontentarsi di un volume ragionevole». Tempi? «Storici, non geologici».

Al.Va.