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Venezia, 15 febbraio 2006

 

L’Ufficio di Coordinamento della Consulta per l’ambiente invia
al Sindaco di Venezia e all'Osservatorio della Laguna.

Al Sig. Sindaco di Venezia

e p.c.

Alla Direzione ambiente Osservatorio della laguna

 

Oggetto: Osservazioni in riferimento alla Procedura di Valutazione

d’Incidenza Ambientale (V.Inc.A.) sul Progetto del "Polo Nautico" di Punta

San Giuliano predisposta dall’Amministrazione Comunale in applicazione

della Direttiva Habitat 92/43/CEE.

 

La Consulta dell’ambiente del Comune di Venezia, istituita ai sensi della

D.C.C. n° 164 del 16.09.2002, nell’ambito del processo partecipativo

relativo all’istruttoria di Valutazione dell’Incidenza Ambientale sul progetto

del "Polo Nautico" di Punta San Giuliano predisposto dall’A.C. in

applicazione della Direttiva Habitat 92/43/CEE formula le seguenti

osservazioni, articolate nei seguenti punti:

1. conterminazioni acquee: compatibilità delle marginature;

2. nuovi manufatti: compatibilità urbanistica e approccio bioclimatico;

3. approdi acquei: compatibilità alle norme comunitarie;

4. scenari: eccessivo impatto e assenza di soluzioni alternative;

5. richiesta di revisione del progetto.

1. conterminazioni acquee: compatibilità delle marginature

Apprezza l’analisi territoriale promossa dal valutatore Dott. Stefano

D’Alterio che ha messo in evidenza da subito la pertinenza e le interazioni

forti del progetto di porticciolo di imbarcazioni per la nautica "naturale"

con le parti relitte di isolotti salmastri dette "barene" classificate nella

Direttiva in questione come ambienti di transizione a forte rischio di

scomparsa.

La sola collocazione del progetto del "Polo nautico" nel versante est

rispetto il Parco di San Giuliano sul limite della laguna, è un presupposto

che aggrava la compatibilità del progetto rispetto le normative promosse

dalla CEE per la tutela degli habitat naturali già da molto tempo

minacciati da attività antropiche sempre più conflittuali con le dinamiche

lagunari.

L’intervento di marginatura dell’area, pur necessario per questioni legate

all’inquinamento del sito, determina per sua stessa forma un incremento

del moto ondoso mediante la riflessione delle onde prodotte dalle

imbarcazioni. Se nell’area si va ad incentivare il traffico acqueo si dovrà

almeno prevedere un sistema di ripascimento delle rive, a ridosso della

marginatura di contenimento del sito inquinato, mediante

rinaturalizzazione delle sponde, ripascimento degli arenili a ridosso delle

banchine, limitando in questo modo il moto ondoso con rive basse dove le

onde anziché riflettersi si espandano e smorzino, con piantumazione di

canneto che rivitalizzi l’acqua e nello stesso tempo, limiti l’erosione di

fondali e cigli barenicoli dovuta al traffico a motore ma anche al vento e

alle onde naturali, limiti altresì il riaffiorare dei sedimenti inquinati ed il loro

disperdersi ulteriore.
Tale intervento potrebbe portare anche i fondali, ora

eccessivi anche per la prevista attività nautica, a profondità consone per

l’area del "Seno della sepa".
Un obiettivo proposto potrebbe essere il

ripristino - almeno in parte - delle batimetrie preesistenti l’intervento di

escavazione dei fondali inquinati (cfr. allegati nn. 1 e 2)

 

2. nuovi manufatti: compatibilità urbanistica e approccio bioclimatico

Una parte del progetto riguarda i nuovi manufatti del Polo Nautico sui

quali dovrebbero emergere pure osservazioni e criticità di ordine

paesaggistico edilizio-urbanistico e non solo riserve di ordine ambientale e

naturalistico per le rilevanti superfici interessate in vario modo da interventi

edilizi ( strutture per 9.000 mq) e le notevoli altezze (m 11) e tipologie

formali proposte; a tal proposito la Consulta richiede che siano resi

pubblici gli esiti delle verifiche della compatibilità urbanistica del progetto

con le norme vigenti sulle aree considerate vale a dire con il Piano quadro

del Parco anche ai fini di autotutela del decisore.

Su tale particolare scelta progettuale fa propria l’espressione critica del

valutatore nel rilevare che la collocazione dei manufatti incide

pesantemente sul paesaggio alterandone definitivamente la notissima

visuale (skyline) su Venezia che è la principale attrattiva dei luoghi.

Una alta densità di costruzione, sia in elevato che a raso comporta

evidenti variazioni al microclima, costituendo una "bolla di calore" che in

siti naturali delicati andrebbe quanto meno valutata e mitigata.

Dal punto di vista bioecologico il progetto del polo nautico si pone del

tutto indifferente rispetto al sedime di costruzione, all’orientamento, al

soleggiamento, ai venti dominanti.

Complessivamente ricalca un pensiero progettuale ancorato all’idea della

possibilità infinita di produrre tutta l’energia necessaria a far funzionare

l’edificio, dedicando maggior attenzione agli assi viari (ampiezza di m 7,

parcheggi a ridosso della gronda, rotonde e circonvallazioni), i quali

determinano l’orientamento degli edifici.

Poiché non è possibile progettare edifici che rientrino nei livelli attualmente

ammissibili di "impegno" energetico senza tener conto degli apporti

naturali di soleggiamento o ventilazione tali edifici risultano superati dagli

eventi e vanno necessariamente ripensati.

Inoltre essendo edifici pubblici dovrebbero porsi all’avanguardia nel

proporre situazioni virtuose, per altro già considerate dall’Amministrazione

comunale in suoi propri atti1.

Poiché conoscenze e tecniche attualmente si sono molto raffinate

sarebbe possibile ottenere edifici tendenzialmente autonomi dal punto di

vista energetico.

E’ ovvio che con le conoscenze attuali i previsti pannelli solari per produrre

acqua calda assomigliano molto ad una foglia di fico.

Se è pur vero che le aree attualmente appaiono come una landa incolta

e desolata è anche vero che anziché proporre una porzione "cittadina"

con ampie vie carrabili asfaltate e parcheggi a raso si potrebbe supporre

un’area che dolcemente porti a colloquiare con la laguna antistante

attraverso progetti leggeri e di poco impatto, in ottemperanza agli

obiettivi progettuali di "… salvaguardia degli ambienti ad alta naturalità

del contesto …" (vedi punto 8.7).

L’area del polo nautico è la continuazione verso laguna del parco S.

Giuliano, il momento di passaggio terra-acqua: quanto meno qui

dovrebbero essere eliminate le aree asfaltate ed il traffico veicolare, i

parcheggi dovrebbero essere contenuti e non visibili, la piantumazione di

nuova vegetazione ricalcare un disegno "naturale", o per lo meno

conformarsi agli spunti paesaggistici limitrofi come la quinta arborea di

pioppi bianchi che delimita l’inizio della SS 14 all’imbocco del Ponte della

Libertà; gli edifici uniformarsi ai dettami della bioarchitettura e della

bioclimatica, prevedendo tetti verdi per limitare l’impatto visivo ed edifici

aggregati per limitare le necessità energetiche e le interferenze

climatiche.

Il progetto prevede 27.330 mq. di aree a verde e 53.800 mq. di aree

pavimentate od edificate quasi tutte a ridosso del bordo lagunare. La

soluzione proposta riveste una qualche contraddizione con gli obiettivi

progettuali ed una evidente sproporzione delle componenti costruite

rispetto gli spazi impegnati.

Inoltre, proprio per gli obiettivi di salvaguardia dell’area, si dovrebbe

considerare nel progetto anche la zona altamente degradata che si

affaccia su canale di San Giuliano e dove adesso si attestano le remiere

che vengono, per ragioni ignote, spostate sulla sponda della penisola più

a ridosso di siti fragili e compromessi, ad incentivarne erosione e

precarietà.

 

3. approdi acquei: compatibilità alle norme comunitarie

La costruzione degli approdi acquei e la loro capacità nel "Seno della

sepa" costituisce la parte più critica dell’intero progetto.

Tale contesto lagunare (sede di habitat e specie barenicole classificate

Sito di Interesse Comunitario (SIC), ritenute prioritarie nel contesto europeo,

oltre che Zona di Protezione Speciale (ZPS) di tutela dell’avifauna sempre

di rilevanza comunitaria (Rete Natura 2000), già dal 1997) ha ottenuto

inadeguata attenzione dal progettista e dal committente (Comune di

Venezia- Assessorato ai LL.PP.) anche se quest’ultimo sembra conscio della

gravità della soluzione proposta (cfr. allegato 3: Articolo de "Il Gazzettino

di Venezia" del 01/02/2006 ).

Prima la pesante infrastrutturazione di questa parte di fronte lagunare con i

lavori di marginamento (eseguiti dal Magistrato alle Acque/Consorzio

Venezia Nuova), poi le progettazioni comunali (Parco di San Giuliano)

condotte ignorando l’obbligo di effettuare la Valutazione di Impatto

Ambientale (VIA) hanno comportato la lettera ultimativa della CEE e le

minacciate sanzioni, oltre al possibile annullamento degli atti comunali di

approvazione dei progetti per carenza di parti sostanziali della procedura

amministrativa, alla quale si rimedia parzialmente con la presente

procedura di Valutazione di incidenza ambientale.

 

4. scenari: eccessivo impatto e assenza di soluzioni alternative

Confermare l’opzione progettuale di insediare le nuove attrezzature del

Polo nautico rivolte verso il "Seno della sepa" aggraverà la severa

opinione della Commissione Europea sul complesso degli interventi già

realizzati nell’area del Parco di San Giuliano in manifesta deroga delle

norme comunitarie.
Si ricorda che l’intervento proposto induce una

sottrazione di aree lagunari destinate alla conservazione di un habitat

prioritario come di seguito specificato. Tale scelta può essere perseguita

solo per motivi gravi di sicurezza e salute pubblica ed in ogni caso

subordinata alle valutazioni delle autorità comunitarie.

 

5. richiesta di revisione del progetto

La Consulta per l’Ambiente seppur consapevole che il progetto del "Polo

nautico" rappresenta il completamento del processo di riscatto dell’area

dal degrado in cui è rimasta per molti anni, rimarca che questa struttura

non può essere realizzata ancora una volta a scapito dell’ambiente

naturale limitrofo, come è stato fatto nel passato.

L’impatto sulla delicata trama residuale di barene prospicienti il "Seno

della sepa", come riconosce il valutatore, si concretizzerà con lo scavo del

bacino di evoluzione dei natanti sul versante est del nuovissimo molo

realizzato dal Magistrato alle acque.

L’effetto di franamento dei margini barenicoli sarà ancora più accentuato

per lo spostamento a ridosso delle barene del canale proveniente dalle

"porte sull’Osellino" che mette in comunicazione il suddetto fiume con la

laguna viva.

Il fatto poi che la progettazione non abbia predisposto scenari alternativi a

quello proposto, attesta la semplificazione della impostazione progettuale

in contrasto con la metodologia posta dal DPR 357/1997 come guida all’

"ambientazione" del progetto nei siti delicati.

Ben sapendo, in conclusione, che il "Seno della sepa" è un elemento

invariante del contesto paesaggistico e naturale2 dell’area di San

Giuliano, la Consulta per l’Ambiente evidenzia la necessità di una revisione

del progetto almeno per la parte ricadente nelle pertinenze acquee

suggerendo di ribaltare le scelte nel lato opposto della penisola di San

Giuliano che presenta condizioni ambientali, microclimatiche e funzionali

meno penalizzanti le attività remiere e veliche (i moli non esposti ai venti di

bora). Tale opzione consentirebbe di avviare anche un coraggioso

programma di recupero urbanistico sulla vasta area di degrado edilizio e

ambientale prospicente lo sbocco del Canal Salso per le attività

produttive improprie, insalubri ed invasive presenti.

L’Ufficio di Coordinamento

della Consulta per l’ambiente

Venezia, 15 febbraio 2006

 

1 - Piano energetico comunale [P.E.C.]approvato con delibera del c.c. n.151 del 6/7 ottobre 2003, che ha valso a

Venezia il premio europeo "Climate star 2004"

- VARIANTE AL PIANO REGOLATORE GENERALE PER L'AREA SIGNIFICATIVA DI CAMPALTO (Delibera del C.C. n°61

del14/02/2005)

- Regolamento edilizio adottato con D.C.C. n. 30 del 24/5 2003

- Atto di indirizzo della GC n. 51 del 27.5.2004 Incentivazione all'edilizia sostenibile

2 - [si rammenta infatti che trattasi di "Tipi di habitat naturali prioritari: i tipi di habitat naturali che rischiano di

scomparire nel territorio di cui all'articolo 2 (della direttiva) e per la cui conservazione la Comunità ha una

responsabilità particolare a causa dell'importanza della parte della loro area di distribuzione naturale compresa nel

territorio di cui all'articolo 2. Tali tipi di habitat naturali prioritari sono contrassegnati da un asterisco (*) nell'allegato

I"]

(cfr. allegato 3: Articolo de "Il Gazzettino di Venezia" del 01/02/2006 )

Articolo de "IL GAZZETTINO DI VENEZIA" del 01/02/2006 - Fonte: IL GAZZETTINO ON LINE


SAN GIULIANO Non è mai stata fatta la Valutazione d’impatto ambientale e la Ue minaccia

di far scattare una costosissima procedura di infrazione

Il Parco è senza Via, a rischio il suo futuro

Servono oltre 16 milioni di euro ma l’assessore Simionato assicura: «Li troveremo, per

Mestre è un’opera fondamentale»

(m.d.) Il Parco di San Giuliano al centro degli interessi dell'Europa. Ma per "stangare", stavolta e non per finanziare. "L'Unione europea ha minacciato l'apertura di una procedura di infrazione contro l'Italia perchè non è mai stata fatta la Valutazione d'impatto ambientale per il Parco di San Giuliano - spiega l'assessore ai Lavori pubblici, Sandro Simionato, chiamato d'urgenza a Roma a chiarire che cosa è successo in quel di San Giuliano - Il fatto è che la Valutazione non serviva per il primo stralcio e quindi non è stata fatta per l'intero Parco . Adesso però bisogna per forza farla "a posteriori", come dire, quando il parco è già mezzo finito. E la faremo sui nuovi edifici. Vuol dire mettere a punto uno screening completo sulle costruzioni del Polo nautico, in grado di offrire all'Unione europea una Valutazione d'impatto ambientale completa, per il nuovo. Dando per scontato che sul vecchio resta tutto così com'è e

amen. Chiaro che dobbiamo stare molto attenti da qui in avanti perchè questa minaccia di apertura della procedura d'infrazione - e sarebbe una multa salata di parecchi milioni di euro - significa che a Bruxelles ci tengono d'occhio e che sicuramente non si potrà che costruire quello che è già stato approvato in mille sedi. Niente di più. Dunque, ad esempio salta l'ipotesi di costruire una darsena più grande di quella prevista da Di Mambro e per barche a motore. Sicuramente l'Unione europea non ce la passerebbe.

E qualsiasi altracostruzione, altra ipotesi, altro progetto, diverso da quello steso dall'architetto Antonio Di Mambro, sarebbe un problema".

Ma adesso la preoccupazione vera di Simionato non è quella di far fare la Via, ma di trovare i quattrini per costruire il Polo nautico.

Perchè i progetti sono stra -pronti e l'architetto Antonio Di Mambro si è anche fatto rifare tutti i preventivi. Rispetto ad una spesa prevista di 15 milioni di euro - stima fatta 4 anni fa - si è arrivati a 16 milioni 300 mila euro, dunque c'è stato solo un ritocco dei pre zzi, niente di più. Segno che i conti erano giusti al millesimo già quattro anni fa. Ma quanti ce ne sono in cassetto di quei 16 milioni che servono? "Per adesso solo 1 milione è sicuro. L'ho salvato dai tagli di bilancio, con i denti. Ed è chiaro che con un milione non si va da nessuna parte - spiega Simionato - Altri soldi spero che saltino fuori a breve dalla vendita dei diritti di superficie dei terreni dell'area Pip di Cà Emiliani. Si tratta di terreni che abbiamo comprato, dato in concessione e sui quali adesso possiamo passare

all'incasso.

Più o meno 3 milioni di euro". E saremmo a 4. Quasi un terzo. Ne mancano due terzi. "E' chiaro che dobbiamo procedere per stralci. Ne abbiamo già parlato con Di Mambro e lui è d'accordo che si può fare a lotti. Certo, per iniziare serve qualcosa in più, ma si può iniziare, una volta finita la bonifica che è previsto inizi per fine anno. Stralci funzionali vuol dire che si predispone tutta l'infrastruttura e poi si rimanda la costruzione vera e propria". Diventa l'ete rna incompiuta. "A meno che non si sblocchi la legge speciale. Se cambia il Governo e se la legge speciale viene rifinanziata, cambia tutto. Ma in questo momento non è così e io devo fare i conti con quel che c'è. Mi resta solo una alternativa, abbastanza drammatica. Siccome il Parco di San Giuliano è fondamentale per Mestre e io non ho dubbi che sia così, allora potremmo decidere di tagliare per un paio di anni qualche marciapiede e qualche riasfaltura, qualche fognatura e chissà che altro, per recuperare un po' di soldi. Ma è chiaro che si tratta di una strategia estrema

perchè non è come Lavori pubblici stiamo navigando nell'oro, appaltando lavori di cui non c'è bisogno. Anzi. Potremmo raschiare il fondo del barile, ma non basta comunque. Intanto però andiamo avanti a fare quel che possiamo, io su San Giuliano non mollo".