Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano           

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Venerdì 
27 Ottobre 2006 ore 17,30  
incontro con il Sindaco sulla questione del parco di San Giuliano

   

SALVIAMO 

IL PARCO !

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l'interscambio merci 
nel cuore del parco

     Sabato, 21 Ottobre 2006 
Il 27 ottobre un’assemblea generale
Tutti sono d'accordo: «Salvare S. Giuliano»
Mognato a Cacciari: «Riparlarne»
E' l'unica volta nella storia di Mestre che su un argomento sono d'accordo tutti: non toccare il parco di San Giuliano.
Non è mai successo prima di vedere uno schieramento del genere.
Nemmeno per il nuovo ospedale di Mestre si era registrata una simile unanimità in una città che è famosa, semmai, per le divisioni - basti citare la scala della torre o la nuova piazza Ferretto.
Stavolta no: tutte le associazioni di Mestre - dal Wwf alle società sportive, da Italia nostra al Movimento dei consumatori - e molti partiti - dalla Margherita ai Diesse, dall'Italia dei Valori alla Liga Veneta - si sono schierate contro e hanno indetto per il 27 ottobre una assemblea pubblica per salvare il parco di San Giuliano.

Ma la riunione del 27 sarà plebiscitaria anche perchè parteciperà il Consiglio di Municipalità, che era  convocato per il 25 e "salta" dal momento che il sindaco quel giorno è a Roma per il tavolo della chimica.

Antonino Stinà di "Intesa per la città" ha spiegato a nome di tutte le associazioni il motivo di questa chiamata a raccolta.
"Il parco di San Giuliano è il luogo simbolo di Mestre. Perchè era una discarica ed è diventato un centro di aggregazione sociale, culturale e sportiva.
Il progetto approvato dal Commissario al moto ondoso distrugge quel simbolo del riscatto di Mestre.
Noi non siamo d'accordo nel merito e non siamo d'accordo nemmeno nel metodo perchè non si prende una decisione di questa portata con i poteri straordinari del Commissario governativo, tagliando fuori la città."
  
Per questo Stinà e gli altri presidenti delle associazioni e dei partiti che promuovono o aderiscono - sono una trentina - a questo incontro - chiedono al sindaco un ripensamento.
Anche Michele Mognato, il segretario provinciale dei Ds, interviene su San Giuliano per chiedere a Cacciari "di riportare la questione generale dello sviluppo del Parco di San Giuliano a quella dimensione partecipativa della politica, alle decisioni delle istituzioni elette dai cittadini, al contributo delle associazioni e dei cittadini, evitando sbagliate accelerazioni, nel tentativo possibile, sono sicuro, di ricercare soluzioni condivise e comprese da tutti."


Domenica 22 Ottobre

SALTA IL CONSIGLIO STRAORDINARIO CON CACCIARI
La Municipalità aderisce all’assemblea salva-parco

Pressing sul sindaco per trasferire le ditte della Punta, nonostante una ordinanza del commissario al moto ondoso conceda loro di restare a San Giuliano. Il primo cittadino potrebbe rispondere già lunedì, in Consiglio comunale, alle critiche che arrivano in particolare dalla maggioranza di centrosinistra. Salta invece il confronto con la Municipalità, fissato per mercoledì. Consiglieri e cittadini si riuniranno a questo punto in assemblea venerdì per convincere Cacciari a cambiare idea.
 Centrosinistra, Municipalità e associazioni con il fiato sul collo del sindaco Cacciari per convincerlo a cambiare idea su San Giuliano. Dopo la lettera del segretario provinciale della Quercia veneziana Michele Mognato, ora il confronto coinvolge la città. Lunedì in Consiglio comunale non è escluso un intervento del sindaco sulla polemica sulle ditte di San Giuliano, che secondo il piano guida del parco avrebbero dovuto traslocare e che ora una scelta del commissario al moto ondoso mantiene al loro posto, concedendo anche di investire 20 milioni di euro in nuovi capannoni e in una viabilità dedicata. Salta invece il Consiglio straordinario della Municipalità di Mestre Centro fissato per mercoledì 25. Il sindaco quel giorno è a Roma per il tavolo sulla chimica. Il presidente della Municipalità Massimo Venturini corre ai ripari: inviterà i consiglieri a partecipare all’assemblea per salvataggio del parco di San Giuliano di venerdì 27 alle 17.30 al centro S. Maria delle Grazie e dove Cacciari è chiamato a confrontarsi con associazioni sportive ed ecologiche e i partiti: dall’ Unione alla Lega Nord, passando per la Sinistra Ecologista. (mitia.chiarin.)

    

Tratto da “Il Corriere Veneto” del 28/09/2006

28/09/2006 - 
San Giuliano approda in Parlamento



La delibera che modifica il piano del parco di San Giuliano e che mantiene le aziende in riva al canale arriva a Roma.
Il deputato di Rifondazione Comunista Gino Sperandio ha presentato un’interpellanza ai ministri dell'interno e dell'Ambiente contro il provvedimento e chiedendone la sospensione.
Era la fine di giugno quando il Commissario delegato al moto ondoso, Massimo Cacciari, ha autorizzato il progetto definitivo di modifica della riva del canale San Giuliano prevedendo la realizzazione di nuovi capannoni - alti 11 metri - per le 18 ditte di trasporto acqueo che dovevano essere dismesse o traslocate in altra area perché giudicate incompatibili con realizzazione di un parco.
Un provvedimento che ha scatenato un vespaio e che oggi, attraverso Sperandio approda in Parlamento. 
Per il deputato di Rifondazione Comunista - si legge nell'interpellanza - «il progetto per la realizzazione del parco di San Giuliano, il più importante intervento di riqualificazione urbana e ambientale in corso di attuazione nel Comune di Venezia per realizzare uno dei più grandi parchi urbani europei, viene gravemente alterato dal provvedimento del Commissario delegato». Nel documento Sperandio sottolinea il consolidamento della presenza di attività economiche e produttive considerate «incongrue con la destinazione generale delle aree a "verde urbano attrezzato-parco", mentre in origine se ne prevedeva la dismissione e la sostituzione con una passeggiata pedonale e ciclabile tale da creare un efficace rapporto con l'acqua anche sul lato sud-occidentale del Parco, costituito dal Canale di San Giuliano».
Affondano contro il sindaco-commissario e il suo progetto anche Pietrangelo Pettenò, consigliere regionale di Rifondazione, Roberto Del Bello, segretario provinciale del partito e il consigliere comunale del partito Sebastiano Bonzio, per i quali quello di Cacciari, oltre ad essere un provvedimento «giustificato pretestuosamente come atto di contrasto al moto ondoso, ma che nell'immediato garantisce interessi del tutto particolari», costituirebbe anche «un vulnus di gravità eccezionale alle prerogative della politica istituzionale e non, che viene esautorata rispetto alle scelte operate nel passato». «Una scelta grave ispirata dal peggior decisionismo», dicono i tre in una nota.
Un intervento molto discusso quello di Cacciari e del suo vice Michele Vianello sia a Ca' Farsetti che nella sede della Municipalità di Mestre-Carpenedo dove in entrambi le sedi c'è stata battaglia. 
E adesso dovranno esprimersi anche i ministeri chiamati in causa. Anche perché l'interpellanza di Sperandio, oltre a chiedere se si ritenga necessario revocare o sospendere il provvedimento, chiede anche di capire se attività come queste «rientrino compiutamente nei limiti di legge stabiliti». Di capire insomma se approvare un progetto come questo serva per difendere Venezia dal moto ondoso.
S.C.

Venerdì, 11 Agosto 2006
«Macché 18. Le ditte che hanno bisogno dell'acqua sono 7»

«Macché 18. Le ditte che hanno bisogno dell'acqua sono 7, al massimo 8. E le soluzioni per quelle 7-8 c'erano e forse ci sono ancora, senza bisogno di inventarsi nulla. Semmai da inventare c'è il completamento del sogno dei mestrini di avere un grande parco sulla laguna».

Di San Giuliano , l'ingegner Paolo Monni sa tutto.
Fino al 1° gennaio 2005 è stato responsabile per il Comune della realizzazione del parco e vice di Antonio Di Mambro nella direzione dei lavori.
Monni è stato zitto fino ad oggi, ma adesso ha deciso di uscire allo scoperto perchè non ha digerito la decisione del sindaco Massimo Cacciari di mantenere i capannoni dei privati in Punta San Giuliano .
«Ho grandissima stima di Cacciari ed è per questo che sono rimasto interdetto dalla sua decisione. Che non tiene conto dell'importanza strategica di un parco che offre la possibilità ai mestrini di arrivare all'acqua e ai veneziani di arrivare al verde. Come si sa, al completamento del parco mancano ancora la realizzazione del nuovo Polo Nautico e il recupero a parco pubblico dell'area verso Campalto, di circa 29 ettari, bonificata dal Magistrato alle Acque e che lo stesso è disposto a sistemare, accollandosi due terzi della spesa, e un terzo a carico del Comune.
Infine è prevista la sistemazione di tutta l'area a ridosso del Canal Salso, quella appunto interessata dalle attività commerciali di cui si parla, con la sistemazione delle sponde, la realizzazione di due percorsi pedonali a quote sfalsate, pista ciclabile, panchine, illuminazione, che nell' ipotesi futuribile dovrebbe estendersi dalla punta fino a Piazza Barche, lungo anche tutta via Forte Marghera».

Questo è il sogno, ma per adesso in cassa non c'è un centesimo, dice il Comune. Dunque, bisogna andare all'accordo con i privati. Che in questo caso è vero che incassano e basta, senza dare nulla in cambio, ma almeno sistemano una parte del parco, che altrimenti resterebbe nel degrado.

«A parte il fatto che la bonifica delle rive, che è l'intervento più importante, non la pagano loro, ma il Magistrato alle acque, resta il fatto che, da quando il parco è stato progettato, tutti hanno sempre saputo che le società commerciali dovevano essere trasferite. Tant'è che, sia in fase di progettazione, da parte dell'architetto Di Mambro, che in quella successiva, da parte dell'Ufficio Patrimonio del Comune, si è proceduto al rilievo di tutte le attività presenti, accertando che solo 7-8 su 28 hanno la necessità di un collegamento diretto con la laguna per l'espletamento della propria attività, mentre ciò non sussiste per le altre che possono essere quindi trasferite nell'entroterra senza alcuna difficoltà».

Adesso invece Cacciari dà il via libera. Vuol dire che nessuno in Comune si ricorda più dello studio fatto a suo tempo. Voi avevate preso in considerazione le varie ipotesi?

«Sì. La prima era nel piano particolareggiato di Tessera. L'Urbanistica aveva progettato una darsena che il Comitato dei trasportatori di S. Giuliano aveva in un primo tempo accettato e poi successivamente negato. Il Piano è stato approvato senza la darsena».

Adesso dunque questa ipotesi non esiste più.

«Bisognerebbe fare una Variante».

Via. Passiamo alla seconda.

«Lo spostamento nell'area Gorinati di cui si parla in questi giorni. La dottoressa Volpato studiò la possibilità, ma poi il Comune non insistette più di tanto. Adesso vedo che l'ipotesi torna buona».

La terza?

«Gli azotati di Marghera e cioè l'area ex Complessi».

Già destinata alla cantieristica.

«Sì, ma libera fino all'altro giorno. Anche quella è una ipotesi che non si è voluto perseguire».

Basta?

«No. Di Mambro aveva proposto lo spostamento nella cosiddetta isola delle statue, sulla sponda opposta del Canal Salso, cioè di fronte alle attuali attività. Lì adesso il Magistrato alle Acque sta procedendo al marginamento delle sponde e si era dichiarato disposto a preparare le sponde in modo che fossero utilizzabili per le darsene. Bastava fare una rampa di entrata e una di uscita dal cavalcavia nuovo che si sta per costruire a San Giuliano ».

Questa soluzione non è stata nemmeno presa in considerazione. Qualcuno in Comune ha fatto sapere che lo spazio nell'isola era insufficiente e il Comune non aveva soldi per le rampe.

«Ma tra Magistrato alle acque, Regione, Comune e privati, i soldi per le due rampette forse si potevano trovare. In ogni caso, fino al giorno in cui sono andato in pensione, ho lavorato per trovare una soluzione che, se anche con qualche forzatura, potesse essere accettabile senza perdere però di vista il principio di fondo che quelle attività dovevano essere spostate».

E invece 18 privati, più Cacciari, vincono su tutti.

Maurizio Dianese