Un appello, che
suona più come un grido d'allarme, viene rivolto dal Gruppo per la
salvaguardia dell'ambiente "La Salsola " di
Campalto, al Magistrato alle Acque, al sindaco di Venezia, al
presidente della Provincia ed alla Giunta regionale del Veneto.
Il motivo? Impedire
che gli ultimi spazi naturali della laguna di Venezia, come il
tratto di gronda che costeggia l'argine San Marco a Campalto, siano
trasformati in discariche come lo sono stati dal 1960 al 1980.In un
breve tratto di queste barene i volontari delle associazioni "La
Salsola
", "Auser"
e "Legambiente"
hanno raccolto, in occasione della recente giornata dedicata
all'ambiente, quasi cento metri cubi di rifiuti urbani, ingombranti,
pericolosi e anche tossici, come i pannelli di cemento amianto.
"E' singolare
- commenta il biologo Giuseppe Sartori - che siano stati trovati i
fondi, circa dodici milioni e mezzo di euro, per finanziare la
bonifica della barena inquinata da un impianto abusivo di tiro al
piattello, e non si riesca, invece, a trovare le risorse necessarie
per chiudere l'accesso ai furgoni che impunemente nottetempo vanno a
scaricare tonnellate di "rovinassi" e altre porcherie
lungo la gronda lagunare.
Rinnoviamo,
pertanto, alla presidente del Magistrato alle Acque Venezia, la
richiesta presentata da ormai vent'anni di provvedere alla chiusura
dell'accesso agli autoveicoli all'argine di San Marco in prossimità
del cippo n. 69 della storica conterminazione lagunare.
Sempre al Magistrato alle acque - continua Sartori - chiediamo,
altresì, di dirimere definitivamente il contenzioso che vede alcuni
privati vantare la proprietà di terreni che sono sempre stati beni
demaniali e di reprimere e denunciare le violazioni delle normative
di polizia lagunare da parte di chi ha ottenuto concessioni d'uso di
aree demaniali e ha stravolto con imbonimenti ed edificazioni il
soprassuolo di aree barenicole lagunari.
Al sindaco di
Venezia, poi, domandiamo di promuovere e dare corso ad ogni
provvedimento urbanistico che consenta all'Istituto del Parco
della Laguna nord
di Venezia di operare a pieno titolo; oltre ad una intransigente
severità nel controllare il moto ondoso originato dai taxi e dalle
linee di collegamento acqueo con Venezia e - aggiunge il vice
presidente de La Salsola - pianificare un uso compatibile del Canale
di Tessera in modo tale da garantire la tenuta degli argini e delle
barene contigue messe attualmente in pericolo di distruzione dalla
circolazione acquea.
Invitiamo, inoltre,
il presidente della Provincia di Venezia ad attivare e garantire più
efficaci controlli ambientali che competono anche a questa
istituzione, soprattutto in ordine all'abbandono di rifiuti; mentre
al presidente della Giunta Regionale - conclude il biologo Sartori -
chiediamo di affrettare le decisioni già assunte che riguardano il
territorio della gronda lagunare di Campalto, per realizzare quei
progetti facenti parte del Piano di disinquinamento della laguna di
Venezia, quali la rinaturalizzazione dei canali di bonifica (Acque
basse) e in particolar modo l'escavo del fiume Osellino-Marzenego,
che per troppo tempo ha funzionato come recettore finale delle
fognature di Mestre e che aspetta una definitiva sanificazione e un
ritorno alla sua condizione biologica naturale".
Mauro De Lazzari
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