Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano      

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IL GAZZETTINO           Venerdi' 2 Novembre 2007      Edizione Mestre
LA SALSOLA L’associazione, che si batte da anni per la salvaguardia della laguna nella zona di San Giuliano, chiede interventi immediati contro le discariche
Appello per salvare la barena di Campalto
Troppi rifiuti abbandonati e pochissimi controlli. Così si torna a devastare una delle aree pregiate del nostro territorio
Un appello, che suona più come un grido d'allarme, viene rivolto dal Gruppo per la salvaguardia dell'ambiente "La Salsola " di Campalto, al Magistrato alle Acque, al sindaco di Venezia, al presidente della Provincia ed alla Giunta regionale del Veneto.

Il motivo? Impedire che gli ultimi spazi naturali della laguna di Venezia, come il tratto di gronda che costeggia l'argine San Marco a Campalto, siano trasformati in discariche come lo sono stati dal 1960 al 1980.In un breve tratto di queste barene i volontari delle associazioni "La Salsola ", "Auser" e "Legambiente" hanno raccolto, in occasione della recente giornata dedicata all'ambiente, quasi cento metri cubi di rifiuti urbani, ingombranti, pericolosi e anche tossici, come i pannelli di cemento amianto.

"E' singolare - commenta il biologo Giuseppe Sartori - che siano stati trovati i fondi, circa dodici milioni e mezzo di euro, per finanziare la bonifica della barena inquinata da un impianto abusivo di tiro al piattello, e non si riesca, invece, a trovare le risorse necessarie per chiudere l'accesso ai furgoni che impunemente nottetempo vanno a scaricare tonnellate di "rovinassi" e altre porcherie lungo la gronda lagunare.

Rinnoviamo, pertanto, alla presidente del Magistrato alle Acque Venezia, la richiesta presentata da ormai vent'anni di provvedere alla chiusura dell'accesso agli autoveicoli all'argine di San Marco in prossimità del cippo n. 69 della storica conterminazione lagunare.
Sempre al Magistrato alle acque - continua Sartori - chiediamo, altresì, di dirimere definitivamente il contenzioso che vede alcuni privati vantare la proprietà di terreni che sono sempre stati beni demaniali e di reprimere e denunciare le violazioni delle normative di polizia lagunare da parte di chi ha ottenuto concessioni d'uso di aree demaniali e ha stravolto con imbonimenti ed edificazioni il soprassuolo di aree barenicole lagunari.

Al sindaco di Venezia, poi, domandiamo di promuovere e dare corso ad ogni provvedimento urbanistico che consenta all'Istituto del Parco della Laguna nord di Venezia di operare a pieno titolo; oltre ad una intransigente severità nel controllare il moto ondoso originato dai taxi e dalle linee di collegamento acqueo con Venezia e - aggiunge il vice presidente de La Salsola - pianificare un uso compatibile del Canale di Tessera in modo tale da garantire la tenuta degli argini e delle barene contigue messe attualmente in pericolo di distruzione dalla circolazione acquea.

Invitiamo, inoltre, il presidente della Provincia di Venezia ad attivare e garantire più efficaci controlli ambientali che competono anche a questa istituzione, soprattutto in ordine all'abbandono di rifiuti; mentre al presidente della Giunta Regionale - conclude il biologo Sartori - chiediamo di affrettare le decisioni già assunte che riguardano il territorio della gronda lagunare di Campalto, per realizzare quei progetti facenti parte del Piano di disinquinamento della laguna di Venezia, quali la rinaturalizzazione dei canali di bonifica (Acque basse) e in particolar modo l'escavo del fiume Osellino-Marzenego, che per troppo tempo ha funzionato come recettore finale delle fognature di Mestre e che aspetta una definitiva sanificazione e un ritorno alla sua condizione biologica naturale".

Mauro De Lazzari