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Il racconto dello scrittore,
il filmato, le immagini;
il dibattito con Maurizio Crema e con lo skipper Tiziano Rossetti, ...per chi l'altura
non osa pensarla,
per capire se anche la TUA barca
potrebbe farcela,
o per saperne di più sulle mète
"proibite" della costa albanese;
per conoscere chi c'é oggi al di là dell'orizzonte,
per riscoprire cosa é stata Venezia nel corso 1200 anni...
«A bordo
di una barca a vela un po' scassata ma tenace, un gruppo di avventurieri e
un giornalista, inseguono le orme della Serenissima lungo una rotta
antica, percorsa un tempo dalle galee, da Venezia a Corfù passando per
Croazia, Montenegro e Albania. Cercano
la storia, ma soprattutto loro stessi, antenne e
testimoni, viaggiatori e curiosi. In balia del
vento e della vita che scorre»
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IL
GAZZETTINO
Martedi' 5 Febbraio
2008
Edizione Nazionale |
Una
barca dal nome che è tutto un programma,
"Brancaleon", un equipaggio
vario, variopinto, chiassoso, con tanto di
musicisti al seguito, una meta che è più
mentale e affettiva che geografica: vivere
un'avventura a cavallo tra il presente e
il passato della Serenissima, e cercare di
riscriverne dal basso le più recenti
pagine di storia.
Questo
è il libro "Sulle ali del leone .
A vela da Venezia a Corfù lungo le rotte
della Serenissima", del
giornalista Maurizio Crema, che verrà presentato
venerdì alle 21 alla Palazzina ex Dogana,
sede della Canottieri Mestre. |
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IL
LIBRO |
"Sulle
ali del leone", passato e presente lungo le antiche rotte della
Serenissima |
Dopo
"Viaggio ai confini dell'Occidente. In moto sulle strade
dell'Albania", che è del 2005, Maurizio Crema si è rimesso in
movimento, anche se ha cambiato mezzo e destinazione, pur mantenendo
la barra dritta a sud-est. Un viaggio, il suo, che è avventura e
divertimento, ma anche approfondimento, ricerca d'identità,
scommessa. Un viaggio in barca a vela, intrapreso seguendo antiche
rotte, per capire cosa rappresenta, oggi, il glorioso vessillo della
Serenissima negli antichi domini adriatici, e che ora è diventato
il libro "Sulle ali del leone
", edito da Ediciclo (€ 15).
«Il merito di
Crema - scrive Alvise Zorzi nella prefazione - è quello di
raccontare un viaggio per mare attraverso terre note, registrandone
ciò che le rende diverse da com'erano, nuove per noi anche quando
le conoscevamo bene».
Il variopinto
equipaggio del "Brancaleon" non si limita a costeggiare la
nostalgia e a fare rotta verso il rimpianto, ma sceglie di imbarcare
i superstiti del grande naufragio che si è verificato in queste
terre negli ultimi due secoli, di dare voce ai protagonisti di un
recupero e di una "coltivazione" di radici che qui non si
sono mai essiccate. Centinaia di incontri, di facce, di dialoghi, «il
vero tesoro - racconta Crema - che mi sono portato a casa».
Ecco, fra Corfù e
Durazzo, fra Scutari e Sebenico, fra le Incoronate e Parenzo, chi
recupera resti di navi affondate e si occupa di monumenti in
disarmo, chi promuove la lingua e l'identità italiana ma anche chi
cerca di ri-costruire ponti di dialogo fra le diverse etnie, che le
vicende della storia hanno incrinato. Che è un po' anche la vera
destinazione, neppure tanto nascosta, della navigazione di Crema.
Cinque le settimane
di navigazione, 1300 le miglia coperte, partendo dall'isola di
Certosa, a due passi da Venezia, per toccare Rimini e attraversare
l'Adriatico raggiungendo Corfù, e poi risalirlo lungo la costa
dalmata, fino al ritorno a Venezia, toccando luoghi che dopo la
caduta dei confini sono passati da una favolosa (ma ingiustificata)
estraneità ad una fin troppo agevole frequentazione turistica.
In questi luoghi c'è
infatti da fare i conti con un nemico imprevisto, che Alvise Zorzi
segnala col rammarico di chi ha sempre in mente non solo la storia
gloriosa, ma anche il difficile presente della sua Venezia: il
turismo di massa, che sta invadendo gli antichi possedimenti della
Serenissima, dall'Istria al litorale dalmata, dalle Bocche di
Cattaro alla nostalgica Perasto, che chiama ancora una volta in
aiuto gli eredi di San Marco (la Regione Veneto e il Comune di
Venezia) per difendersi dal consumismo brutale del territorio,
dall'inquinamento ambientale, «dallo snaturamento di identità e
tradizioni».
Per ora il
Brancaleon è arrivato a Corfù, ma lo aspetta prossimamente
un'ultima fatica: Istanbul, la capitale del nemico storico, i
turchi, con cui abbiamo imparato a convivere.
Sergio Frigo
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Il
giornalista Maurizio Crema e lo skipper Tiziano Rossetti raccontano la
loro avventura a bordo di «Brancaleòn»
Sulle
ali del leone per i
più avventurosi può essere la guida per l'Adriatico "proibito"
della costa albanese, ma é soprattutto il viaggio per mare di "uno
come noi", curioso di conoscere la gente ed i luoghi Adriatici di
oggi, molto diversi dagli stereotipi di solo pochi anni fa.
E' l'incontro con le nuove generazioni che popolano la costa orientale,
cresciute fuori dagli schemi ideologici dei padri, spesso persino
compiaciute del passato "veneziano" della loro terra.
Un
trascorso, cadenzato dagli incontri con il leone alato della Serenissima,
che riserba non poche sorprese e diventa filo conduttore di un mare ex
"cortina di ferro" divenuto privilegiato ponte fra due coste
dirimpettaie. «Sulle ali del
leone» per ora é un libro "da bere" ma anche un sito che
ricorda "Velisti per caso", con brevi cronache e filmati
"live".
Venerdì 8 Febbraio 2008 sarà anche
documentario, per i marinai di Sangiu e per tutti coloro che fossero
curiosi di volare sulle ali del
leone. Arrivederci
all'otto febbraio ! Ingresso libero.
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