Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano      

 home CVC  >  Laguna e città >
Il recupero dell'isola del Lazzaretto Vecchio

foto tratta da Il Mestre del 2 Luglio 2008  

 



L'isola del Lazzaretto Vecchio
IL GAZZETTINO  Mercoledì 2 Luglio 2008
L'isola del Lazzaretto Vecchio è stata recuperata (per buona parte). Ma ora arriva il difficile: completare l'opera, trovando una destinazione economicamente autosufficiente (o quasi) per l'intero complesso. E per il sindaco Massimo Cacciari, questo si potrà fare solo con «partner privato a cui dare qualcosa in cambio». Idea che il primo cittadino ha ribadito ieri con la solita foga: «Questa città deve ficcarsi nella testa che mai il pubblico avrà soldi a sufficienza per recuperare spazi di questa mole. 
Serve un privato che, per intervenire, deve avere una sua convenienza economica. Poi il pubblico potrà contrattare, ma questa resta l'unica strada. Non ci sono alternative, perché non viviamo sotto il socialismo reale o il fascismo di stato, a seconda dei gusti. 
Chi voleva un bel museo pubblico a Punta della Dogana, ad esempio, non ha capito nulla: senza Pinault oggi avremmo ancora le pantegane a scorazzare tra i capannoni. E in un altro Pinault, probabilmente, confida ora Cacciari anche per quest'isola della laguna, a due passi dal Lido. 
La novità, per il momento, sono i lavori di recupero appena completati dal Magistrato alle acque, attraverso il Consorzio Venezia Nuova, e presentati ufficialmente ieri. Quattro anni di lavoro, 27 milioni di euro di investimento che sono bastati a mettere in sicurezza 6.500 dei 7.800 metri quadri di costruito.

«La situazione era molto degradata, con una boscaglia diffusa e gli edifici del XV secolo in totale abbandono: murature disgregate, tetti crollati, anche perché varie colonne erano state rubate nel corso degli anni - ricorda il presidente del Magistrato alle acque, Giovanna Maria Piva -. Con questo intervento si è rifatto il marginamento perimetrale fino a un quota di un metro e quaranta, per proteggere l'isola dalle mareggiate. Inoltre sono stati recuperati i capannoni che seguono il muro perimetrale e l'isola è stata completamente disboscata». Ora, per un recupero finito, vanno restaurati i capannoni centrali oltre a completare anche gli altri, che oggi si presentano come contenitori spogli, senza impianti né infissi. Operazione da fare con una certa fretta. «Perché, in caso contrario, il degrado tornerà ad impossessarsi dell'isola nel giro di qualche anno» ammonisce la stessa Piva.

Ma sul futuro di quest'altra isola della laguna non c'è affatto chiarezza. Ormai da anni si parla del Lazzaretto Vecchio come di una possibile sede per un nuovo museo archeologico legato al territorio. Ieri, non a caso, c'era anche la soprintendente archeologica del Veneto, Maria Amalia Mastelloni. Realisticamente, però, un museo di questo tipo non potrà occupare tutta l'isola. «Bisogna pensare ad un progetto valido da un punto scientifico-culturale, ma anche economico» sottolinea anche la soprintendente che ipotizza «sinergie, non esclusivamente pubbliche», magari per «realizzare un centro polifunzionale culturale che possa essere anche luogo di scambio con gli altri musei del Venezia». Per il momento solo idee, come quelle di Cacciari che vira, però, decisamente sulla necessità-opportunità dell'investimento privato. «Musei in quegli spazi, ma ci stanno tutti quelli di Venezia» ironizza. E allora? Per il sindaco si tratta di «trovare un privato con cui concordare un progetto» che magari unisca Poveglia e Lazzaretto, la prima da destinare ad attività ricettiva, la seconda a usi vari, ma comunque anche redditizi. Quindi diporto nautico, attività di ristorazione, e così via... «Sono spazi enormi, non sarà facile gestirli» avverte Cacciari.

La palla, a questo punto, passa al Demanio, proprietario dell'isola, a cui sarà formalmente riconsegnata dal Magistrato. «Subito dopo faremo un tavolo con il Comune e le soprintendenze per capire che fare - annuncia il direttore dell'Agenzia del demanio, Stefano Lombardi -. Tutti speriamo di fare qualcosa di bello». Con il coinvolgimento dei privati? «Lo ha detto il sindaco, vedremo - frena il direttore -. Tutto era nato per il museo archeologico. Si tratta di trovare i finanziamenti».

Roberta Brunetti

 

                                                                          byRevi 2.7.2008