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  Martedì 28 Ottobre 2008    


Il Comune ha firmato il procedimento contro le aziende nell’area del parco
Capannoni abusivi, il Comune prenota le ruspe
Nel mirino una ventina di attività sul Canal Salso e le società remiere

Continua la polemica tra Ca’ Farsetti e il Consorzio degli operatori in Punta
MITIA CHIARIN

L’ufficio Atti repressivi dell’assessorato all’Urbanistica ed Edilizia privata ha avviato il procedimento che dovrà portare alla demolizione dei capannoni e delle strutture, realizzate abusivamente nell’area tra il canale di San Giuliano e la Punta.
I
provvedimenti riguardano una ventina di attività private e Remiere della Punta. Sullo sfondo resta, insoluta, la questione dello spostamento delle ditte.

I procedimenti avviati dagli uffici dell’Urbanistica per le attività produttive e le Remiere di San Giuliano, incappate nei rilievi effettuati mesi fa dalla Polizia municipale e dagli uffici comunali, sono partiti in questi giorni.
La procedura prevede che una volta notificato l’avvio del procedimento sulla base degli abusi contestati, il privato abbia 10 giorni di tempo per le osservazioni. Queste saranno valutate e solo successivamente ci saranno le ordinanze di demolizione per i capannoni dove sono state riscontrate le illegittimità.

Una ventina tra privati e società sportive che operano a Punta San Giuliano rischiano ora di veder arrivare le ruspe. Solo tre attività sono escluse, visto che utilizzando lo strumento del condono si sono poste in una situazione di legittimità rispetto all’occupazione degli spazi fronte acqua.

Ovviamente da qui a veder in azione eventualmente le ruspe, il passo non sarà nè breve nè immediato e dietro l’angolo c’è il rischio di una serie di ricorsi al Tar con la richiesta di sospensione dell’esecutività dei provvedimenti di demolizione. Una parte importante deve giocarla adesso la politica. Insoluta resta la grande questione del trasferimento delle aziende da punta San Giuliano. «La procedura degli uffici è partito dopo i sopralluoghi che hanno permesso di evidenziare tutta una serie di irregolarità - spiega l’assessore comunale all’Urbanistica Gianfranco Vecchiato - si tratta di un dovere degli uffici, che se non avviassero le procedure potrebbero essere accusati di abuso in atti d’ufficio.Gli uffici stanno facendo solo il loro dovere senza azioni che posson far pensare a chicchessia a vendette o manovratori».

Vecchiato conferma che la questione del trasferimento delle aziende di San Giuliano si è arenata dopo aver tentato più strade, addirittura una decina, per trovare una nuova collocazione. Anche il canale Brentella a Marghera oggi è scarsamente utilizzabile, visto che molte delle aree sono state date in locazione. I privati dal canto loro, associatisi nel consorzio degli operatori di San Giuliano hanno in mano un progetto approvato dall’ex commissario al moto ondoso, redatto dall’architetto Giampaolo Mar, per la realizzazione di nuovi capannoni con una nuova viabilità di accesso all’area. Finora i lavori non sono mai partiti. Per l’area delle remiere, destinate un giorno a diventare sede del Polo nautico previsto dal progetto del parco dell’architetto Di Mambro, invece l’ipotesi allo studio prevede un intervento concordato con l’amministrazione comunale e la Soprintendenza per l’abbattimento dei vecchi capanni che ospitano le barche e la costruzione di strutture a norma, ma provvisorie. Il braccio di ferro quindi sull’area di San Giuliano continua. Del futuro del polo nautico di San Giuliano si parlerà anche il 7 novembre in un confronto pubblico con il sindaco Massimo Cacciari , organizzato dall’associazione «Amici del parco di San Giuliano».


 

                                                                                          byRevi 29 X 2008