Il
Comune ha firmato il procedimento contro le aziende
nell’area del parco
Capannoni
abusivi, il Comune prenota le ruspe
Nel mirino una ventina di attività
sul Canal Salso e le società remiere
Continua
la polemica tra Ca’ Farsetti e il Consorzio degli operatori
in Punta
MITIA CHIARIN |
L’ufficio
Atti repressivi dell’assessorato all’Urbanistica ed Edilizia
privata ha avviato il procedimento che dovrà portare alla
demolizione dei capannoni e delle strutture, realizzate abusivamente
nell’area tra il canale di San Giuliano e
la Punta.
I
provvedimenti riguardano una ventina di attività private e Remiere
della Punta. Sullo sfondo resta, insoluta, la questione dello
spostamento delle ditte.
I procedimenti
avviati dagli uffici dell’Urbanistica per le attività produttive
e le Remiere di San Giuliano, incappate nei rilievi effettuati mesi
fa dalla Polizia municipale e dagli uffici comunali, sono partiti in
questi giorni.
La procedura prevede che una volta notificato l’avvio del
procedimento sulla base degli abusi contestati, il privato abbia 10
giorni di tempo per le osservazioni. Queste saranno valutate e solo
successivamente ci saranno le ordinanze di demolizione per i
capannoni dove sono state riscontrate le illegittimità.
Una ventina
tra privati e società sportive che operano a Punta San Giuliano
rischiano ora di veder arrivare le ruspe. Solo tre attività sono
escluse, visto che utilizzando lo strumento del condono si sono
poste in una situazione di legittimità rispetto all’occupazione
degli spazi fronte acqua.
Ovviamente da qui
a veder in azione eventualmente le ruspe, il passo non sarà nè
breve nè immediato e dietro l’angolo c’è il rischio di
una serie di ricorsi al Tar con la richiesta di sospensione
dell’esecutività dei provvedimenti di demolizione. Una
parte importante deve giocarla adesso
la politica. Insoluta
resta la grande questione del trasferimento delle aziende da
punta San Giuliano. «La procedura degli uffici è partito
dopo i sopralluoghi che hanno permesso di evidenziare tutta
una serie di irregolarità - spiega l’assessore comunale
all’Urbanistica
Gianfranco Vecchiato -
si tratta di un dovere degli uffici, che se non avviassero le
procedure potrebbero essere accusati di abuso in atti d’ufficio.Gli
uffici stanno facendo solo il loro dovere senza azioni che
posson far pensare a chicchessia a vendette o manovratori». |
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Vecchiato
conferma che la questione del trasferimento delle aziende di San
Giuliano si è arenata dopo aver tentato più strade, addirittura
una decina, per trovare una nuova collocazione. Anche il canale
Brentella a Marghera oggi è scarsamente utilizzabile, visto che
molte delle aree sono state date in locazione. I privati dal canto
loro, associatisi nel consorzio degli operatori di San Giuliano
hanno in mano un progetto approvato dall’ex commissario al moto
ondoso, redatto dall’architetto Giampaolo Mar, per la
realizzazione di nuovi capannoni con una nuova viabilità di accesso
all’area. Finora i lavori non sono mai partiti. Per l’area delle
remiere, destinate un giorno a diventare sede del Polo nautico
previsto dal progetto del parco dell’architetto Di Mambro, invece
l’ipotesi allo studio prevede un intervento concordato con
l’amministrazione comunale e la Soprintendenza per
l’abbattimento dei vecchi capanni che ospitano le barche e la
costruzione di strutture a norma, ma provvisorie. Il braccio di
ferro quindi sull’area di San Giuliano continua. Del futuro del
polo nautico di San Giuliano si parlerà anche il 7 novembre in un
confronto pubblico con il sindaco
Massimo Cacciari
, organizzato dall’associazione «Amici del parco di San Giuliano».
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