Il GAZZETTINO Venerdì 11
Agosto 2006
«Macché 18.
Le ditte che hanno bisogno dell'acqua sono sette» |
«Macché
18. Le ditte che hanno bisogno dell'acqua sono 7, al massimo
8.
E le soluzioni per quelle 7-8 c'erano e forse ci sono ancora, senza
bisogno di inventarsi nulla. Semmai da inventare c'è il
completamento del sogno dei mestrini di avere un grande parco sulla
laguna».
Di
San Giuliano , l'ingegner Paolo Monni sa tutto.
Fino al 1° gennaio 2005 è stato responsabile per il Comune della
realizzazione del parco e vice di Antonio Di Mambro nella direzione
dei lavori.
Monni è stato zitto fino ad oggi, ma adesso ha deciso di uscire
allo scoperto perchè non ha digerito la decisione del sindaco
Massimo Cacciari di mantenere i capannoni dei privati in Punta San
Giuliano .
«Ho
grandissima stima di Cacciari ed è per questo che sono rimasto
interdetto dalla sua decisione. Che non tiene conto dell'importanza
strategica di un parco che offre la possibilità ai mestrini di
arrivare all'acqua e ai veneziani di arrivare al verde.
Come
si sa, al completamento del parco mancano ancora la realizzazione
del nuovo Polo Nautico e il recupero a parco pubblico dell'area
verso Campalto, di circa 29 ettari, bonificata dal Magistrato alle
Acque e che lo stesso è disposto a sistemare, accollandosi due
terzi della spesa, e un terzo a carico del Comune.
Infine
è prevista la sistemazione di tutta l'area a ridosso del Canal
Salso, quella appunto interessata dalle attività commerciali di cui
si parla, con la sistemazione delle sponde, la realizzazione di due
percorsi pedonali a quote sfalsate, pista ciclabile, panchine,
illuminazione, che nell' ipotesi futuribile dovrebbe estendersi
dalla punta fino a Piazza Barche, lungo anche tutta via Forte
Marghera».
Questo
è il sogno, ma per adesso in cassa non c'è un centesimo, dice il
Comune. Dunque, bisogna andare all'accordo con i privati. Che in
questo caso è vero che incassano e basta, senza dare nulla in
cambio, ma almeno sistemano una parte del parco, che altrimenti
resterebbe nel degrado.
«A
parte il fatto che la bonifica delle rive, che è l'intervento più
importante, non la pagano loro, ma il Magistrato alle acque, resta
il fatto che, da quando il parco è stato progettato, tutti hanno
sempre saputo che le società commerciali dovevano essere
trasferite.
Tant'è
che, sia in fase di progettazione, da parte dell'architetto Di
Mambro, che in quella successiva, da parte dell'Ufficio Patrimonio
del Comune, si è proceduto al rilievo di tutte le attività
presenti, accertando che solo 7-8 su 28 hanno la necessità di un
collegamento diretto con la laguna per l'espletamento della propria
attività, mentre ciò non sussiste per le altre che possono essere
quindi trasferite nell'entroterra senza alcuna difficoltà».
Adesso
invece Cacciari dà il via libera. Vuol dire che nessuno in Comune
si ricorda più dello studio fatto a suo tempo. Voi avevate preso in
considerazione le varie ipotesi?
«Sì.
La prima era nel piano particolareggiato di Tessera. L'Urbanistica
aveva progettato una darsena che il Comitato dei trasportatori di S.
Giuliano aveva in un primo tempo accettato e poi successivamente
negato. Il Piano è stato approvato senza la darsena».
Adesso
dunque questa ipotesi non esiste più.
«Bisognerebbe
fare una Variante».
Via.
Passiamo alla seconda.
«Lo
spostamento nell'area Gorinati di cui si parla in questi giorni. La
dottoressa Volpato studiò la possibilità, ma poi il Comune non
insistette più di tanto. Adesso vedo che l'ipotesi torna buona».
La
terza?
«Gli
azotati di Marghera e cioè l'area ex Complessi».
Già
destinata alla cantieristica.
«Sì,
ma libera fino all'altro giorno. Anche quella è una ipotesi che non
si è voluto perseguire».
Basta?
«No.
Di Mambro aveva proposto lo spostamento nella cosiddetta isola delle
statue, sulla sponda opposta del Canal Salso, cioè di fronte alle
attuali attività. Lì adesso il Magistrato alle Acque sta
procedendo al marginamento delle sponde e si era dichiarato disposto
a preparare le sponde in modo che fossero utilizzabili per le
darsene. Bastava fare una rampa di entrata e una di uscita dal
cavalcavia nuovo che si sta per costruire a San Giuliano ».
Questa
soluzione non è stata nemmeno presa in considerazione. Qualcuno in
Comune ha fatto sapere che lo spazio nell'isola era insufficiente e
il Comune non aveva soldi per le rampe.
«Ma
tra Magistrato alle acque, Regione, Comune e privati, i soldi per le
due rampette forse si potevano trovare. In ogni caso, fino al giorno
in cui sono andato in pensione, ho lavorato per trovare una
soluzione che, se anche con qualche forzatura, potesse essere
accettabile senza perdere però di vista il principio di fondo che
quelle attività dovevano essere spostate».
E
invece 18 privati, più Cacciari, vincono su tutti.
Maurizio
Dianese
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