Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano      

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Tecnicamente é uno spot-live per la Red Bull, già presente nell'home page della nota Casa di bibite austriaca. Ma se é vero che il giorno precedente il team era ancora in Francia, ed é riuscito ad essere operativo a Venezia nel giro di poche ore, appare confermata per l'ennesima volta la straordinaria capacità d'attrazione di Venezia per la comunità internazionale. 
Ed effettivamente l'iniziativa é diventata nel mondo l'emblema della 4a alta marea di tutti i tempi, relegando la baruffa Cacciari-Galan - vedi articolo a margine - alla cronaca locale.
I veneziani danneggiati ? Sembra che tutto faccia parte del folclore locale. 
         
   
       
 
GIOVEDÌ, 04 DICEMBRE 2008  Pagina 5 - Primo Piano
La bravata dell’olandese Zuur fa lo sci d’acqua a San Marco
L’IMPRESA Trainato da verricelli a motore

 VENEZIA. A cavallo dell’acqua alta sul suo wakeboard. 
Così, martedì mattina, l’olandese Duncan Zuur, 34 anni, uno dei migliori wakeboarder del mondo, ha attraversato Piazza San Marco con caschetto e ginocchiere tra gli sguardi attoniti di chi, nonostante la marea eccezionale, si era avventurato in Piazza.
  
 I vigili urbani non l’hanno visto per un soffio e così il bel ragazzone è riuscito a surfare e poi scappare senza prendersi la multa.
 Duncan Zuur, originario di Amsterdam, arrivato terzo ai mondiali del 2004, ha potuto così realizzare il suo più grande sogno, che era quello di solcare la Piazza sul suo wakeboard. 
Sogno che aveva provato a concretizzare insieme al suo team più volte ma l’acqua di Venezia non aveva mai raggiunto il livello necessaraio e così Zuur se n’era sempre tornato a casa con le pive nel sacco.
 Fino a lunedì mattina, quando il ragazzo è arrivato in Piazza con tutto il necessario per la corsa sull’acqua più bella della sua vita. «Neanche dodici ore dopo l’allarme dell’acqua alta il mio team al gran completo era già a San Marco per far sì che io potessi incominciare» racconta Zuur che a sua volta era arrivato precipitosamente dalla Francia dove stava trascorrendo una breve vacanza insieme alla famiglia.
Arrivati a San Marco,il team di Zuur ha sistemato sotto i portici che delimitano la Piazza, tra le colonne, piccoli verricelli che raggiungono i venti cavalli di potenza. 
Uno dello staff, naturalmente provvisto di stivaloni di gomma, ha attraversato la Piazza con una corda di 120 metri e l’ha data in mano a Zuur, che nel frattempo si era tolto jeans e giubbotto e si era infilato caschetto, costume e gionocchiere.
Il wakeboarder olandese ha quindi dato sfoggio di una serie di surfate eleganti e perfette sotto gli sguardi attoniti dei turisti che, forse, pensavano di essere finiti nel bel mezzo di un set di un film di James Bond.
 Il ragazzotto ha solcato la Piazza come fossero le onde di Biarritz e quindi, rapido com’era arrivato, se n’è andato insieme al suo team. 
Poco dopo il bis sull’acqua alta che aveva invaso la fondamenta della Prefettura, il tutto naturalmente ripreso dalle telecamere dei suoi amici che poi hanno messo il video su Youtube.
IL GAZZETTINO    Giovedì 4 Dicembre 2008
di Alda Vanzan
Ha spiazzato i suoi lunedì, ...
di Alda Vanzan

Ha spiazzato i suoi lunedì, quando, in consiglio comunale a Mestre, mentre il centro storico ancora stava sotto l'acqua alta, con i campi sommersi e i rifiuti e i topi morti che galleggiavano, ha negato la richiesta dello stato di calamità: «Non ci sono stati né morti né feriti». E ha spiazzato i suoi anche ieri, quando, invitato da Giancarlo Galan a chiedere scusa alla città ma soprattutto a unire le forze per far fronte ai danni subiti dai veneziani, ha ribadito: Ca' Farsetti non chiederà soldi al governo.
Quanto alle scuse, figuriamoci. Massimo Cacciari, il solitario. Praticamente ignorato dai vertici romani del suo partito quando invoca il federalismo del Pd e il Pd del Nord. E quasi "incompreso" dai suoi stessi compagni di partito quando spiega che non aveva senso chiedere soldi a Roma per l'acqua alta di un metro e 56 perché soldi a Roma non ce ne sono neanche per gli alluvionati di Mestre di un anno fa. Posizione quantomeno singolare visto che il presidente della Provincia di Venezia, Davide Zoggia, democratico pure lui, lo stato di calamità l'ha invocato, eccome, e il governatore del Veneto non ha esitato a sottolinearlo. Così come Galan non ha omesso di svelare un retroscena: lunedì un ministro era pronto a calare in laguna, magari avrebbe riferito a Palazzo Chigi dei danni causati dalla marea, ma il sindaco avrebbe convinto Sandro Bondi a lasciar stare, "non sta succedendo nulla di particolare".

Sono tutti questi ravvicinati episodi a spiazzare gli "uomini" di Massimo Cacciari. E se i più bofonchiano ma tacciono, c'è anche qualche "solitario", come Valter Vanni dell'esecutivo regionale del Pd, che invece esterna: «L'unico fatto davvero eccezionale di lunedì è consistito nell'atteggiamento negazionista adottato dal sindaco che per 24 ore ha fatto vivere in tutti i cittadini e in particolare negli elettori del Partito democratico la desolante impressione che il suo modo di governare fosse arrivato al capolinea».

Per il centrodestra le dichiarazioni del sindaco sono, invece, grasso che cola: la prossima primavera si va al voto in Provincia, occasione ghiotta per assaltare un fortino che già alle Politiche di aprile non era più rosso. E l'anno dopo toccherà al Comune. Eppure, Cacciari è convinto di aver affrontato l'emergenza con «serietà». L'ha detto ieri, in un acceso incontro con i giornalisti, innescando una nuova polemica a distanza con Galan. «Temo che Galan cominci ad avere di me una stima spropositata», ha detto il sindaco ironizzando sulle dichiarazioni del governatore che lo aveva invitato a chiedere scusa alla città accusandolo di aver minimizzato l'alta marea. «Credo che Galan mi creda onnipotente, in grado di poter evitare le piogge alluvionali e le acque alte. Basta, parliamo di cose serie». Appunto, lo stato di calamità: visto che in città si stanno ancora contando i danni e il Comune, dopo una riunione di giunta straordinaria, ha annunciato un fondo che potrebbe arrivare a un milione di euro, perché non chiedere un aiuto a Roma? Risposta del sindaco: «Mi sembrava ridicolo andare a chiedere al Governo ulteriori finanziamenti laddove non ci arrivano neanche quelli promessi per l'alluvione di Mestre del 2007. Di fronte all'evento, il sottoscritto avrebbe potuto gridare all'Apocalisse e immediatamente attivarsi per chiedere al Governo e poi scaricare su di esso il fatto che non dà i soldi. La prossima volta il Governo sappia che farò come mi invita a fare Galan, cioè gli sparo contro perché non mi dà i soldi per le alluvioni e per le acque alte. Chi è l'amico del governo, in questo caso?». «Strumentalizzazioni politiche»: così Cacciari, senza risparmiare accuse ai giornalisti, definisce le ultime polemiche, aggiungendo che «quando giungono a questo livello di delirio devo dire che sono anche divertenti».

A stretto giro la replica di Giancarlo Galan che definisce il sindaco «il Cacciari furioso»: «Il sindaco di Venezia in occasione delle acque alte perde la testa, difetto che gli accade sempre più di frequente, se penso anche ai turisti aggrediti in piazza San Marco o a chi si ferisce attraversando il ponte di Calatrava». L'invito è alla calma: «Calma, signor sindaco. E prima di parlare di morti che non ci sono stati o di palazzi che non sono crollati, ci pensi cento volte. Venezia non è una sua proprietà privata: chieda scusa alla città, la smetta di insultare a destra e a manca e lavoriamo finalmente assieme per fronteggiare i danni assai gravi causati da quella che possiamo definire essere stata un'alluvione».

Alda Vanzan


 

                                                                          byRevi 05.12.2008