PUNTA SAN
GIULIANO. Le ditte
annunciano il ricorso al Tar contro il Comune
«Le ruspe non
abbatteranno i capannoni»
E
Costa apre al consorzio: liberi 350 metri di banchina del
canale Brentella
Si apre uno
spiraglio per il trasloco di alcune aziende fronte parco dopo
12 anni di attesa
MITIA CHIARIN
Contro le ordinanze di demolizione ci sarà un ricorso al
Tar. Lo annuncia il legale del consorzio delle aziende di
Punta San Giuliano minacciate dall’arrivo delle ruspe per
una serie di abusi edilizi contestati dal Comune. Ma si apre
anche uno spiraglio per un trasferimento, atteso da dodici
anni, delle aziende. Alcuni giorni fa i rappresentanti del
consorzio hanno incontrato il presidente dell’Autorità
Portuale Paolo Costa, che ha spiegato che ci sono 350 metri di
banchina libera sul canale Brentella a Marghera. E’ una piccola apertura, spiega il legale degli
operatori di San Giuliano, l’avvocato Pagnoscin.
Ma è importante, perché Paolo Costa ha spiegato agli
operatori che si sono 350 metri di banchina libera sul canale
Brentella.
Il suo predecessore, Giancarlo Zacchello non aveva mai parlato
di aree libere. Sulla navigazione del canale e sui costi di
una bonifica, Costa non si è pronunciato, ma quei 350 metri
liberi, spiega l’avvocato del consorzio, potrebbero
consentire di ragionare con l’amministrazione comunale
almeno per un parziale trasferimento di alcune delle imprese
di San Giuliano.
Sul canale Brentella,
potrebbero trasferirsi quelle ditte che lavorano inerti o
operano nel dragaggio. E all’interscambio del Tronchetto
potrebbero trasferirsi le ditte di trasporti, sempre che si
arrivi ad una intesa che apra le porte alle ditte mestrine.
Liberando parte di Punta San Giuliano. «Oggi c’è una
disponibilità che prima non c’era, ma al momento non
abbiamo nulla di più e le questioni di fondo, navigabilità
del canale e bonifiche, restano da risolvere», dice Pagnoscin.
La novità emerge quando i rapporti tra operatori di Punta San
Giuliano e Comune tornano bollenti. Perché ora ci sono di
mezzo le ordinanze di demolizione di una serie di strutture
abusive, di proprietà delle aziende. L’ordinanza di
demolizione è stata decretata in questi giorni e l’avvocato
Pagnoscin ieri ha specificato che ci sarà un ricorso al Tar
contro i provvedimenti che a suo dire non riguardano i
capannoni delle ditte, ma strutture marginali. Nel mirino
delle contestazioni degli operatori finisce anche la delibera
della giunta Cacciari che nei mesi scorsi ha stanziato 350
mila euro per sanare gli abusi edilizi nell’area delle
Remiere di Punta San Giuliano, con la realizzazione di nuove
strutture a norma che saranno abbattute quando verrà
realizzato il Polo nautico di San Giuliano, l’atteso
progetto previsto dal piano Guida dell’architetto Di Mambro.
«E’ evidente la disparità di trattamento», ha detto ieri
Pagnoscin, che sta visionando la delibera con l’intenzione
di rivolgersi a Procura e Corte dei Conti. «Per ora abbiamo
predisposto una diffida agli uffici comunali e nel frattempo
valutiamo il da farsi». La giunta Cacciari negli ultimi due
anni ha tentato di trovare una nuova collocazione alle imprese
di San Giuliano, finendo proprio con l’arenarsi nel canale
Brentella a Marghera. Lo spiraglio concesso da Costa è quindi
l’unica possibilità di risolvere una querelle che dura da
12 anni. Il piano guida di San Giuliano decreta il
trasferimento delle aziende fronte canale, perché
incompatibili con il parco. Nel 2005 l’ex commissario al
moto ondoso approva il progetto di riqualificazione per 18
nuovi capannoni progettati dall’architetto Mar, ma i lavori
non sono mai partiti.
MERCOLEDÌ,
24 DICEMBRE 2008 Pagina
24 - Cronaca
La
svolta in un procedimento iniziato addirittura dodici anni fa
Punta
San Giuliano, decisa la demolizione
Cessa
l’attività in una ventina di capannoni, probabile ricorso al Tar
MOSSA
DEL COMUNE Gli
abusi contestati dall’Urbanistica: i privati avevano 10 giorni di
tempo ma le osservazioni non sono state ritenute sufficienti
di Gianluca Codognato Per i capannoni che ospitano le attività produttive di Punta San
Giuliano è giunto il momento della demolizione. Il provvedimento, che
pende da mesi su una ventina di strutture collocate fra il canale e la
Punta stessa, è stato firmato a inizio settimana dai tecnici
dell’Edilizia privata. Sono attese proteste, contestazioni e un
possibile ricorso al Tar da parte dei privati che gestiscono da anni
quelle attività. Quindi, prima di vedere le ruspe in azione, passerà
tempo.
La firma sulle ordinanze di demolizione rappresenta comunque l’avvio
di un procedimento che a partire addirittura dal
1996 ha
visto confrontarsi e spesso scontrarsi Comune e privati. La mossa da parte dell’Urbanistica era nell’aria, anche
se più di qualcuno si attendeva che la firma sull’ordinanza
giungesse a inizio 2009. D’altra parte, l’azione avviata dagli
uffici tecnici nasce dopo i controlli effettuati mesi fa dalla polizia
municipale e dagli uffici comunali. L’indagine ha rilevato abusi che
sono stati contestati ai diretti interessati, i quali hanno avuto 10
giorni per presentare osservazioni. L’ordinanza di demolizione
decretata in questi giorni dimostra che le motivazioni presentate dai
privati per giustificare gli abusi non sono state ritenute
sufficienti. Solo tre attività sono escluse dal provvedimento, grazie
all’utilizzo del condono che le ha poste in una situazione di
legittimità rispetto agli spazi fronte-acqua. Sulla faccenda ora
pende il possibile ricorso al Tar da parte degli operatori che
gestiscono i capannoni e le strutture. «Ricorreremo al Tribunale
amministrativo - aveva assicurato qualche tempo fa l’avvocato
Pascoscin, legale del consorzio degli operatori di San Giuliano -
Stiamo preparando un’adeguata risposta all’azione comunale.
Comunque i capannoni delle aziende rimarranno al
loro posto
». La notizia dell’ordinanza di demolizione costringerà
l’avvocato di parte a stringere i tempi. Resta aperta la questione
del trasloco: dove andranno gli operatori «cacciati» da San
Giuliano? La giunta in questo periodo ha valutato una decina di
alternative, finendo con l’arenarsi nel canale Brentella a Marghera.
Alcuni dei provvedimenti avviati dell’Edilizia privata riguardano
anche strutture edificate in punta San Giuliano dalle remiere del
futuro polo nautico.
La vicenda inizia nel 1996, con l’approvazione del piano guida
dell’architetto Di Mambro. Il piano decreta il trasferimento delle
aziende che si trovano di fronte al canale perché incompatibili con
il parco. Nel 1997 viene adottata la delibera di interscambio in
gronda lagunare che indica la necessità di trovare nuove compatibilità
fra il parco e le attività di trasporto di San Giuliano. E, nello
stesso anno, viene approvato un ordine del giorno con cui il consiglio
si impegna a individuare una soluzione definitiva. Fino a ora,
l’area per il trasloco non si è trovata. Nel 2003 le venti ditte
cercano di entrare nella piattaforma logistica studiata da Trans Care
per il Tronchetto ma restano fuori dalla società mista. Nel 2005 il
progetto di riqualificazione dell’area di
S. Giuliano
prospetta la realizzazione di 18 nuovi capannoni.