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  SABATO, 27 DICEMBRE 2008  Pagina 24 - Cronaca


PUNTA SAN GIULIANO. Le ditte annunciano il ricorso al Tar contro il Comune
«Le ruspe non abbatteranno i capannoni»
E Costa apre al consorzio: liberi 350 metri di banchina del canale Brentella
Si apre uno spiraglio per il trasloco di alcune aziende fronte parco dopo 12 anni di attesa
MITIA CHIARIN


Contro le ordinanze di demolizione ci sarà un ricorso al Tar. Lo annuncia il legale del consorzio delle aziende di Punta San Giuliano minacciate dall’arrivo delle ruspe per una serie di abusi edilizi contestati dal Comune. Ma si apre anche uno spiraglio per un trasferimento, atteso da dodici anni, delle aziende. Alcuni giorni fa i rappresentanti del consorzio hanno incontrato il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa, che ha spiegato che ci sono 350 metri di banchina libera sul canale Brentella a Marghera.
 E’ una piccola apertura, spiega il legale degli operatori di San Giuliano, l’avvocato Pagnoscin. 
Ma è importante, perché Paolo Costa ha spiegato agli operatori che si sono 350 metri di banchina libera sul canale Brentella. 
Il suo predecessore, Giancarlo Zacchello non aveva mai parlato di aree libere. Sulla navigazione del canale e sui costi di una bonifica, Costa non si è pronunciato, ma quei 350 metri liberi, spiega l’avvocato del consorzio, potrebbero consentire di ragionare con l’amministrazione comunale almeno per un parziale trasferimento di alcune delle imprese di San Giuliano. 

Sul canale Brentella, potrebbero trasferirsi quelle ditte che lavorano inerti o operano nel dragaggio. E all’interscambio del Tronchetto potrebbero trasferirsi le ditte di trasporti, sempre che si arrivi ad una intesa che apra le porte alle ditte mestrine. Liberando parte di Punta San Giuliano. «Oggi c’è una disponibilità che prima non c’era, ma al momento non abbiamo nulla di più e le questioni di fondo, navigabilità del canale e bonifiche, restano da risolvere», dice Pagnoscin. La novità emerge quando i rapporti tra operatori di Punta San Giuliano e Comune tornano bollenti. Perché ora ci sono di mezzo le ordinanze di demolizione di una serie di strutture abusive, di proprietà delle aziende. L’ordinanza di demolizione è stata decretata in questi giorni e l’avvocato Pagnoscin ieri ha specificato che ci sarà un ricorso al Tar contro i provvedimenti che a suo dire non riguardano i capannoni delle ditte, ma strutture marginali. Nel mirino delle contestazioni degli operatori finisce anche la delibera della giunta Cacciari che nei mesi scorsi ha stanziato 350 mila euro per sanare gli abusi edilizi nell’area delle Remiere di Punta San Giuliano, con la realizzazione di nuove strutture a norma che saranno abbattute quando verrà realizzato il Polo nautico di San Giuliano, l’atteso progetto previsto dal piano Guida dell’architetto Di Mambro. «E’ evidente la disparità di trattamento», ha detto ieri Pagnoscin, che sta visionando la delibera con l’intenzione di rivolgersi a Procura e Corte dei Conti. «Per ora abbiamo predisposto una diffida agli uffici comunali e nel frattempo valutiamo il da farsi». La giunta Cacciari negli ultimi due anni ha tentato di trovare una nuova collocazione alle imprese di San Giuliano, finendo proprio con l’arenarsi nel canale Brentella a Marghera. Lo spiraglio concesso da Costa è quindi l’unica possibilità di risolvere una querelle che dura da 12 anni. Il piano guida di San Giuliano decreta il trasferimento delle aziende fronte canale, perché incompatibili con il parco. Nel 2005 l’ex commissario al moto ondoso approva il progetto di riqualificazione per 18 nuovi capannoni progettati dall’architetto Mar, ma i lavori non sono mai partiti.

 

   

  

 

 

  MERCOLEDÌ, 24 DICEMBRE 2008  Pagina 24 - Cronaca


La svolta in un procedimento iniziato addirittura dodici anni fa

Punta San Giuliano, decisa la demolizione

Cessa l’attività in una ventina di capannoni, probabile ricorso al Tar

MOSSA DEL COMUNE Gli abusi contestati dall’Urbanistica: i privati avevano 10 giorni di tempo ma le osservazioni non sono state ritenute sufficienti



di Gianluca Codognato
Per i capannoni che ospitano le attività produttive di Punta San Giuliano è giunto il momento della demolizione. Il provvedimento, che pende da mesi su una ventina di strutture collocate fra il canale e la Punta stessa, è stato firmato a inizio settimana dai tecnici dell’Edilizia privata. Sono attese proteste, contestazioni e un possibile ricorso al Tar da parte dei privati che gestiscono da anni quelle attività. Quindi, prima di vedere le ruspe in azione, passerà tempo. 
La firma sulle ordinanze di demolizione rappresenta comunque l’avvio di un procedimento che a partire addirittura dal 1996 ha visto confrontarsi e spesso scontrarsi Comune e privati.
 La mossa da parte dell’Urbanistica era nell’aria, anche se più di qualcuno si attendeva che la firma sull’ordinanza giungesse a inizio 2009. D’altra parte, l’azione avviata dagli uffici tecnici nasce dopo i controlli effettuati mesi fa dalla polizia municipale e dagli uffici comunali. L’indagine ha rilevato abusi che sono stati contestati ai diretti interessati, i quali hanno avuto 10 giorni per presentare osservazioni. L’ordinanza di demolizione decretata in questi giorni dimostra che le motivazioni presentate dai privati per giustificare gli abusi non sono state ritenute sufficienti. Solo tre attività sono escluse dal provvedimento, grazie all’utilizzo del condono che le ha poste in una situazione di legittimità rispetto agli spazi fronte-acqua. Sulla faccenda ora pende il possibile ricorso al Tar da parte degli operatori che gestiscono i capannoni e le strutture. «Ricorreremo al Tribunale amministrativo - aveva assicurato qualche tempo fa l’avvocato Pascoscin, legale del consorzio degli operatori di San Giuliano - Stiamo preparando un’adeguata risposta all’azione comunale. Comunque i capannoni delle aziende rimarranno al loro posto ». La notizia dell’ordinanza di demolizione costringerà l’avvocato di parte a stringere i tempi. Resta aperta la questione del trasloco: dove andranno gli operatori «cacciati» da San Giuliano? La giunta in questo periodo ha valutato una decina di alternative, finendo con l’arenarsi nel canale Brentella a Marghera. Alcuni dei provvedimenti avviati dell’Edilizia privata riguardano anche strutture edificate in punta San Giuliano dalle remiere del futuro polo nautico.
 La vicenda inizia nel 1996, con l’approvazione del piano guida dell’architetto Di Mambro. Il piano decreta il trasferimento delle aziende che si trovano di fronte al canale perché incompatibili con il parco. Nel 1997 viene adottata la delibera di interscambio in gronda lagunare che indica la necessità di trovare nuove compatibilità fra il parco e le attività di trasporto di San Giuliano. E, nello stesso anno, viene approvato un ordine del giorno con cui il consiglio si impegna a individuare una soluzione definitiva. Fino a ora, l’area per il trasloco non si è trovata. Nel 2003 le venti ditte cercano di entrare nella piattaforma logistica studiata da Trans Care per il Tronchetto ma restano fuori dalla società mista. Nel 2005 il progetto di riqualificazione dell’area di S. Giuliano prospetta la realizzazione di 18 nuovi capannoni.

 

 

 

 


                                                                          byRevi 23.12.2008