Contro
gli scempi ambientali della destra e della sinistra.
È un’ira bipartisan quella che associazioni ambientaliste e
comitati di cittadini hanno espresso ieri nell’incontro
pubblico sul tema della tutela ambientale e della difesa del
territorio.
Al bersaglio grosso, quel Piano territoriale provinciale che «accetta
due devastanti e inutili interventi di Veneto city e Tessera
city», si aggiunge quel Piano casa del Governo Berlusconi che
«deregolamentando la materia urbanistica la pone in pratica al
di fuori da ogni controllo».
Accanto a questi temi, durante la mattinata, organizzata
nell’auditorium della Provincia di Venezia a Mestre per
iniziativa dei Cantieri Sociali, associazioni, comitati e
cittadini hanno presentato ognuno le proprie esperienze di
battaglie e proposte. A seguire i contributi di numerosi
studiosi e personaggi pubblici attivi da anni sulle questioni
legate all’ambiente.
Su tutti quello dell’urbanista Edoardo Salzano, già
presidente del corso di laurea in urbanistica dell’Iuav, che
presentando l’incontro come il coronamento di un lavoro
coordinato di numerosi soggetti, gli stessi che hanno
sottoscritto le osservazioni al PTCP provinciale, ha auspicato
la prosecuzione dell’impegno puntando, sul piano
"politico", a far modificare le proposte del Piano
provinciale e, sul versante della cittadinanza, ma non solo, a
«far crescere la consapevolezza dei rischi che corriamo con le
scelte sbagliate».
Secondo Salzano «le trasformazioni del territorio avvengono
fuori da qualsiasi meccanismo di corretta pianificazione, il
PTCP stesso si limita ad avvallare trasformazioni già decise
dai poteri economici forti, come per Veneto city, Marco Polo
city e la Città della Moda sul Brenta».
Quindi la
questione del berlusconiano Piano casa, che «facendo leva su
piccole valorizzazioni degli immobili porterà a peggiorare la
situazione ambientale delle nostre città. Altrove, in Europa
– ha sostenuto Salzano –, la pianificazione punta a
equilibrare l’ambiente a favore dei cittadini, in Italia
l’unica molla è la rendita fondiaria. Per fortuna la gente si
accorge – chiude, citando Giorgio Bocca – che la
deregulation non ha vie di scampo, i danni che produce sono
irreversibili». Tolta la Denuncia di Inizio attività, spiega
infatti un successivo intervento, i dirigenti comunali saranno
di fatto impotenti di fronte a una dichiarazione di conformità
firmata da un professionista che solo una denuncia specifica può
portare a mettere in discussione, ovviamente con i tempi di una
magistratura intasata che già conosciamo. In questo panorama,
«di fronte al debole contrasto dell’opposizione – messo in
luce dallo stesso Salzano – le uniche azioni sono quelle della
società», deboli però perché prive di peso. Per questo
l’invito al professor Alberto Asor Rosa, che presentando la
rete di comitati e associazioni nata tra Toscana, Lombardia,
Emilia Romagna e Lazio di cui «quasi casualmente mi sono
trovato alla guida», si è detto disponibile a promuovere un
coordinamento regionale anche in Veneto sottolineando
l’esigenze di «passare dal problema locale, germinativo dei
comitati, all’interesse generale di tutti, tornando ad
approfondire il nesso storico tra lavoro, ambiente ed economia».
Daniele Duso
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