Da "El Felze" riceviamo e
volentieri pubblichiamo
Venezia
12 Maggio 2009
Veniamo
a sapere che le barche storiche recuperate dall’Associazione Arzanà
(Associazione per lo studio e la conservazione delle imbarcazioni
lagunari) a beneficio della memoria storica di noi tutti giacciono
ora allo scoperto in un terreno comunale. La loro sorte sembra
essere segnata ed il lavoro decennale di questi volontari per la
cultura rischia di andar perso assieme ad un capitale storico
indispensabile ed insostituibile.
L’Associazione
El Felze non può che deprecare l’increscioso incidente.
Arzanà
è già riuscita autonomamente, con innumerevoli sforzi, a
realizzare nella propria sede un vero Museo di etnografia lagunare
con gli oggetti della vita e del lavoro di pescatori, carpentieri e
barcaioli. Ma la conservazione delle imbarcazioni richiede
attenzioni e spazi diversi. Soprattutto è quanto mai necessario che
le Amministrazioni locali si assumano immediatamente l’impegno di
istituire un Museo di Storia, Antropologia ed Etnografia che sia
adeguato alla Storia di Venezia e dalla “cultura dell’acqua”
che rischia di restare solo un pallido ricordo.
Dai
suoi primordi, Arzanà ha ricevuto numerosissime promesse di varie
collocazioni e ancor di più le proclamazioni di condivisione
dell’impegno portato avanti dall’associazione; ma i passi
concreti sono stati pochi ed evidentemente inconcludenti.
El
Felze proclama il suo disappunto per la sensazione di oblio che
circonda le tematiche connesse alla cantieristica tradizionale.
El
Felze auspica che l’increscioso incidente di questi giorni diventi
occasione per trovare la definitiva collocazione per le barche e per
un prossimo, atteso, museo.
El
Felze condivide la scelta di Arzanà di adire alle vie legali e si
riserva di costituirsi, anch’essa, parte lesa nel caso non si
riesca a trovare un accordo preliminare.
Il
direttivo de El felze:
Saverio
Pastor, Giuliana Longo, Lorenzo Della Toffola, Ermanno Ervas e
Roberto Tramontin.
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IL GAZZETTINO 12 Maggio 2009
ARZANÀ
ALL’ATTACCO
Bufera sullo
spostamento delle barche storiche
Martedì 12
Maggio 2009,
I loro cimeli
sono stati trasferiti in un terreno scoperto al Lido, senza alcun
preavviso né comunicazione.
Si tratta di una ventina di barche dell'Associazione Arzanà, che per
statuto ha l'obiettivo di promuovere lo studio, il restauro e la
conservazione delle imbarcazioni tradizionali veneziane.
L'associazione di barche ne possiede una cinquantina, anche risalenti
a fine Ottocento, molte delle quali "pezzi unici" nel loro
genere, fra cui le ultime "barche da lavoro" che fino a
trent'anni fa erano d'uso comune in laguna: una ventina di queste,
fino a pochi giorni fa, trovava ricovero da qualche anno all'interno
della Scuola Grande della Misericordia (prima ancora ai Magazzini del
sale), altre sono mantenute galleggianti, altre ancora negli spazi
dell'Arsenale.
Ma dall'oggi al domani, dice il conservatore della collezione museale
Giovanni Caniato, le barche sono state spostate senza autorizzazione
in un terreno scoperto, vicino alla società remiera di Ca'
Bianca.
E allora l'associazione ha deciso di adire a vie legali per tutelare
le imbarcazioni, anche se l'assessore ai Lavori pubblici, Mara Rumiz,
respinge al mittente ogni accusa.
«La soluzione - dice - era concordata». Ma intanto il presidente del
consiglio Renato Boraso annuncia che stamattina depositerà una
mozione al sindaco per chiedere chiarimenti. «Prima fanno i cori con
i pianti in Canal Grande - accusa - e poi buttano le barche storiche
in un campo. E' inaccettabile».
E il presidente
dell'associazione Giorgio Suppiej si dice indignato. «Quarant'anni di
lavoro buttati via - afferma - in 15- 20 giorni le barche andranno
perse, sono state buttate lì senza alcuna sensibilità e sono gli
ultimi pezzi di storia di un popolo che ha vissuto sull'acqua».
Da mesi Arzanà era in contatto con l'amministrazione per trovare un
ricovero alternativo alle imbarcazioni, visto che la Scuola doveva
essere sgomberata per dare il via ai lavori di restauro da parte della
cordata San Paolo Gestioni con il Consorzio Aedars di Roma e l'Umana.
«Nei colloqui abbiamo sempre chiesto che quando si sarebbe deciso ci
fossimo anche noi in caso di trasferimento, per evitare danneggiamenti
- spiega Caniato - invece senza alcun preavviso la ditta Smv ha
rimosso i reperti, che ora si trovano al Lido, in un luogo scoperto,
con un nylon sopra che favorisce il degrado». Secca la replica
dell'assessore. «Le barche sono state trasportate con tutte le
attenzioni e in accordo con Arzanà - ribatte - il nostro dirigente ha
firmato un verbale nel quale mi comunica che tutte le imbarcazioni
sono state ricoperte con un telo di nylon e sotto è stato messo uno
strato di tessuto per proteggerle dal sole. Un incaricato
dell'associazione ha visionato il luogo e si è detto soddisfatto».
Manuela Lamberti
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