GIOVEDÌ,
06 AGOSTO 2009
Pagina 13 -
Cronaca
Moto
ondoso, è emergenza
Centinaia
di segnalazioni al numero verde dei Vas
Scafi
pericolosi e forte velocità. Fanno onde anomale anche i nuovi mezzi foranei dell’Actv.
I controlli non ci sono
di
Alberto Vitucci
Emergenza moto ondoso. «In laguna la situazione è
drammatica», denuncia l’associazione Vas (Verdi,
Ambiente e società
), che ha istituito una centrale operativa in collaborazione con la
Capitaneria di Porto. Centinaia le telefonate arrivate al numero
verde, decine le denunce con foto degli abusi e delle violazioni delle
leggi nautiche.
Una testimonianza concreta sul «
Fa
r West» che è ormai diventata la laguna. «Un traffico sempre più
caotico e pericoloso», dice Dario Vianello, «dove i mezzi più
grandi rischiano ogni giorno di far affondare i natanti di piccole
dimensioni, e il moto ondoso contribuisce alla distruzione della
laguna».
Dopo gli allarmi lanciati qualche anno fa, le manifestazioni e
addirittura la nomina di un commissario straordinario, la situazione
è peggiorata: la vigilanza è oggi quasi inesistente, i barconi si
sono moltiplicati, con scafi che producono onde pericolose per
la navigazione.
I
punti neri
Il rapporto di Vas segnala come zone ad alto rischio
per il moto ondoso il canale della Giudecca, m
a a
nche il bacino
San Marco e il
tratto tra
Lido e Sant
’Elena, tra la
Certosa e l
’Arsenale, nei canakli per
Murano e Burano.
M
a a
nche - soprattutto il fine settimana - in laguna nord nel canale
Silone con mezzi di grandi dimensioni che vengono da Portegrandi.
Navigazione a rischio anche in canale di San Secondo
e in canale
di San Giacomo. Non ci sono controlli e nessuno rispetta i limiti.
I rii
Numerose le segnalazioni da rio dei Greci, e poi in rio di Santi
Apostoli, Santa Giustina, rio di Noale per il passaggio di taxi
a forte
velocità e barconi in ferro sempre più grandi.
La spiaggia
Altre
segnalazioni goà inviate alle autorità competenti documentano di
natanti a motore vicinissimi alla spiaggia degli Alberoni (oasi Wwf) e
a Pellestrina
, di gommoni che transitano per i canali lagunari ben al di sopra dei
limiti di velocità, producendo onde pericolose.
Gli hotel
Tutti
i grandi hotel della lagun
a a
desso possono contare su una flotta di motoscafi Gran Turismo
riservati ai loro clienti. Una segnalazione riguarda i motoscafi del
San Clemente Palace - fotografati mentre corrono lungo il canale della
Grazia. Poi ci sono i motoscafi dell’Hilton Stucky, della Ciga,
degli hotel Boscolo, delle vetrerie e degli hotel minori. Una flott
a a
umentata eneormemente negli ultimi anni.
Barconi
Onde di dimensioni pericolose sono prodotte anche dai Gran Turismo e
dai barconi che fanno la spola ogni giorno da
Chioggia e Punta
Sabbioni fino a San Marco. Fuori controllo anche alcune barche di
Alilaguna
e di Venice by
boat, delle cooperative
Serenissima e Danieli.
Actv
Non rispettano le regle sul moto ondoso nemmeno i nuovi scafi dell’Actv.
La serie di sei motobattelli foranei entrata in servizio quest’anno
non si dimostra molto adatt
a a
i fondali lagunari. Il motobattello foraneo con cabina (i piloti lo
chiamano la caffettiera) ha i pesi spostati molto in avanti. A velocità
media diventa molto pericoloso. Anche ieri alcune barchette hanno
rischiato di rovesciarsi al suo passaggio e i passeggeri di un
vaporetto Actv dal Lido
a San Marco
sono stati investiti dalle sue onde. «Oltretutto», denunciano i
piloti, «non bast
a a
trasportare i turisti da Punta
Sabbioni e ha
solo due persone di equipaggio. Perché non rimettono in servizio la
motonave?»
I controlli
«Nessuno fa più nulla, la laguna viene distrutta e andare in barca
è sempre più pericoloso», denunciano i Vas, «questa è la vera
emergenza».
|
L’OPINIONE
I veneziani
sono "piagnoni"?
Ma chi ci h
a g
overnato dal 1993?
Serve una nuova classe dirigente
di
Paolo Lanapoppi
*
Giovedì 27 Agosto 2009,
Sembra incredibile. Mentre il numero dei residenti continu
a a
calare e la città si intasa di affittacamere, di paccottiglia nelle
vetrine, di lancioni, di turisti pendolari, il sindaco dichiara che
occorre liberarsi dalla monocultura turistica.
Dichiar
a a
ddirittura che
i veneziani
devono smettere di piangersi addosso.
Ma chi h
a g
overnato la città dal 1993 al 2000? Cacciari.
E dal 2000 al 2005?
Paolo Costa
, eletto con il supporto di Cacciari.
E dal 2005 ad oggi?
Ancora Cacciari, naturalmente.
M
a a
llora, chi doveva combattere contro la monocultura turistica? Le
opposizioni? O gli anziani dalle loro case di riposo?
O noi membri delle mille organizzazioni che ogni giorno lottiamo per
avere un po’ di spazio sui giornali, per denunciare una situazione
insostenibile, che ci troviamo in mille convegni e tavole rotonde
snobbate dagli amministratori?
Al danno adesso si aggiunge la beffa:
veniamo accusati di piangerci addosso.
Invece contro la monocultura turistica combatte Cacciari, che
inaugura nuovi musei come se fossero per i 60.000 residenti, che
inaugura nuove stazioni marittime come se fossero pe
r g
li asili nido dei veneziani, che organizza un molo nuovo di zecca per i lancioni
gran turismo in riva dei Sette Martiri, che ignora e lascia languire
una zona dal potenziale immenso come il fronte lagunare di Marghera, che
non è riuscito in tanti anni a creare un singolo grande polo di ricerca
o di lavoro, che v
a a
lla Biennale e alla mostra del Cinem
a a
fare “cultura”, che svende le facciate dei palazzi in restauro per
la pubblicità.
Si vede la volontà di uscire dalla
monocultura turistica, si vede benissimo. Bast
a g
uardare le azioni dell
a g
iunta Cacciari.
E poi, nel giorno stesso, il vicesindaco
Michele Vianello se ne esce con un’incredibile battuta: per fa
r c
essare il moto ondoso in laguna occorre un’autorità unitaria. Che
abbia il coraggio di dire questo dopo cinque anni di commissariamento
del sindaco Costa sarebbe strabiliante se non fosse offensivo per
l’intelligenza di chi ascolta. Invece è un’altra la cosa che
occorre: occorre gente al potere con la capacità e la volontà di
creare i cambiamenti. Venezia, lo hanno detto in pubblico e
all’unanimità personaggi come
Riccardo Calimani
, Francesco Giavazzi, Gherardo Ortalli, non è stata capace di produrre
una classe dirigente degna della sua storia e del suo potenziale.
È stata, al massimo, un trampolino di
lancio pe
r c
hi cercava notorietà nazionale; intanto si sgretolava sotto il
risucchio delle eliche e si trasformava sotto la pressione di venti
milioni di voraci cavallette ogni anno. Per il futuro, si parl
a g
ià di quaranta milioni tr
a a
ltri vent’anni. Stiamo già approntandogli alberghi in una futura
Tessera City e la metropolitana sublagunare per facilitare l’arrivo.
Bel modo di uscire dalla monocultura turistica.
*Presidente emerito di Pax in Aqua
|