ORDINANZE
DI DEMOLIZIONE Gli operatori e il loro legale
sostengono che solo parti dei capannoni sono da abbattere
Le ditte
di San Giuliano
«Noi restiamo qui»
Lunedì
26 Ottobre 2009, |
Immobili,
come i Pili del ponte della Libertà: «Noi restiamo, di
qui non ci muoviamo di sicuro, almeno non per il momento».
I rappresentanti del Consorzio di imprese che operano da
oltre mezzo secolo in punta a San Giuliano rispondono così
alle ordinanze di demolizione che sono in arrivo.
«I provvedimenti comunali,
attesi ma non certo agognati, non incideranno
sull’assetto urbanistico di San Giuliano, nemmeno se
saranno ritenuti legittimi dal Tar Veneto cui ci
rivolgeremo» ha aggiunto l’avvocato Alberto Pagnoscin,
che segue gli imprenditori.
L'assessore
all’Urbanistica, Gianfranco Vecchiato, si dice
preoccupato perché non avete ancora inviato alcun
progetto per lo spostamento delle attività, pensa che
state prendendo la cosa sotto gamba.
«Non siamo mai stati così
seri - risponde l’avvocato -: le ordinanze, oltre alle
società sportive, hanno colpito solo 12 aziende, le altre
possono continuare ad operare. Ma anche quelle colpite, lo
sono in minima parte perché si tratta di porzioni
accessorie delle strutture. Infine, ripeto, ci rivolgeremo
al Tar, mentre ricordo che la Procura di Venezia in alcuni
casi ha archiviato, negli altri il Giudice si è già
pronunciato non condannando gli imputati; resta solo un
procedimento aperto e gli operatori ne attende fiduciosi
l’esito».
Queste ordinanze di
demolizione secondo voi sarebbero una bolla di sapone,
insomma.
«Non sono mai graditi
provvedimenti del genere, anche se non ci faranno
chiudere. È che da sempre abbiamo preso le cose come
vanno prese, in ogni caso siamo sempre stati disponibili a
spostarci».
La soluzione è quella
dell’altra sponda del canal Salso, nell’isola delle
Statue. Perché non avete ancora presentato un solo
progetto?
«I passi di nostra
competenza li abbiamo fatti, e il Comune un mese fa ha
chiesto al Demanio di vendergli l’area. Ma la sua
destinazione è la stessa del Parco, quindi nemmeno lì
possiamo spostarci - spiegano gli operatori -. Il Comune
deve, quindi, individuare la procedura più adatta per
permettere lo spostamento. Ci risulta che l’assessorato
all’Urbanistica stia facendo proprio questo. Per il
resto abbiamo parlato con tutte le amministrazioni e gli
uffici competenti, e abbiamo avviato colloqui pure con le
associazioni e i partiti per evitare che ci sia un’altra
levata di scudi che impedisce la realizzazione di
qualsiasi progetto».
Elisio
Trevisan
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