La
gronda lagunare all'altezza di Campalto. Il Capannone dei F.lli Marchi
occlude la vista allo straordinario paesaggio su laguna e Venezia che
sarebbe visibile dal "Ghebo Morosini", la darsena di
Campalto. E' indubbio come quell'attività, di tipo industriale,
comprometta la godibilità del luogo e la potenzialità turistica -
quindi anche economica - dell'intera comunità Campaltina.
byRevi
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I
Marchi perdono la causa col Comune |
Passo
Campalto torna alla città. Scaramuzza: «Vinta
una battaglia storica» |
Vittoria su tutto il fronte. E i fratelli Marchi
costretti a far bagagli.
Nei giorni scorsi sono stati depositati i motivi
della sentenza con la quale la Corte di Cassazione
boccia il ricorso Marchi.
A questo punto non ci sono dubbi: il contratto dei
Marchi con il Comune è scaduto il 30 giugno 1992.
Cioè 14 anni fa.
E più o meno è da allora che va avanti questo
braccio di ferro giudiziario che i Marchi hanno
perduto su tutto il fronte.
Adesso devono - non ci sono altri gradi di
giudizio - lasciar libero nel più breve tempo
possibile l'area di Passo Campalto. Appena arriverà
loro la lettera del Comune di Venezia. Che, per
ora, non è ancora partita perchè nessuno vuol
far guerra ai Marchi - sono rimasti solo due
fratelli dei quattro iniziali e ognuno di loro
gestisce una azienda all'interno della stessa
area.
Ma è sufficiente per far dire al presidente della
Municipalità, Gabriele Scaramuzza, che questa
sentenza della Cassazione dà una grande forza al
Comune che ha vinto una battaglia che era di
principio, prima di tutto, per liberare l'affaccio
di Campalto alla laguna.
Se ne parla da sempre, adesso è possibile - dice
Scaramuzza. Il quale aggiunge: "Possiamo
finalmente stabilire dei tempi e cominciare a
ragionare con i cittadini sul futuro di quest'area
strategica per Campalto.
I Marchi - sia il cantiere che la ditta che arreda
le barche - avranno tutto il tempo necessario per
spostarsi perchè si tratta di attività
economiche che vanno salvaguardate, ma è chiaro
che deve partire il conto alla rovescia per la
liberazione di Passo Campalto.
"Pensare che questa storia dell'occupazione
di un'area di 6 mila 500 metri a Passo Campalto
comincia nel 1980. Per 3 milioni 200 mila lire
l'anno - che diviso 6.500 metri quadri fa 500 lire
a metro quadro, neanche l'affitto di un pezzo di
terra su una discarica di rifiuti tossici - i
fratelli Marchi occupano tutta la punta.
Dove iniziano non solo a costruire e arredare
barche, ma anche a fare un lavoro di rimessaggio
delle barche. Il contratto vale per 6+6 e, dunque,
va a scadere il 30 giugno 1992.
Ma il Comune nel 1986 aveva già mandato lo
sfratto ai fratelli Marchi ed aveva anche ordinato
la demolizione di un capannone.
Solo che, secondo i legali dei Marchi, la scadenza
giusta non era quella, ma il 1992. E la Cassazione
ha dato ragione ai Marchi: il Comune aveva
sbagliato il conteggio.
A parte questo, su tutto il resto i Marchi hanno
torto e, dunque, devono andarsene. La Cassazione,
pur rilevando che il Comune non ne ha imbroccata
una con le carte - oltre all'errore di conteggio
sulla data della fine del contratto, c'è anche un
errore sui metri quadri da liberare, il Comune
scrive 600 e sono 6 mila - dice chiaramente che i
Marchi non hanno alcun diritto di restare lì.
Contratto scaduto. Scadutissimo.
Contratto che, abbiamo detto, inizia il primo
luglio 1980 come "convenzione per la
concessione in uso di un terreno di proprietà
comunale". Dunque non un vero e proprio
affitto, ma una concessione temporanea, secondo il
Comune.
Una "temporaneità" che si prolunga per
26 anni. Adesso però la soluzione dovrebbe essere
vicina.
L'assessore all'Urbanistica, Gianfranco Vecchiato,
ha individuato un terreno a Porto Marghera che
risponde alle caratteristiche richieste dai Marchi
- sia per la costruzione delle barche che per
l'arredamento delle stesse.
Adesso si sta vedendo di trovare un accordo vero e
proprio e consentire dunque ai Marchi di potersi
trasferire in tempi brevi. Che non saranno
brevissimi visto che si tratta di costruire un
paio di capannoni ex novo in zona Marghera.
Ma la decisione è stata presa, dal Comune e dai
Marchi. E Campalto può iniziare a discutere sul
futuro del suo affaccio alla laguna. Teniamo
presente che, nelle intenzioni del Comune, il
parco di San Giuliano dovrebbe arrivare almeno
fino a Passo Campalto.
E Scaramuzza mette in conto di riuscire a fare un
percorso ciclabile sulle rive della laguna che
possa congiungere Campalto al parco di San
Giuliano.
Sarebbe una passeggiata strepitosa, tutto lungo
riva che si trova di fronte a Venezia, capace di
ridare a Mestre una vera e propria
"faccia" sull'acqua, restituendole
quella caratteristica anfibia che nel corso degli
anni i mestrini hanno difeso a tutti i
costi.
Basta ricordare che a Campalto c'è una miriade di
barche e barchette in acqua, pronte ogni sabato e
domenica ad uscire in laguna.
Scaramuzza vorrebbe specializzare il Passo come
punto di incontro delle barche non a motore, dai
kayak alle barchette a remi, dando così uno
sbocco all'acqua simile a quello offerto da San
Giuliano.
Maurizio
Dianese
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