Finalmente
ci siamo. Alinghi e BMW Oracle Racing si contendono la 33esima
America's Cup sul campo di regata di Valencia, in Spagna. Lo fanno in
maniera del tutto anomala e impensabile fino a soli due anni e mezzo
fa (l'estate del 2007, quando si concluse la 32esima Coppa America con
la vittoria di Alinghi su Emirates Team New Zealand): il defender
svizzero (Alinghi) e il challenger, lo sfidante statunitense (BMW
Oracle Racing), si sfideranno infatti con due giganteschi multiscafi
(lunghi 27 metri) che sono di quanto più evoluto e tecnologico si
possa ammirare oggi nel panorama della vela.
Certo,
quanti si sintonizzassero in questo momento e si trovassero davanti a
una scena come quella di queste pagine, si chiederebbero: "Ma che
diavolo sta succedendo, come si è arrivati a questo punto?".
La 33esima folle sfida di Coppa America (ma, attenzione, proprio perché
folle, assolutamente affascinante e imperdibile) è frutto di 30 mesi
di litigi, ripicche, vendette personali, ma, soprattutto, di cause in
tribunale tra i due team presieduti dai ricconi Ernesto Bertarelli (patron
di Alinghi) e Larry Ellison (BMW-Oracle Racing).
Tutto è iniziato quando, proprio nel luglio del 2007, subito dopo
avere difeso con successo la 32esima Coppa America, Alinghi ha
presentato ai potenziali sfidanti dell'edizione successiva un
Protocollo (il "regolamento" scritto ad hoc a ogni nuova
edizione dell'America's Cup), firmato in accordo con un anonimo
circolo spagnolo senza storia (la Coppa America è formalmente una
sfida tra yacht club, rappresentati nell'epoca moderna da team
finanziati da sponsor), che doveva ricoprire il ruolo di Challenger of
Record, come impone il Deed of Gift (l'Atto di Donazione della Coppa
America, in pratica la "costituzione" della regata, scritto
nel 1857). Il Challenger of Record ha un compito molto importante in
un'edizione di Coppa America: acquisisce il diritto di ricoprire
questo ruolo il primo club che lancia la sfida al defender che poi,
con esso, scrive appunto il Protocollo che tutti i successivi sfidanti
non possono far altro che accettare. Il Challenger of Record decide
tutte le nuove regole insieme al defender: creandone uno fantasma,
quello spagnolo, Alinghi aveva trovato il modo di scrivere un
Protocollo da solo, senza rendere conto a nessuno. Al ruolo di
Challenger of Record, invece, aspirava BMW Oracle Racing, che scottato
dalla bruciante eliminazione nella semifinale di selezione degli
sfidanti (per mano di Luna Rossa), voleva affrontare la campagna per
la 33esima Coppa America con il vantaggio di imporre le proprie regole
al defender. Invece, evitare di mettersi al tavolo con Larry Ellison,
o con un qualsiasi altro piantagrane che avrebbe cercato di ostacolare
la sua visione di una nuova Coppa America, era proprio il motivo
principale per cui Bertarelli aveva creato un Challenger of Record
fantasma, in modo da poter fare così di testa propria.
Non accettando tale esclusione, Larry Ellison ha portato di fronte al
tribunale di New York (dove è depositato l'Atto di Donazione) Ernesto
Bertarelli, con l'intento di delegittimare il circolo velico spagnolo,
primo passo per accaparrarsi il ruolo di Challenger of Record.
Contemporaneamente, infatti, BMW Oracle Racing ha lanciato ad Alinghi
una propria sfida (con un trimarano di 90 piedi) attraverso una
clausola del Deed of Gift, che permette al primo degli sfidanti di
escludere altri potenziali team dalla competizione e di scegliere con
che barca regatare. Questa sfida, lanciata attraverso l'Atto di
Donazione, è divenuta concreta nel momento in cui il tribunale di New
York ha sentenziato che il ruolo del circolo spagnolo era
effettivamente illegittimo. Così, la sfida di BMW Oracle Racing, che
inizialmente doveva essere solo una provocazione (nel tradizionale
mondo della Coppa America, un multiscafo, un catamarano per la
precisione, era apparaso tra lo sdegno dei molti solo una volta, nel
1988, quando Dennis Conner si era visto costretto ad accettare una
sfida lanciatagli dai neozelandesi con un enorme monoscafo di 90
piedi), è divenuta effettiva. Una volta acquisita la tanto desiderata
poltrona di Challenger of Record, Larry Ellison ha cercato di fare un
passo indietro, ovvero di proporre ad Alinghi di sedersi a un tavolo
per scrivere il Protocollo per una Coppa America sul modello delle
precedenti, ovvero con una selezione degli sfidanti e, soprattutto,
con barche convenzionali simili ai monoscafi utilizzati fino al 2007.
Insomma, una Coppa America con un formato che desse continuità alle
edizioni precedenti. A quel punto, però, i rapporti tra le due parti
erano completamente compromessi (da non sottovalutare il fatto che lo
skipper di BMW Oracle Racing era nel fratempo diventato quel Russell
Coutts che Bertarelli aveva licenziato durante la campagna del 2007 e
al quale, scrivendo una regola su misura, aveva di fatto impedito di
prendere parte all'evento per conto di qualsiasi altro team): così,
Bertarelli ha costretto Ellison a portare avanti la sua sfida. Per la
sua origine controversa, la 33esima America's Cup è anche chiamata
Deed of Gift Match.
In questi due anni, i due team sono finiti davanti al giudice per una
serie infinita di motivi (affrontando ciascuno spese legali per 15
milioni di euro), i più importanti dei quali la data e il luogo della
sfida (per il resto si sono scornati sulla configurazione stessa delle
barche, sulle loro attrezzature, sui componenti della Giuria di regata
e ogni altro dettaglio possibile). Inizialmente poteva essere
addirittura già nel 2008, poi nel 2009; una volta negli Emirati
Arabi, un'altra in Australia e così via. Sicuramente, i due team
hanno in alcuni casi sfruttato a proprio favore più di una causa in
tribunale per prolungare i tempi di attesa del match, dato che,
onestamente, all'inizio nessuno dei due pensava che si potesse
realmente arrivare al punto di sfidarsi con due giganteschi multiscafi.
Quello che è stato sempre ben delineato dall'inizio, è che BMW
Oracle Racing avrebbe regatato con un trimarano lungo 27 metri e largo
altrettanto. Il motivo di tali dimensioni, ancora una volta, va
ricercato nel Deed of Gift, che pone a 90x90 piedi le misure massime
che può avere la barca di uno sfidante (ricordiamoci che l'Atto di
Donazione fu scritto nel 1857, quando i detentori erano gli americani
del New York Yacht Club e lo sfidante, a turno, era sempre e solo un
inglese che, appunto, con largo anticipo doveva dichiarare il tipo di
barca con la quale lanciava la sfida). In pratica, visto lo storico
precedente del 1988, quando i neozelandesi pensavano di avere fatto la
furbata sfidando Dennis Conner con la barca più grande possibile (un
monoscafo di 90 piedi, appunto) senza immaginare che quello avrebbe
avuto l'intuizione di difendersi con un catamarano di misure ben
inferiori, ma ovviamente più veloce, BMW Oracle Racing ha presentato
la propria sfida con la tipologia più veloce di barca a vela (un
multiscafo, nel caso specifico un trimarano) dalle misure massime
consentite dal Deed of Gift. Alinghi, quindi, ha risposto ovviamente
con un multiscafo della stessa lunghezza, ma un catamarano (una
tiplogia più familiare agli svizzeri, che adottano nelle regate sui
loro laghi), di 10 piedi più stretto.
A questo punto, il fascino del folle Deed of Gift Match deriva prima
di tutto dall'eccezionalità delle barche schierate dai due team (che
per questa campagna hanno speso in tutto 200 milioni di euro a testa,
escluse le spese legali) e, poi, dall'assoluta impronosticabilità del
risultato finale. Durante questa vigilia della 33esima America's Cup,
le teorie sono infinite: il catamarano è favorito perché naviga più
facilmente su uno scafo solo, il trimarano ha l'ala rigida che è
nettamente più efficiente, e così via. Queste e altre
considerazioni, inoltre, devono tenere conto del fatto che anche la
regata stessa si disputa sui percorsi previsti dall'antico Deed of
Gift, ovvero su un bastone di 40 miglia (andata di 20 miglia di bolina
e ritorno di 20 miglia di poppa) e triangolo equilatero di 39 miglia,
composto da tre lati di 13 miglia, di cui il primo di bolina. Su
entrambi i percorsi le boe sono da lasciare a sinistra. Alri elementi
molto determinanti ai fini della sfida, sono i limiti meteorologici:
si regata solo se le onde del mare avranno un'altezza non superiore a
un metro e se la velocità del vento, misurata a 60 metri dalla
superficie dell'acqua (in pratica in testa d'albero), non eccederà i
15 nodi. In pratica, c'è la chiara paura da parte dei due team di
rompere tutto, e le regate si svolgeranno in condizioni di acqua
piatta e aria molto leggera. Queste sono le uniche certezze del Deed
of Gift Match: una regata del 1857, disputata con barche del 2010.
Andrea
Falcon
IL FUMETTO DELLA 33ESIMA COPPA AMERICA PUNTATA PER PUNTATA
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