Varo
di Achab visto da Arzento Vivo
Sono
in un tremendo ritardo.
L’invito
di Paolo Pradel al varo della suo nuova barca costruita dal
cantiere di Marco Tapetto è alle
11.30.
Con
un po’ di affanno, complice i bagordi di venerdì sera,
preparo la mia Arzento Vivo, motore, carrello e via in
acqua….arrivo con mezz’ora di ritardo al molo dell’ AVL.
Chi mi aiuta ad ormeggiare è un mio caro amico, Riccardo
Pugiotto. Penso tra me e me, queste due barche sono nate con una
telefonata a Marco Tapetto. Nel dicembre 2008, ero in ufficio ed
esprimo ad un mio collega, Matteo Conchetto, il desidero di
acquistare una barca tipo “vela al terzo”. Matteo mi mette
in contatto con Marco e un sabato soleggiato di dicembre fisso
un appuntamento nel suo cantiere.
Ciò
che mi ha colpito di quel primo incontro con Marco è stata
l’incredibile passione che ha saputo trasmettermi unita alla
semplicità dei suoi modi. La stessa energia, ad un anno di
distanza, posso dire di ritrovarla nella conduzione di Arzento
Vivo.
La
seconda telefonata è stata con Riccardo Pugiotto, che mi ha
chiesto il numero di Marco, per darlo ad un suo collega, Paolo
Pradel, appunto, che aveva visto la mia barca e ne era
interessato.
E
da quella telefonata eccomi qui al varo della sorella non
gemella di Arzento Vivo.
Attorno
alla nuova barca si è raccolto un numeroso gruppo di persone,
l’aria è quella delle grandi feste, sembra un matrimonio,
c’ è pure il prete a benedire la nuova barca, la seconda
persona che incontro è il Sig. Luppi, ci guardiamo e rido…
ogni volta che vedo il sig. Luppi mi viene da ridere, quasi
fossimo coetanei con storie condivise nel tempo, anche il Sig.
Luppi conosce Marco, mi ha raccontato di aver regatato in
passato assieme… questa cosa non la sapevo, ma non ne dubito.
Già
perché Marco, nella sua semplicità e competenza in fatto di
costruzione e conduzione di barche, gareggia con barche a vela
che corrono nei vari campionati mondiali, vincendoli pure, e con
barche, meno sofisticate, come la vela al terzo, mettendoci lo
stesso impegno ed entusiasmo.
Poi
incontro il Sig. Gasparon che mi chiede, secondo me, quali siano
le differenze tra la mia e la nuova imbarcazione.
Francamente
non lo so tutt’ora… nel senso che l’ho vista cinque minuti
in cantiere impolverata e senza acciai e ora è tirata a
lucido…
Rispondo
che è un po’ più lunga, meno larga e mi pare un po’ più
invelata…e, ma non lo dico, un po’ più pulita
della mia…per ora.
La
barca è bianca, con fondo azzurro, e con coperta luccicante in
lustrofino, e si chiama “ Achab”, come il capitano che ha
dedicato la vita alla caccia della “Balena Bianca”…(quale
foggia e nome avrà questa balena lo vedremo nei campi di
regata...per ora godiamoci la bella festa…).
Poi
il varo, Marco indaffarato con il suo staff, in pantaloncini
corti, spinge la barca verso la gru, si stappa la bottiglia ed
ecco varata la nuova fiamma.
Buon
vento Achab, ci troveremmo per qualche messa a punto e poi sui
campi di regata.
F.
Mandich
foto
e articoletto anche sul Gazzettino del 2 Settembre 2010
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