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Quando
c'erano i veneziani
Racconti
della città e della laguna
Edito
da Studio LT2
a
cura di Caterina Falomo
Testi di:
Luigi Alberotanza, Pierluigi Alessandri, Roberto Bassi,
Giorgio Brunetti, Donatella Calabi, Riccardo Calimani,
Sergio Camerino, Arrigo Cipriani, Mariagrazia Dammicco,
Gerolamo Fazzini, Vittorio Levis, Franco Miracco,
Antonio Paruzzolo, Fulvio Roiter, Marialuisa Semi,
Giuliano Zanon, don Silvio Zardon, Alvise Zorzi
Prefazione di Leopoldo Pietragnoli.
“La progressiva e continua chiusura di negozi per
residenti, la folla multilingue munita di macchine
fotografiche nelle calli e nei vaporetti sarebbero diventate
la realtà, il presente e forse il futuro”.
“Qualcuno, leggendo, potrà trovare della nostalgia. Non
lasciatevi ingannare. La nostalgia non c’entra. Semmai i
racconti dovranno essere motivo di riflessione, seria e
arrabbiata. Sì, vorrei che qualcuno provasse la mia stessa
rabbia. Perché Venezia sta perdendo l’anima e una città
senza anima, che cos’è?”.
Dall’introduzione di Caterina Falomo
Com’era Venezia e com’è oggi? Attraverso i racconti di
molti veneziani, nati e/o vissuti a Venezia, il libro vuole
descrivere i profondi mutamenti di una città che ha visto nel
corso di circa cinquant’anni dimezzare la propria
popolazione.
Con questo libro Caterina Falomo, curatrice, vuole far
riflettere i veneziani e non sui profondi cambiamenti di una
città che si è talmente aperta al mondo da dimenticarsi dei
propri cittadini. Senza alcuna volontà di drammatizzare i
fatti, in un’epoca in cui molte città italiane vivono lo
stesso destino, i racconti dei veneziani ci mostrano com’era
la vita sociale di pochi anni fa.
Ricordi, riflessioni, aneddoti personali, fatti pubblici,
vicende di ieri e problemi di oggi per far sì che Venezia sia
vista con altri occhi, lontana dalle banalità raccontate
ovunque nel mondo.
Caterina Falomo, curatrice. Nata a Venezia, vive e
lavora a Roma. Si occupa di ufficio stampa in ambito
culturale. Dopo anni di incubazione, nel 2010 trova il
coraggio di lanciarsi nell’avventura di recuperare una
memoria storica e sociale di Venezia, con la ferma intenzione
di mostrare com’era la sua città natale e per lanciare un
messaggio forte ai veneziani ma non solo.
Si ringraziano:
Banco San Marco, Caffè Florian, Sacaim, Casinò di Venezia,
Thetis, Fondaco, Associazione 40xVenezia, Archeoclub d'Italia
Sede di Venezia, Art&salE, Art&fortE, Studio Baroldi
Commercialisti, Canottieri Bucintoro Venezia, Venezia
Canottieri Bucintoro Cultura, Ca’ Zanardi, Wigwam Club
Giardini Storici Venezia, Venice Convention, Hotel Carlton on
the Grand Canal, Vecio Fritolin.
Studio LT2
Dorsoduro 1214
30123 Venezia
Tel. +39.041.24.15.372
Fax +39.041.24.15.371
Ufficio stampa:
Caterina Falomo
Cell. 346.8513723
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Venerdì 15 Ottobre 2010, |
Ci
sono tanti ricordi, molte occasioni di riflessioni, ma soprattutto
tanta nostalgia. Ed è un po’ quello che traspare da tutti i
racconti, da tutti i percorsi di vita narrati in prima persona su
una Venezia che esiste ormai solo nella memoria dei protagonisti.
E forse nei libri di storia. Oggi pomeriggio, alle 18,
all’Ateneo Veneto, verrà presentato il libro "Quando
c’erano i veneziani", a cura di Caterina Falomo, per i tipi
della casa editrice veneziana StudioLt2 (15 euro) e sarà
presentato dalla curatrice, da Leopoldo Pietragnoli, Giovanni
Pelizzato e Roberto Bianchin.
Un’operazione in chiaroscuro che,
se da un lato consente di conoscere le emozioni, le sensazioni e
anche i disagi di alcuni cittadini veneziani, tutti più o meno
noti, dall’altro mette un po’ in imbarazzo perchè si presenta
- nel bene e nel male - come un tentativo di recupero della
memoria, che però trascende nella nostalgia. Il libro si avvale
del contributo di numerosi veneziani doc (Luigi Alberotanza,
Pierluigi Alessandri, Roberto Bassi, Giorgio Brunetti, Donatella
Calabi, Riccardo Calimani, Sergio Camerino, Arrigo Cipriani,
Mariagrazia Dammicco, Gerolamo Fazzini, Vittorio Levis, Franco
Miracco, Antonio Paruzzolo, Fulvio Roiter, Maria Luisa Semi,
Giuliano Zanon, don Silvio Zardon, Alvise Zorzi). Un parterre
du roi di tutto rispetto che parte da una semplice
riflessione. Anzi da una domanda che più di una volta è stata
rivolta alla curatrice e che si può riassumere in questi dialogo
tra lei e un ipotetico interlocutore: Di dove sei? Di Venezia - si
risponde. E l’altro: "Venezia, Venezia...". Ed è
partita tutta da qui la riflessione per raccontare una città.
E ad introdurre il «viaggio nel
ricordo» ci pensa però Leopoldo Pietragnoli in un pezzo
dolce/amaro che se fa trasparire l’amore per Venezia da parte
del suo autore, svela - o meglio mette duramente nero su bianco -
una serie di riflessioni che, queste sì, meriterebbero un volume.
Dice Pietragnoli, dopo aver raccontato con un tratto abile i
colori, i suoni e le atmosfere di una "città cambiata":
«In questi sessant’anni - dice Pietragnoli - non c’è stato
un secondo Napoleone nè un nuovo Radetsky, non sono sbarcati i
marziani nè ci hanno invaso i turchi. Veneziani sono quelli che
hanno sloggiato altri veneziani per affittare (troppo spesso in
nero e a prezzi di rapina), agli universitari (che peraltro ci
portano un po’ di vivacità giovanile) o alle agenzie per
alloggi turistici più o meno abusivi; veneziani sono quelli che
hanno trasformato i banchi di frutta e verdura in oggettistica di
produzione dozzinale e di pessimo gusto; veneziani sono quelli che
hanno imposto affitti tali da far desistere i negozianti di
vicinato per far posto a prodotti cinesi; veneziani quelli che
abusivamente ampliano i plateatici impedendo una corretta visione
e una corretta fruizione di spazi pubblici pregiati; veneziani
quelli che "tanto il turista non torna più" e alzano i
prezzi a livelli da record e non danno nemmeno lo scontrino
fiscale; veneziani quelli che producono il moto ondoso». Insomma,
un’immagine inclemente della e sulla città. E forse, sarebbe
proprio su questo che bisognerebbe riflettere. Prima che sia
veramente troppo tardi.
P.N.D
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