Lettera
inviata ai quotidiani da Alessandra taverna, Presidente
dell'Istituzione Parco della Laguna, il 22 novembre 2010.
La
TAV e il suo passaggio in gronda
In
queste settimane la nostra Regione ha visto intere città,
paesi, aree industriali e campagne sommersi dall’esondazione
di fiumi e canali che, come affermano amministratori e tecnici,
non erano stati oggetto di interventi strutturali essenziali
alla difesa di quelle aree. Si accusa l’inerzia, l’incuria
se non addirittura l’incapacità di coloro che questi
interventi avrebbero dovuto predevere e realizzare.
Eppure
nei giorni in cui la “fresca” catastrofe dovrebbe servire da
monito affinchè non si ripetano future scellerate gestioni del
territorio e delle sue infrastrutture, sembra procedere a grandi
passi il progetto della TAV e del suo percorso sulla gronda
lagunare, con l’appoggio di alcuni e sotto il colpevole
silenzio di altri.
Fortunatamente,
in queste ultime ore si stanno mobilitando i sindaci, mai
coinvolti nella stesura preliminare del progetto, le
associazioni che da anni lavorano sulla gronda e per la gronda,
gli agricoltori, gli artigiani, Legambiente, ecc…
Giova
allora ricordare cos’è la gronda: la fascia territoriale di
gronda lagunare di altissima fragilità e vulnerabilità
ambientale e alto valore paesaggistico sottoposta a specifico
decreto di vincolo ambientale-paesaggistico dal 1985,
individuata e delimitata dal P.A.L.A.V. (Piano Regionale
ambientale-paesaggistico a valenza statale sovraordinata
rispetto ai piani territoriali e urbanistici e, soprattutto,
rispetto ai progetti infrastrutturali - approvato nel 1995) come
“…Area di interesse “paesaggistico-ambientale” che
prevede azioni di tutela attiva e riqualificazione ambientale e
paesaggistica…” e non consente interventi come quelli
necessari al passaggio della TAV (vedi, in particolare l’art.
21 del Piano).
E
non è tutto: nello Studio di Impatto Ambientale del Progetto
del 2003 per il nuovo tratto del Sistema Ferroviario
Metropolitano Regionale ( S.F.M.R.) che
collegherà la linea ferroviaria con l’aeroporto (Progetto
approvato dalla Regione che, per la sua realizzazione, ha già
richiesto i finanziamenti nazionali) si osserva che l’area di
gronda oltre a essere “… un
territorio di recente bonifica (primo ‘900), … con ‘ambiti
di bosco produttivo di nuova formazione con priorità
di riforestazione’ (Bosco di Mestre), è percorsa dai fiumi
Dese e Fossa Storta (soggetti anch’essi a vincolo
paesaggistico-ambientale), ... ed è caratterizzata come area a
‘scolo meccanico’ e a ‘deflusso ostacolato’ ”.
Ma
non basta, lo Studio di Impatto Ambientale ricorda che nel PTCP,
cioè il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale del
quale la sostenibilità delle trasformazioni e dello sviluppo
insediativo costituisce obiettivo generale, l’area di gronda “…
è individuata
come zona ad ‘alta frequenza di esondazione’ e a ‘rischio
idraulico’, non vi è consentita l’apertura di cave, sono
vietati gli usi del suolo che aggravano i fenomeni di
esondazione, in alcuni punti è area addirittura depressa al di
sotto del medio mare, caratterizzata da una rete irrigua
piuttosto fitta con funzione drenante, con recapito agli
impianti idrovori Cattal e Tessera”.
Ci
chiediamo allora: chi vorrà condurre in porto questo progetto
disconoscendo le evidenze di Piani e Studi realizzati – giova
ricordare - con ingente impiego di risorse pubbliche? E,
soprattutto, di chi saranno le responsabilità, alla prossima
“catastrofe annunciata”?
Alessandra
taverna, Presidente dell'Istituzione Parco della Laguna