“MaDoNa”, l’avventura con la
vela al terzo
continua ...
La stagione velica 2011 si è appena
conclusa ed è già tempo di chiacchiere da bar sport, di buoni
propositi, di rammarichi (“se fuxe rivà prima gavaria vinto”) di bilanci.
Innanzitutto devo dire che,
fortunatamente, ho sempre l’entusiasmo del primo giorno
nell’affrontare ogni singola prova, buon segno !
Poi svelo un piccolo, personale segreto:
prima di ogni partenza provo ancora quel “groppo” allo
stomaco che mi accompagna da sempre in occasione di ogni momento
importante, da studente prima degli esami, nella vita
professionale prima di parlare in pubblico ad esempio.
Qualcuno penserà, e forse a ragione,
che sono “esagerato”, può essere: a ben vedere ne
sono invece felice perché provare emozioni è sintomo primario
di vitalità, capacità di provare vero interesse
per le cose e i fatti che ci circondano.
“Madona” all’esordio stagionale del
Bocolo 2011
Bando ora alla psicanalisi individuale, mi
fiondo sul campionato concluso dove ci siamo tolti la
soddisfazione di tenere dietro Corsaro da
S. Giuliano
alla Certosa … si, trainandolo a motore rientrando dal Nuti
!!!
Scherzi a parte, abbiamo partecipato a
tutte le regate e con un 2° posto in Classifica Generale
categoria arancio (classe navi da carico) dopo Corsaro di
Alberto Sonino
, ancora una volta bilancio più che positivo per “madona” ed il suo equipaggio, che quest’anno ha visto cementarsi
ancor di più l’amicizia storica con Massimo,
Claudio e con il
nuovo arrivato il giovane
Luca
, avendo come riserva (non me ne voglia !) dall’ apporto
prezioso, mia figlia sedicenne pronta a sostituire le assenze
dell’ultimo momento dei vecchietti acciaccati o impegnati in
famiglia.
Siamo partiti molto bene nella prima parte
della stagione avendo davanti a noi solo l’inarrivabile
Corsaro (e te pareva …), battuto solo “burocraticamente”,
sulla carta alla prima regata che aveva invece concluso
“sportivamente” in regata in
testa.
Paghi dei risultati ci siamo seduti sugli
allori nella parte centrale della stagione: risultati modesti
con piazzamenti al 6° e 7° di categoria, con “madona”
che in un paio d’occasioni ha tirato fuori un temperamento da
indomabile cavalla di razza (forse più da musso degli alpini
per la verità, puntava il vento col muso e nessuno la spostava
più) facendoci dannare l’anima per, a malapena,
consentirci di tagliare il traguardo.
Piccati nell’orgoglio abbiamo ripreso ad
uscire per allenarci (scusa ufficiale per famiglia e morosa, in
realtà perché ci piace), cercare di comprendere cosa non
funzionasse (e non ci siamo riusciti, lo confesso) e soprattutto
sfruttare ciò che funzionava bene rendendo “madona” competitiva (questo rimane però un grandissimo segreto).
Dopo una regata di Malamocco che ci ha
visto ULTIMI tra gli arrivati (!) e ad una manciata di secondi
dal FTM (!), concludiamo però con un 1° di categoria la regata
‘na barca un omo
(allora, maliziosi come siete, il problema era l’equipaggio
penserete, vero ?), con Massimo al timone come al solito e sin
dai nostri esordi d’altronde, anche se reduce da un recente
incontro ravvicinato con la montagna (el xe un omo “mari e
monti”, come ‘na pastasuta peoci e funghi dai), e dulcis in fundo un magnifico 2° posto dopo Corsaro (sempre lui, un
incubo ‘sto fio !) al Nuti, ultima regata che ci ha regalato
anche
il 3°
assoluto preceduti da una arzilla vecchietta di nome
“Soravento” che pur priva del suo bastone della vecchiaia
abituale (non me ne voglia il buon Vittorio) ci mette di poco in
riga.
Ora al di là dell’analisi personale,
trovo sia stato un campionato per tanti versi avvincente, che ha
riservato parecchi spunti sportivi interessanti come le
prestazioni delle piccole e velocissime sampierote Nonna Elvira,
Achab, Arzento dotate tutte di “manego” (leggi timoniere, ma
non solo) di prim’ordine, con un agonismo che a volte è
sconfinato oltre il gentlement agreement che ci si aspetterebbe
nella vela, con ripetute proteste anche tecniche, che
personalmente non condivido soprattutto nella forma, risultato
probabilmente di una
crisi da crescita della
vela al terzo
nella sua configurazione più sportiva, la regata dove, come mi
dice sempre mio figlio di 4 anni “se
non sei arrivato primo, sei arrivato ultimo”, e dove conta
giustamente la classifica.
La
vela al terzo
è viva ed in buona salute lo dimostrano il successo di
partecipazione al campionato “agonistico” ad al piccolo
campionato, ho visto barche con equipaggi molto giovani, bambini
piccoli in regata con mamma e papà (splendida “Amalia”),
barche con equipaggi over 70 (grande
Gino Luppi
), insomma la base sembra allargarsi ai nuovi senza perdere chi
c’è da decenni permettendo in questo modo la trasmissione
della passione velica attraverso le generazioni, con un
passaggio che non è facile da gestire (la dicotomia tradizione/
innovazione è più che mai d’attualità) in presenza di forze
vitali dinamiche e piene
di idee che spingono per trovare acqua.
Concludo con un pubblico applauso a tutti
coloro che investono il loro tempo libero per l’organizzazione
di tutto questo spettacolo, la
vela al terzo
nella
nostra laguna di
Venezia, un omaggio a tutti coloro che partecipano sempre e
comunque al di là delle possibilità di ottenere un risultato
sportivo importante,
Ad andar per mare si impara con rispetto,
umiltà e riconoscenza di chiunque navighi.
Buon vento !
Walter Rosada
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