GITA
A CHIOGGIA
di
Marina Spinadin
Partendo
dalla simpatica poesia dell'anonimo ammiratore delle bellezze di questa
città [poesia a lato], vi condurremo a
visitare i luoghi più curiosi ed affascinanti, lasciando al vostro
interesse l’approfondimento di altri pregevoli siti.
La
storia in breve
Chioggia
è più antica di Venezia (anche se i veneziani faticano ad
ammetterlo) e la leggenda la vuole fondata da Clodio,
compagno di Enea fuggito da Troia ed approdato su queste isolette al
riparo dai forti marosi dell’Adriatico.
Leggenda
a parte, Chioggia era famosa già al tempo dei romani per la produzione
del sale, di ottima qualità ed in grado di competere con quello di
Cipro. A quel tempo il sale costituiva la “moneta” con cui pagare
merci e persone (da qui deriva la parola SALARIO con il significato di
PAGA) e Chioggia prosperava. La pianta della città mostra chiaramente
le suddivisioni create per raccogliere il sale e mostra altresì
l’influenza romana con un CARDO (Corso del
Popolo) ed il DECUMANO (Calle san Giacomo).
La
laguna ed il mare Adriatico danno modo agli abitanti del luogo di
sviluppare la pesca, al punto che ancora oggi Chioggia vanta una flotta
peschereccia tra le più grandi d’Italia.
Con le invasioni barbariche molte persone si rifugiano a Chioggia e nel
1110, data l’importanza della città, la sede vescovile viene
trasferita da Malamocco a Chioggia.
Le
proprietà del vescovado si estenderanno addirittura fino a Ravenna nel
momento di maggior splendore.Nel 1379 la rivalità tra le due
Repubbliche marinare, Venezia e Genova, scatena
una guerra feroce che si combatterà soprattutto a Chioggia e vedrà la
città assediata per lungo tempo.
Non
è un caso che uno dei più diffusi cognomi chioggiotti sia proprio
DORIA. Genova viene sconfitta grazie al decisivo apporto dei chioggiotti;
Venezia, pur riconoscendo il valore dei combattenti sotto il vessillo di
san Marco, non vuole perdere il suo ruolo di “capo”, perciò inizierà
a trasformare Chioggia da florida città sul mare a paese arretrato sia
socialmente che culturalmente.
Vengono
chiuse le saline, fonte di reddito per la città, viene proibito di
studiare per paura di ribellioni, le autorità cittadine (sindaco,
podestà e consiglio) vengono eletti non più tra i più eminenti
cittadini, bensì scelti da Venezia in base a “simpatie” (un po’
come accade oggi tra i politici). Si aprono anni bui per la città che
dureranno fino agli anni 60 del novecento almeno per certa parte della
popolazione. Non ostante ciò, nascono e prosperano anche figure di
grande importanza per l’arte e la cultura, le scienze e la
navigazione.
Il
dialetto
Il
chioggiotto è un dialetto veneto completamente diverso da tutti gli
altri. Questo a causa delle dominazioni subite e delle influenze che gli
scambi marittimi hanno da sempre portato. Fondamentali furono
l’assedio genovese e la dominazione francese in epoca napoleonica. Dei
genovesi, oltre al cognome Doria, rimangono alcune voci verbali che
terminano in “u” (accade solo qui a Chioggia) e dei francesi restano
alcune parole: una fra tutte “articiocco” cioè carciofo, molto
simile alla pronuncia francese.Se a Venezia si dice” Dove ti va?”
Oppure “Dove ti xe drìo andar?” a Chioggia diciamo “ O dove vastu?”
oppure “Dove xestu drìo andare?”Inoltre i chioggiotti sono
“rinomati” per la parlata lente e con le “e” aperte; ciò è
sicuramente dovuto, a mio avviso, alla necessità, quando si era per
mare (e non esistevano i moderni mezzi di comunicazione) di comunicare
da un peschereccio all’altro. Per
lo stesso motivo sentirete ripetere il verbo finale di una frase, es:
Vastu anca ti, vastu?
Visitiamo
i luoghi più interessanti
Entriamo
a Chioggia da Porta Garibaldi ed
alla nostra sinistra troviamo il “sagraeto”, ovvero il piccolo
sagrato posto sul retro del Duomo.
Questa chiesa è opera del Longhena, l’interno è poco decorato ma da
vedere è il pulpito. La balaustra del “sagraeto” si trovava in
origine sul palazzo municipale andato distrutto dal fuoco nel 1814
.
Presso la statua della Vergine detta “Refugium
peccatorum” si recavano a pregare le donne dei pescatori
per chiedere che i loro cari tornassero sani e salvi dalla pesca in alto
mare.
Noi velisti al terzo sappiamo che se c’è poco
vento si fa poca strada e se c’è burrasca bisogna
raccomandarsi a tutti i Santi del calendario. Nei tempi andati i
pescatori uscivano con i bragozzi con la vela al terzo e stavano per
mare per molti giorni.
Vedremo, quando saremo al Campanile,
una tipica cassa da marinaio destinata a contenere le poche cose che ci
si portava via per andar per mare.Procediamo per il Corso del popolo,
che tutti conoscono come “la piazza”
e notiamo a sinistra oratori sedi un tempo di confraternite ed oggi
adibiti (purtroppo) a negozi.
A destra, invece, vi è la chiesa di San
Martino e più avanti quella detta “delle
Muneghette” (piccole monache), in origine la cappella di un
antico convento di monache.
A sinistra notiamo la targa che indica la casa che fu di Goldoni.
Il padre lo voleva dottore o avvocato, ma Carlo preferiva seguire i
guitti che passavano in città ed ascoltare le recite. Fu così che
Goldoni padre pensò di mandarlo a Chioggia a sbollire gli spiriti da
guitto, ritenendo la città poco stimolante culturalmente. Ma quanto si
sbagliava!
Qui Carlo conobbe donne attraenti e ben disposte che gli allietarono il
soggiorno e poté assistere alle frequenti baruffe nelle calli da cui
trasse uno dei suoi capolavori “Le Baruffe
Chioggiotte” appunto.
Merita
un cenno la toponomastica chioggiotta: mentre a Venezia le calli ed i
campi prendono nome spesso dai mestieri che in quel luogo si svolgevano,
a Chioggia le calli hanno il nome della famiglia che la abitava, o
comunque possedeva il maggior numero di abitazioni. Così troviamo calle
Naccari, calle Nordio e calle Duse ad esempio. Qui nacque, infatti, la
famosa Eleonora.
Proseguiamo
lungo la piazza e troviamo a destra la Chiesa
di San Giacomo, la Loggia dei Bandi
(sede della polizia municipale) lo “stendardo” con i talamoni in
marmo ed il palazzo comunale.
Sempre a destra si apre Piazzetta Granaio
(il nome dice tutto); la costruzione con il piccolo tabernacolo al
centro opera del Sansovino fa da scudo alla pescheria.
Entriamo
in pescheria attraverso un portale decorato con bassorilievi narranti la
storia di una bambina e della sua malattia. Il portale fu fatto erigere
dai genitori per ricordo.
Fuori
dalla pescheria ci troviamo davanti alla chiesa
di San Andrea ed alla torre
dell’Orologio.
Il meccanismo (il più antico orologio da torre
al mondo insieme a quello di Salisbury) è opera dei Dondi.
Visiteremo la torre con la guida di esperti volontari. La piazza termina
in Piazzetta Vigo dove sorge la
colonna con il “gato”, così
chiamato date le dimensioni.
In realtà il leone marciano è stato scolpito da un mestrino, sembra,
che o era poco esperto e quindi ha scalpellato un po’ troppo, oppure,
come sembra più vero, ha ridotto le dimensioni per dare meno importanza
alla città rispetto a Venezia.
Saliamo
sul Ponte di Vigo, l’unico con
gradini e balaustra in marmo (tutti gli altri sono in mattoni a vista) e
al termine della calle si erge la Chiesa di San
Domenico sull’isoletta omonima.
La chiesa contiene pregevoli opere pittoriche tra cui un San Paolo del
Carpaccio (ultima opera); ma ciò che più attrae lo spettatore è il
grande crocefisso dei pescatori dietro l’altare maggiore.
La nostra guida ci condurrà a visitarlo da vicino e ci narrerà le
vicende più sensazionali della città.
A
questo punto ci meritiamo un buon pranzo a base di pesce freschissimo,
poi torneremo verso Porta Garibaldi per visitare il Museo
Civico della Laguna sud.
Per
prenotazioni scrivere a spinadin.marina@gmail.com
oppure telefonare al 348 5604185
PROGRAMMA del tour:
Ritrovo a San Giuliano alle 7.45
di Sabato 31
marzo
Smistamento nelle varie auto e partenza alle 8.00
[si prega di segnalare l'eventuale disponibilità
di posti in auto]
Arrivo a Chioggia per le 9.00, parcheggio (se possibile in area
gratuita, altrimenti al costo di 7 euro per tutto il giorno da dividere
per il numero di passeggeri)
Caffè e pastina in un particolare Cafè del centro
Visita alla Chiesa di San Domenico alle 10.15 (1
€/persona)
Visita alla Torre dell'Orologio alle 11.30 (1
€/persona)
Pranzo alle 13.00: 30 euro max. a persona e comprendente: antipasto,
primo, secondo e contorno, caffè, 1/2 minerale e 1/4 di vino a testa;
Pesce freschissimo !
[chi lo desidera può consumare in autonomia pranzo al sacco, basta
segnalarlo !]
Visita al Museo Civico della Laguna alle 15.30 (2,75
€/persona compresa
la guida)
Da definire visita all'Oratorio dei Battuti alle 17.00 (costo
€/persona circa)
Partenza da Chioggia alle 18.30 circa.
Totale da richiedere come spesa: 37 euro a testa.
ADESIONI DA DARE ENTRO IL 22 MARZO, MASSIMO 40 PERSONE
Imperdibile occasione per
conoscere da "una del posto" monumenti, anime segrete e
piacevoli sorprese dell'antica città romana intessuta su cardi
e decumani. |
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al terzo nel 1939
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De
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una
fra tute ve vogio ilustrar.
La
bagne el mare e la laguna
La
xe un zogelo al ciaro de luna.
Chi
da Venexia vien col vapore
Reste
de stuco per el so splendore.
Se
po’ giro per le so cale
Anca
Quaresema par carnevale,
done
sentae a ciacolare,
altre
ala tombola xe drìo xiogare,
da
drìo te core ciurme de fioi,
da
l’alto sventole fasse e nissioi.
I
so abitanti i a tuti un bel viso,
chi
vien a Ciosa, vien in Paradiso.
Anonimo
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