Ciao
Elio,
ci mancherai.
Diego
Elio
Salviato, classe '41, con la sanpierota Berta, ha vinto
i Campionati AVT 2006 in Categoria Verde, e i campionati 2008
e 2009 in Cat. Marrone.
E' risultato 2° in Cat. Marrone nel 2007 e nel 2010,
con innumerevoli primi posti in Regata.
[...] Da
quel momento fu solo mare, brezza, cielo e anche tanti scricchiolii
del legno che si sono impossessati per sempre di una parte di me [...]
Ricordo
d'infanzia
di Elio Salviato
Il
lungo periodo secco e luminoso di quest’ultimo fine inverno-inizio
primavera, mi hanno nostalgicamente riportato alla memoria un episodio
della mia infanzia.
Alla
fine degli anni ’40 incappai in un fastidioso malanno per cui il
medico suggerì che mi avrebbe giovato stare un po’ lontano dalle
nostre umide case.
Ora,
mio nonno, durante la prima guerra mondiale, era venuto in contatto in
circostanze abbastanza avventurose, con un suo coetaneo dell’altra
sponda dell’Adriatico: un Dalmata di Nona di nome
Cian.
Erano
diventati amici e legati da profondo e reciproco rispetto. Questi
aveva un trabaccolo col quale periodicamente trasportava a Venezia
legname e ripartiva poi, con carbone e concime.
Fu
così che i miei, mio nonno, pensarono e presero accordi affinchè
andassi per qualche tempo al di là dell’Adriatico alla ricerca di
un clima meno umido.
Mi
accompagnarono una mattina di Marzo a Venezia, all’imbarco delle Fondamente Nuove dove, discosta dalla riva
stava ormeggiata la barca.
Era
alta, tozza, imponente, tutta in legno con le tavole delle murate a
vista, due alberi e due strani occhi a prua: sembrava uscita fuori dal
tempo!
La
traversata durò due giorni. C’era anche un motore: grande, rumoroso
e puzzolente.
A
metà traversata, già in vista della costa Dalmata, fu issata una
grande vela trapezoidale, logora e stinta di cui ricordo le smisurate
antenelle.
Da
quel momento fu solo mare, brezza, cielo e anche tanti scricchiolii
del legno che si sono impossessati per sempre di una parte di me.
Nona,
un paese dalle tonalità grigio chiaro e scuro, fatto di pietre,
chiese antiche, rovine di ponti, templi e mura romane, una laguna e un
mare poco profondo ma pescoso. In lontananza verso nord, al di là
delle baie, un’imponente catena di montagne.
A
casa di Cian, che confinava con la chiesa di S. Anselmo, fui ospite
per un mese e mezzo fra gente semplice e dalla parlata amica,
in un clima secco e perennemente ventilato.
Poi
a metà Aprile tornai a casa. La maestra di scuola aveva fatto sapere
che se fossi ritornato non avrei perso l’anno scolastico.
Salviato
Elio