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Giovedì, 29 Marzo 2001
Oggi la giunta comunale adotta un Piano urbanistico che pone stretti vincoli d’uso su canali, isole e valli
La laguna diventa oasi protetta
Ma la normativa non sarà efficace senza un’intesa con gli altri enti che hanno giurisdizione
«Per la prima volta trattiamo la laguna come un pezzo di città: l'unico modo per tutelarla davvero». L'assessore alla Pianificazione strategica, Roberto D'Agostino, spiega così il significato della variante al Piano regolatore generale per la laguna e le isole minori che è stata illustrata ieri ai consiglieri di maggioranza nella sede dell'assessorato all'Urbanistica, a Santa Fosca, e che oggi verrà licenziata dalla giunta.

Con una delibera collegata alla variante, la giunta inoltre dichiarerà oggi che la laguna è una zona umida di rilievo internazionale, ai sensi della convenzione di Ramsaar che finora tutelava solo l'oasi faunistica del Wwf a Valle Averto. «La dichiarazione - avverte D'Agostino - non avrà immediate ricadute sulla tutela della laguna, ma ha un grande significato politico». Essa, infatti, segue un'analoga dichiarazione adottata un anno fa dalla Provincia, rispetto alla quale la Regione, che deve dare il suo parere, e il ministero dell'Ambiente, che deve adottare il decreto di riconoscimento, hanno fatto orecchi da mercante. Far finta di nulla, sottolinea D'Agostino, sarà ora più difficile.

Quanto alla Variante, elaborata da un gruppo di lavoro guidato da Mariolina Toniolo e da Giorgio Pilla, essa dà vincoli, prescrizioni, norme sull'uso delle isole, delle valli, dei canali, della gronda lagunare, fermo restando che il complesso delle prescrizioni diventerà regola obbligatoria solo laddove il Comune ha competenza diretta.«Se il Piano ha un limite è appunto questo», spiega D'Agostino, sottolineando che i suoi contenuti andranno dunque sottoposti a un atto d'intesa col Magistrato alle acque, la Provincia e le Soprintendenze, ciascuno per le proprie competenze. Visto, però, che gli enti in parola hanno tutti collaborato alla stesura della variante, in realtà non dovrebbero sorgere problemi. «E la sottoscrizione delle intese - sottolinea D'Agostino - trasformerà le indicazioni e gli orientamenti del Comune in regole vincolanti per tutti».

La variante divide la laguna in quattro ambiti: isole, acque, valli, gronda, e per tutti ha l'obiettivo di contrastarne gli usi impropri, come il traffico acqueo dissennato o la pesca abusiva, recuperare le isole abbandonate e degradate, indicare le destinazioni d'uso compatibili, stabilire le modalità d'intervento per il recupero morfologico e ambientale e soprattutto definire le tecniche e i materiali d'intervento ammissibili. «Con la variante - esemplifica D'Agostino - un caso come quello di Torcello non si potrà più verificare».

Soprattutto la definizione degli usi dell'area di gronda "dal punto di vista della laguna" ha imposto la revisione di destinazioni e prescrizioni già pianificate attraverso la variante urbanistica della terraferma. «Dalla gronda - spiega l'assessore - origina gran parte del traffico acqueo più selvaggio e distruttivo, e dunque l'obiettivo è stato di ridurre gli accessi impropri per convogliare i flussi solo nei canali che meglio possono reggere il moto ondoso».

Niente nuove darsene in gronda lagunare, dunque, quanto piuttosto in prossimità delle bocche di porto (Sant'Erasmo, Vignole, Lido), per togliere dalla laguna il traffico d'attraversamento; darsene in gronda solo per barche compatibili con la delicatezza dei canali che vi giungono; traffico di merci e persone limitato possibilmente ai terminal di Fusina e Tessera. «Certo che se poi la Regione - commenta D'Agostino - autorizza le darsene a Quarto d'Altino o a Mira allora ci spariamo».

La variante prevede inoltre la trasformazione della laguna davanti a San Giuliano in parco acqueo tutelato e il recupero all'uso per le isole abbandonate, di norma con attrezzature collettive per l'istruzione, la cultura, lo spettacolo, lo sport, la sanità, e sempre con spazi ad uso pubblico. Saranno possibili nuove edificazioni solo dopo la demolizione di pari volumetrie di costruzioni incongrue, come nel caso delle Grazie dove potrebbe venire abbattuto il vecchio ospedale per realizzare, vista la vicinanza con San Marco, un complesso turistico-alberghiero.

Silvio Testa

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