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ATTENZIONE: IL PROGETTO PRESENTATO NEL SEGUENTE ARTICOLO 
E' INCOMPATIBILE CON IL PARCO ACQUEO auspicato da ADOLA, 
ed è incompatibile con gli indirizzi che Comune, Provincia e Regione hanno dato per l'area lagunare !.

 

giovedì 5 Aprile  2001
 
A S. Secondo previsti investimenti per sette miliardi in cambio dell’uso turistico per i prossimi cinquant'anni
da La Nuova Venezia:
veduta aerea attuale dell'isola.
il progetto dell'"Albatros"

Dai rifiuti al porticciolo per vip
 

 Nuovo progetto, la concessione a una società padovana

VENEZIA. Parte da Este la conquista a Venezia, precisa­mente all'isola di San Secondo.
La società «L'Albatros» - di cui è amministratore e socio il geometra estense Marino Masiero - ha infatti vinto la gara pubblica per l'affida­mento dell'isola, indetta dal Comune di Venezia.

San Secondo è l'ultima isola che si nota sulla sinistra, arrivando a Venezia, lungo il ponte della Libertà.
Di proprietà del Demanio pubblico, è super vincolata.

La ditta estense ha vinto la gara per l'affidamento per sei anni, entro i quali dovrà realizzare un preciso progetto di recupero: a pianificazione approvata, la concessione sarà per altri cinquant'anni.

Passato mezzo secolo terreno e immobili che vi sorgeranno passeranno al Comune di Venezia, ma fino a quel momento gli utili andranno tutti all'Albatros e ai suoi soci.

Il canone di concessione demaniale offerto da Masiero è stato di 12 milioni e mezzo all'anno, contro una base d'asta che partiva da 3 milioni e mezzo. Quando la nuova isola sarà realtà, l'affitto dovrebbe sfiorare i 50 milioni all'anno.

Oltre a «L'Albatros» ha partecipato alla gara una società veneziana, che ha fatto un'offerta minore.
Il progetto, come imposto dal Comune, dovrà qualificare l'isola, rispettando tutti i vincoli.

«Creeremo un punto turistico sia per i veneziani che per i visitatori», spiega Masiero, «per valorizzare la nautica da diporto in laguna. Tra il porticciolo e il perimetro ottogonale dell'isola, creeremo 100 posti barca, per natanti fino ai 20 metri.

Quindi organizze­remo un servizio per tutte le barche che attraccheranno nell'isola e un traghetto per Venezia ogni mezz'ora».

Nell'isola, che si trova in stato di abbandono, verrà costruito un ristorante in due piani, per complessivi 1600 metri quadrati, 16 alloggi per uso foresteria, una sala riunioni per 160 persone e una beauty farm, con piscina scoperta e coperta immerse nel verde.

Inoltre a fianco del ristorante è prevista la costruzione di un teatro all'aperto con 260 posti a sedere. 
Nel progetto della ditta estense inoltre figura l'animazione del porticciolo interno come teatro sull'acqua, proponendo nel fine settimana una rappresentazione del traffico commerciale, con barche da carico dell'epoca, con schiavi in costume e marinai, il tutto accompagnato da musiche del Rondò Veneziano.

Gli alloggi non saranno affittati per periodi troppo lunghi, ma ospiteranno i partecipanti delle esclusive convention che verranno organizzate nell'isola.

Il costo previsto del progetto di recupero dell'isola è di 7 miliardi di lire, interamente finanziati dalla ditta estense.

Un collegamento possibile per i turisti in direzione del Canal Grande potrebbe essere inserito in un percorso comune con il vicino parco di San Giuliano.

Con una ristrutturazione completa dell'isola la grandezza dovrebbe aumentare da 13 mila metri quadrati a 15 mila. La banchina della darsena correrà lungo l'intero perimetro ottogonale dell'isola, interrotta solo dall'entrata del piccolo porticciolo turistico.

L'ambizioso progetto dovrà essere vagliato e approvato dal Comune di Venezia.

L'alba dell'isola conosciuta come «l’isola de le scoasse» sta dunque per sorgere nella Bassa Padovana.

(Carlo Bellotto)

 

LA STORIA - Nido d’amore per il Casanova

VENEZIA. San Secondo ‑ conosciuta come «isola delle scoasse» per via dei rifiuti accumulati dalla marea ‑ vanta un impor­tante passato. Dal 1034 al 1824, vi vissero i religiosi: prima i frati Benedettini, poi un convento di suore. La storia racconta di mol­te figlie di signorotti vene­ziani costrette alla veste per non dividere i beni di famiglia. L'isola annovere­rebbe fra i suoi visitatori anche Giacomo Casanova, che per raggiungere Vene­zia impiegò tre giorni di navigazione, interrotti da gradevoli soste. La Sere­nissima decise poi di utiliz­zare quel lembo di terra a scopi militari, realizzando­vi un deposito di polveri da sparo. Da oltre trent'an­ni l'isola è in totale stato d'abbandono.


 

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