Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano |
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ADOLA "ATTO COSTITUTIVO" Le società sportive, culturali e ricreative di San Giuliano,
San Giobbe (S. Alvise) e di Passo Campalto, poste ai vertici dell’area in
oggetto, coadiuvate dal comitato Pax in Aqua, al fine di preservare e
valorizzare l’area lagunare in cui operano, contro l’abbandono in cui questa
versa, e contro l’uso indiscriminato cui è sottoposta, danno vita al MOVIMENTO per l’"ADOZIONE"
AMBIENTALE rivolto ed aperto a tutte le componenti sociali, singoli cittadini in primis, al fine di:
L’area, con estensione di circa 600 ha., è delimitata dall’affaccio lagunare del Parco di San Giuliano verso nord, dai canali di Campalto e Tortolo a Est, dal sestiere di Cannaregio (canale Sacche) a sud, dal canale di S.Secondo a Ovest. Al suo interno sono comprese le Isole abbandonate di San Giuliano e di Campalto; vengono altresì considerati il corso acqueo del Canal Salso e il tratto Scaricatore-Osellino, navigabili fino nel cuore di Mestre. Il movimento, apartitico e non a scopo di lucro, intende innanzi tutto valorizzare un tratto di laguna da tempo ignorato, riconsegnandolo alla cittadinanza per un uso che ne rispetti la natura e ne valorizzi le caratteristiche, senza nulla sacrificare ad altre funzioni e attività che non siano quelle improprie cui ora è sottoposto.
PROGRAMMA D’INTENTI Passaggio fondamentale per il consolidamento dell’iniziativa è la divulgazione degli scopi del movimento ai soci delle società proponenti ed ai soggetti interessati, auspicandone il massimo coinvolgimento. Il movimento, attento a non appesantire ulteriormente l’impegno delle singole società, mira soprattutto a unificare e coordinare gli sforzi comuni in difesa dell’area lagunare di quotidiana fruizione. Il movimento intende organizzare e attivare al più presto le seguenti iniziative riguardo il tratto di laguna individuato:
Sarà inoltre valutato ogni altro accorgimento atto ad assicurare accettabili condizioni di sicurezza per la frequentazione dell’area a canoe, kayak, jole per canottaggio, derive a vela nonché a imbarcazioni tradizionali con voga alla veneta e con vela al terzo. LE SOCIETA’ PROPONENTI Le società proponenti da oltre trent’anni svolgono buona parte della propria attività nautica nell’area in questione, offrendo a tutti - cittadini e ospiti -, a costi particolarmente accessibili, la possibilità di praticare ogni tipo di disciplina nautica sostenibile in laguna a livello ricreativo e sportivo. Vengono svolti con regolarità corsi di formazione tecnica per bambini, ragazzi e adulti per ogni singola disciplina, corsi tenuti da istruttori qualificati riconosciuti da federazioni o associazioni di carattere nazionale. Le Società di canottaggio e canoa/kayak vantano risultati agonistici a livello nazionale e internazionale, mentre le società di voga veneta svolgono un ruolo primario nell’ambito dei programmi cittadini promossi dall’Amministrazione, promuovendo l’immagine della venezianità attraverso la partecipazione a manifestazioni in Italia e all’estero. Risulta infine rilevante l’attività escursionistica, d’ispirazione ambientale e culturale, dalla quale sono derivate anche alcune pubblicazioni di buona diffusione. Quantitativamente, i soci
iscritti e praticanti sono almeno duemila, e alcune centinaia i mezzi sociali a
disposizione; numeri confortanti che lasciano intravedere la necessità e la
praticabilità delle proposte in questa sede formulate. INTEGRAZIONE CON IL PARCO DI SAN GIULIANO Proprio dalla realizzazione del Parco di San Giuliano le proposte qui formulate trovano conforto, rispondendo appieno alle aspettative già presenti nelle "Direttive per la progettazione" del Parco, che descrivono fra l’altro: "…lo specchio d’acqua lagunare fruibile con le imbarcazioni tradizionali lagunari a basso pescaggio e magari anche con il windsurf; ma ci sono anche le rive (oggi sono rive squallide), i luoghi di sosta da creare, cui bisogna dare la fisionomia di un luogo accogliente e ameno. [pag. 19: "Direttive per la progettazione"; da "Concorso internazionale - Un parco per San Giuliano" – Comune di Venezia 1992] . In questo contesto l’"oasi acquea ricreativa" che viene proposta, può costituire sin da ora, a costo zero, il primo lotto agibile e fruibile del Parco di San Giuliano. Un ampio "prato" d’acqua a disposizione di cittadini e ospiti, popolato da natanti a vela e remi, in grado finalmente di assicurare quella continuità fisica fra la città d’acqua e quella di terraferma, che il ponte translagunare non ha mai potuto e mai potrà sancire. Sullo sfondo un panorama prezioso, l’unico degno di questo nome che possa vantare la città di terraferma: la luminosa distesa lagunare intervallata dalle minuscole isole minori e dalle suggestive sagome di Torcello, Burano e Murano. Un’"oasi acquea" in grado di offrire un’immagine vitale e stimolante della città - ben visibile dal ponte translagunare (treni a auto) e dagli aerei in atterraggio al Marco Polo - compatibile e in armonia con il peculiare e delicato ecosistema circostante. Un importante contributo alla qualità di vita urbana, oggi intesa anche come motore di nuovo sviluppo economico. CENNI STORICI I riferimenti documentali più antichi, a ridosso dell’area in questione, sono costituiti da un lato dalla presenza della via Annia (strada consolare del I° secolo a.C., sul percorso dell’attuale via Orlanda per Campalto), dall’altro dai ritrovamenti romani (del I° d.C.) un miglio a nord-est dal Canale di Campalto, immersi nella "palude" al largo del "Marco Polo". Presumibilmente dal VI° secolo in poi "prendono vita i traffici tra le isole e la terraferma, ed il canale che può dare più comode comunicazioni con quest’ultima è quello di S. Secondo che, scavato prima dalle correnti del Musone e successivamente da quelle del Marzenego, costituisce la via più rapida e sicura per i commerci fin dagli albori della storia venezana" ["MESTRE - IL PORTO, IL CASTELLO" di LUIGI BRUNELLO]. Da quei traffici, lungo il Marzenego, prende gradualmente vita il "Porto di Cavergnago", collocato nell’attuale quartiere di Bissuola, soppiantato, a partire dal 1362, dell’attuale "Canal Salso", nuovo "scalo" veneziano in terraferma completato in quell’anno. L’isola di San Giuliano – fino al 1338 sotto il dominio di Treviso – rappresenta il punto di confine dapprima fra Signoria trevigiana e Repubblica veneziana, poi fra dominio di terra e dominio d’acqua della Serenissima. Nel 1152, nell’isola di San Giuliano – sostanzialmente la stessa di oggi – già sorgeva un "ospitale" per i viaggiatori in transito, affiancato nel secolo successivo da un piccolo monastero e dalla celebre "torre" immortalata cinquecento anni dopo dal Canaletto e dal Guardi. A Francesco Guardi, con
"L’isola dell’Anconetta" e "Notturno Lagunare" dobbiamo
due eloquenti immagini della zona a pochi anni dalla caduta di Venezia (1797).
Il "notturno" in particolare - ripreso probabilmente da Campalto –
mostra una luna chiarissima illuminare il nostro tratto di laguna -
riconoscibile dalla sagoma della Torre di San Giuliano - popolato da numerose
barche tradizionali a vela.
Ed è importante segnalare come queste ambientazioni fossero espressamente richieste da committenti stranieri, conoscitori di quei luoghi. Panoramiche minori del
medesimo periodo sono ispirate dalla memorabile ghiacciata dell’inverno
1788-89, con il popolo che cammina sul ghiaccio fra Cannaregio e San Giuliano. L’attuale "Canale di San Giuliano" viene scavato dai francesi fra le barene solo nel 1810 circa, si chiama "Canale Militare" e unisce in modo rettilineo il costruendo Forte Marghera con il canale San Secondo. L’isola di San Giuliano nel frattempo è già diventata una propaggine del Forte. Verrà colpita da una granata veneziana durante i moti del 1848-49 e completamente distrutta in un’esplosione talmente grandiosa da venire immortalata in una tempera dal Querena (Museo Correr). Negli anni 1841-46, la costruzione del ponte ferroviario aveva da poco totalmente stravolto la panoramica dei luoghi: una muraglia di mattoni di quattro chilometri veniva a dividere in due la laguna di Venezia, purtroppo solo il primo atto - di una lunga serie - di sopraffazione della laguna. La crescita delle ciminiere nella nuova area industriale di Marghera inizia negli anni ’20; nel 1931 viene inaugurato il ponte automobilistico; nel 1957 l’aeroporto di Tessera. Negli anni ’60 e ‘70 il margine lagunare da San Giuliano a Campalto è usato per la discarica dei rifiuti industriali di Marghera. Solo negli anni ’90, con l’approvazione del piano guida del Parco di San Giuliano, finalmente la possibilità di risanamento e recupero dell’area.
ELEMENTI IN VALUTAZIONE Gli ultimi sviluppi giustificano purtroppo alcune apprensioni:
Rientrerà chiaramente
fra gli scopi del movimento individuare, fra i punti sopra esposti, gli elementi
ancora in grado di stravolgere, attraverso percorsi ora poco leggibili, il
destino di questo incomparabile territorio. P.ta San Giuliano, li 23 Marzo 2000 |