CIRCOLO VELICO CASANOVA

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martedì 25 luglio 2000
 

Laguna malata, molluschi in pericolo
Allarme degli studiosi: 
«Rischio estinzione anche per i crostacei»


di Sebastiano Giorgi

VENEZIA. Molluschi e crostacei lagunari a rischio estinzione. E' questa la clamorosa conclusione cui è giunto Andrea Critto, autore per la Fondazione Enrico Mattei di uno studio sull'analisi del rischio inquinamento per la comunità bentonica lagunare (cioè su quegli organismi che si mantengono in costante relazione con il fondo). 
L'alta percentuale di metalli inquinanti, tra cui soprattutto il mercurio, presente nei sedimenti della laguna centrale e nord, sarebbe infatti così grave da mettere a rischio perfino la stessa sopravvivenza di molluschi e crostacei inibendone le capacità riproduttive.

Il nuovo allarme che si va ad aggiungere ai tanti altri mali, diossina in primis, che affliggono il delicato ecosistema lagunare è emerso dallo studio compiuto da Critto, collaboratore del dipartimento scienze ambientali di Ca' Foscari, utilizzando la mappa delle concentrazioni di metalli inquinanti sui fondali lagunari fornita dal Magistrato alle Acque. 
«Comparando le analisi dei sedimenti lagunari con i parametri internazionali di attenzione risulta che la concentrazione di mercurio nella laguna nord e centrale, in particolare nelle zone prospicienti la zona industriale di Marghera e in quelle vicine allo sbocco dei fiumi nella gronda lagunare, è superiore ai livelli di rischio accettabili - spiega Critto - una situazione che può creare delle patologie tali nelle comunità bentoniche da portarle al rischio estinzione».

Pericoli per l'uomo? «Allo stato attuale dell'analisi direi di no, ma è certo che una eccessiva presenza di mercurio nel primo anello della catena alimentare suggerisce di approfondire le ricerche, anche perché - continua il ricercatore - c'è il problema dell'accresciuto sommovimento dei fondali che facilita lo scioglimento del mercurio diffondendo l'inquinamento anche tra i pesci». 

La tecnica di pesca dei vongolari e lo stesso traffico acqueo sarebbero infatti, secondo questo studio, i principali responsabili della diffusione dell'inquinamento in tutta la laguna. Anche la direzione assunta nell'analisi del rischio sembra confermare questa preoccupazione. «Lo studio delle vongole per verificare se la loro pesca e commercializzazione comporti un pericolo per l'uomo, l'analisi del latte materno delle veneziane, oltre al recente controllo del siero del sangue, sono gli studi paralleli attraverso cui si sta cercando di capire quali siano le conseguenze dell'esposizione all'inquinamento lagunare per i veneziani». 

Tra tanti dati allarmanti c'è comunque una piccola consolazione, e cioè che a Venezia per la prima volta in Italia si sta applicando la metodologia di gestione dei problemi ambientali normalmente impiegata nei paesi anglosassoni, un tipo di ricerca che va al di là dei soliti raffronti tabellari cui purtroppo viene solitamente limitata l'analisi ambientale in Italia.


 
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