Ellen MacArthur,
vela record: intorno al mondo in 71 giorni
8/2/2005 di Damiano Iovino
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"E' stato un viaggio assolutamente
incredibile, dal punto di vista sia fisico che
mentale - ha detto una esausta MacArthur,
lasciando la sua barca a vela, la Castorama - Avrò
bisogno di un po' di tempo per riprendermi". |
L'inglesina
(28 anni), conosciuta come Piccola Roccia, ha infranto il
record del Giro del Mondo in solitaria senza scalo,
entrando così nella storia della vela, strappando ai
francesi un predominio che durava da 25 anni. Festa grande
al traguardo a Ushant, nord-ovest della Francia > Immagini
Piccola Roccia ce l'ha fatta un'altra volta.
Dopo 71 giorni, 14 ore, 18 minuti e 33 secondi, la giovane
velista inglese Ellen MacArthur ha infranto il record del
Giro del Mondo in solitaria senza scalo, tagliando questa
mattina la linea del traguardo al largo di Ushant, una
piccola isola a Nord Ovest della Francia, con il
gigantesco trimarano B&Q che ha condotto da sola per
27.300 miglia marine pari a 50.560 chilometri.
Partita da Ushant il 28 novembre scorso, Ellen ha navigato
da ovest verso Est, attraverso l'Atlantico e, dopo aver
doppiato il Capo di Buona Speranza, l'Oceano Indiano e il
Pacifico, per poi passare Capo Horn e tornare al punto di
partenza.
All'età di 28 anni, la velista britannica entra così
nella storia della vela, strappando ai francesi un
predominio che durava da 25 anni.
L'ultimo record l'aveva stabilito nel febbraio del 2004 il
francese Francis Joyon che aveva compiuto lo stesso
percorso in quasi 73 giorni.
Alta solo un metro e sessanta, la MacArthur che nel mondo
della vela è conosciuta come Piccola Roccia per la sua
capacità di resistere a qualsiasi tempesta, ha governato
da sola un trimarano di 22,80 metri, con vele immense che
normalmente viene condotto in regata da un equipaggio di
almeno dodici persone.
Eppure la ragazza che nel 1995, all'età di 19 anni vinse
il Giro d'Inghilterra in solitaria con una barca di soli
sette metri, è riuscita a portare il trimarano a una
media di 16 nodi (circa 30 chilometri all'ora), toccando
punte di oltre 30 nodi di velocità.
Nata da una famiglia di contadini nel Derbyshire, Ellen ha
amato il mare sin da bambina: con i primi risparmi si
comprò una barchetta a vela, diventando ben presto una
delle migliori veliste inglesi. A 21 anni partecipa alla
transatlantica in solitaria Mini Transat, dopo aver
lavorato nei team di molti navigatori solitari francesi
per apprendere i loro segreti. Tutti la ricordano quando
girava lungo i moli della Bretagna in cerca di imbarchi:
aveva un paio di jeans, uno zaino con qualche maglietta,
la cerata e gli stivali e questo era tutto il suo
bagaglio.
La ventottenne velista britannica ha attraversato
la linea del traguardo a Ushant, al largo della
costa nord-occidentale francese, in 71 giorni, 14
ore, 18 minuti e 35 secondi. |
Nel 2000 Kingfisher, una nota marca di birra inglese,
punta su di lei e le finanzia la costruzione di un
monoscafo da 18 metri: il predominio francese nella vela
in solitaria, interrotto solo dalla vittoria dell'italiano
Giovanni Soldini nella Around Alone 1998/1999, il giro del
mondo a tappe in solitaria, durava olrmai da troppo tempo
e gli inglesi volevano a tutti i costi tornare a dominare
il mare.
La scommessa su Ellen si è rivelata subito vincente:
proprio nel 200, al suo esordio in regata con la barca
nuova, sbaraglia tutti gli avversari alla New Man Star, la
traversata in solitaria dell'Atlantico, nel 2001 arriva
seconda alla Vendée Globe, solitaria attorno al mondo e
nel 2002 batte il recodo della Rotta del Rhum. La sua
marcia verso la gloria si interrompe nel 2003, quando
l'albero della sua barca si rompe durante la regata «Jules
Verne», ma è solo una pausa.
Ora la ragazza, distrutta da due mesi e mezzo di
navigazione tra i mari più tempestosi del mondo, durante
i quali è stata costantemente ripresa dalle 12
microtelecamere installate a bordo, finalmente potrà
dormire un po' più a lungo delle due o tre ore che
riusciva a rubare al lavoro, nella sua giornata fatta di
cambi di vele, controllo della rotta e, soprattutto, lotta
per sopravvivere nella tempesta.
Quando si sarà rimessa posto, forse la regina Elisabetta
la chiamerà e l'Inghilterra avrà un altro Commander of
the British Empire, come è tradizione per i grandi
velisti anglosassoni.
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