Movimento per l'adozione ambientale della laguna davanti San Giuliano       

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Un testo di Paolo Lanapoppi, tratto dal sito Pax in Aqua, per capire cosa significhi "moto ondoso", 
in laguna e in città, a Venezia. 
Poche righe per conoscere un dramma ignorato, più distruttivo dell'acqua alta.
 

"Tutte le lagune dei mondo sono ambienti affascinanti.
Sono specchi d'acqua tranquilli, protetti dalla furia dei mare, immersi nel silenzio e nella quiete.
Sull'acqua quasi immobile si specchiano albe e tramonti tra lontani profili d'isole, strisce di terra che si spesso alzano sull'acqua di pochi centimetri.
Stormi di uccelli migratori vi sostano a riposarsi dei viaggio. Basta il fruscio di un remo o l'abbaiare di un cane lontano per farli alzare in volo

Proprio al centro di una delle più antiche lagune dei mondo sorgeva una città d'incomparabile bellezza, considerata preziosa da tutta l'umanità.
Un patrimonio d'arte e poesia che alla presenza dell'acqua doveva gran parte dei suo fascino.
Per secoli e secoli i suoi abitanti l'avevano arricchita di opere d'arte, protetta e venerata in tutti i modi.
Nei suoi canali la corrente di marea scorreva lentamente, senza arrivare a incresparli.
Case e palazzi vi si specchiavano riflettendo i colori della pietra e degl'intonaci.

Ma poi è arrivata l'era dei motori marini.
La città ha bisogno di essere rifornita! E le uniche arterie di passaggio sono i canali.
Grazie alla forza dei motori, le barche da trasporto possono diventare più lunghe e più larghe. 
Ora sono quasi tutte oltre i dieci metri.

Negli stretti canali alzano onde paurose. Ogni colpo di acceleratore, ogni retromarcia crea un vortice d'acqua che risucchia il cemento e i mattoni delle rive e dei palazzi.
Nelle curve a gomito si manovra a colpi di diesel. Tutte le case situate sulle curve mostrano fessure e cominciano a crollare.

Fuori in laguna, sui canali tra un'isola e l'altra, si va a tutta manetta. Il tempo è denaro! Bisogna correre, per fare prima, per battere la concorrenza, e anche per non annoiarsi su quella monotona laguna!
Appena poi si avvicina l'estate, dalle darsene alle foci dei fiumi scendono verso il mare i motoscafi dei veneti ricchi e operosi. E'una flotta da far invidia ai mari di Miami.

I motori hanno cento, duecento cavalli.
Nella laguna tutto è permesso! Non ci sono limiti!
Le grandi poppe quadrate alzano onde possenti. La lunga scia bianca di schiuma mostra che qui non si scherza!
Si gode il vento sui capelli, sono esaltanti gli spruzzi dell'acqua sollevata.
E’ bello correre, volare verso le bocche di porto!

Per i meno ambiziosi ci sono altre, più economiche soluzioni.
Sono stati inventati i barchini.
Sono scafi in vetroresina, di facile manutenzione, perfetti per la pesca e il diporto. Con le loro poppe larghe e squadrate sopportano motori da cinquanta, cento cavalli. Volano in planata su canali e paludi. rimbalzano sull'acqua come piattelli. Possono andare a cinquanta, sessanta chilometri all'ora. Rombano di giorno e di notte, con gli stereo a tutto volume, con luci o senza luci, non hanno paura di nulla.

I fondali si appiattiscono, i sedimenti sollevati e rimescolati non ospitano più forme di vita. I vecchi pescatori guardano e scuotono il capo.
Nel nuovo ambiente marino riescono invece a proliferare le vongole.
Negli ultimi quindici anni la laguna se n'è stranamente riempita.
Sono una specie importata dalle filippine, di grande valore economico, che ha spodestato le altre forme di vita.
Se ne trovano fino a due chili per metro quadrato.
Sono come un letto imme
nso di biglietti da centomila lire sul fondo della laguna. Basta andare a raccoglierle! si va di giorno e di notte.

Si va con motoscafi chiamati drifting, con motori da duecento cavalli.
Si arano i fondali immergendovi le eliche di vecchi motori, dietro i quali stanno i rastrelli. Il fondo della laguna si rovescia, si spiana, si setaccia.

Milioni di metri cubi di sedimenti restano sospesi nell'acqua e tornano in mare con le maree. Il profilo dei fondo è diventato una lunga linea piatta, come l'encefalogramma di un morto. Non resta più nulla di vivo.

I drifting oggi in azione sono più di seicento.

Come sono belli i taxi lagunari, con le loro forme un po'antiquate! E come corrono! Venti minuti dall'aeroporto a piazza San Marco!
Forse i taxi di oggi sono un po' troppo grandi rispetto ai canali in cui corrono, forse i duecento cavalli creano qualche danno alle rive.
Forse stanno smantellando l'antica città.
Ma il lavoro preme, il guadagno si accumula.

I taxi acquei portano fino a sedici persone. Nelle città di terraferma si chiamerebbero autobus.
Ma ogni tentativo d'introdurre scafi più ragionevoli è stato sconfitto.

E poi ci sono i cosiddetti lancioni, chiamati anche Gran Turismo.
Sono piccole navi che trasportano i turisti dalla gronda lagunare e dalle spiagge dei Veneto.
Entrano in laguna e si precipitano verso piazza San Marco.
I lancioni non hanno orari.
I conducenti non hanno divise.
Rispondono a una sola legge: far presto, per ritornare a imbarcare altri turisti.

Per il canale della Giudecca, in un giorno di settembre, ne passano più di quattrocento. 
Le due rive dei canale sono in continuo rifacimento, al costo di decine di miliardi. Le finestre dei palazzi tremano. Le barche a remi e quelle più piccole hanno imparato a evitare il canale; c'è il pericolo serio di affondare.

I turisti, ignari, si divertono: è un'entrata trionfale in città, veloce e sicura, panoramica. Certo, il canale è agitato da un sacco di onde; ma forse andrà bene così. Altrimenti qualcuno interverrebbe! Non si lascerebbe certo danneggiare un patrimonio così prezioso!

Le isole della laguna, erose senza rimedio da onde incessanti, stanno scomparendo.
Gli edifici della città incomparabile stanno crollando, corrosi alle fondamenta dal risucchio dell'acqua.
Le rive si sbriciolano, le strade si spalancano in voragini sotto i piedi dei passanti.
Le rive e le facciate pericolanti non si contano più.

Dietro i mattoni mancanti si aprono vere caverne, per il risucchio dell'acqua mossa dalle eliche dei motori.
Nei pianterreni delle case i pavimenti sprofondano.
Sopra i buchi incipienti i muri s'inclinano, si aprono fessure.
Una volta iniziato, il processo è molto rapido.
Le fessure si allargano, i muri crollano.

Come si è arrivati a questa situazione?
Perché nessuno fa nulla per fermare il massacro?

Eppure le autorità competenti ci sono, e sono molte.

Il Comune di Venezia è competente per i canali interni della città.

La Capitaneria di Porto per i canali marittimi.

Il Magistrato alle acque per i canali periferici e le isole.

La Provincia di Venezia ha emesso un Regolamento ma non ha il potere di farlo applicare.

La Regione Veneto concede permessi per darsene da diporto.

Ognuno fissa le sue regole in modo autonomo. Ma non c'è ancora un limite alla dimensione degli scafi, alla potenza dei motori, all'emissione di gas inquinanti. I limiti di velocità sono descritti in una selva di ordinanze difficili da reperire.

E nessuno ha il personale per eseguire i necessari controlli. 

L'impunità per i trasgressori è praticamente totale.

                 Paolo Aleramo Lanapoppi - 2000