CIRCOLO VELICO CASANOVA

P.ta San Giuliano - Mestre Venezia

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Mercoledì, 19 Luglio 2000
L’alto canone di affitto preteso dall’assessorato al Patrimonio potrebbe presto costringere alla chiusura la società sportiva che mantiene la tradizione della voga veneta in Terraferma
La Canottieri rischia la fine
Il presidente Bertan: «Dateci in gestione gli impianti, li rimetteremo a nuovo»
A rischio l'attività sociale della Canottieri Mestre e dei suoi 500 soci. ù

Il circolo di Punta San Giuliano oramai da 25 anni svolge le sue attività sportive di voga, canottaggio e tennis nel lembo di terra che si affaccia sulla laguna. 
La società rappresenta una delle pietre miliari dello sport mestrino ed anche una specie di patrimonio storico per un'attività, come la voga alla veneta, sempre più ristretta e poco considerata. 

Una querelle burocratica aperta tra Canottieri Mestre e assessorato al Patrimonio sta, però, mettendo in crisi il circolo. Azzerato il debito di 61 milioni di lire con l'acquisizione dei beni immobili della società (capannoni, bar, campi da tennis) da parte del Comune di Venezia nel 1998, nel settembre dello stesso anno l'assessorato al patrimonio ha comunicato al presidente della Canottieri Paolo Bertan l'obbligo del pagamento di un canone d'affitto annuo di 18 milioni. 

Dopo una serie di incontri tra Bertan e la segreteria generale dell'assessorato al patrimonio, in cui Bertan contestava alcune imposizioni e chiedeva delle correzioni, nel settembre del 1999 una delibera della giunta comunale confermava il pagamento del canone d'affitto e annunciava l'imposizione del rilascio dell'area nel caso iniziassero i lavori riguardanti la realizzazione del Parco San Giuliano, con una penale di 500 mila lire per ogni giorno di ritardo. 

L'ex assessore allo sport Piero Rosa Salva, venuto a conoscenza dei fatti che a quel punto coinvolgevano non solo la Canottieri Mestre, ma anche tante altre società sportive veneziane, e avendo intuito che il pagamento di un canone d'affitto di tale cifra significava la definitiva chiusura, aveva avviato una pratica per il passaggio all'assessorato allo sport di tutte le strutture sportive soggette al controllo dell'assessorato al patrimonio. 

In questo modo si sarebbe potuta studiare una soluzione per attivare delle convenzioni con l'amministrazione comunale che avrebbe sfruttato come sua proprietà i vari impianti a disposizione, lasciando la gestione degli impianti a carico delle società già presenti. «Nessuno ha più parlato di quella pratica avviata dall'ex assessore Rosa Salva - ha commentato il presidente della Canottieri Mestre, Paolo Bertan - e oggi siamo qui a combattere con i debitori e con una burocrazia che non vuole capire che non siamo altro che delle società sportive la cui attività è senza fini di lucro e quelle che loro definiscono strutture che utilizziamo sono fatiscenti e al limite della sicurezza. 

Fateci gestire questi impianti, concedeteci la possibilità di risistemarli e di offrire la possibilità di fare dello sport ai mestrini. Se questo non avverrà e qualche funzionario testardo continuerà a predicare solo secondo leggi e numeri, allora saremo costretti a chiudere. Ma a quel punto faremo noi delle verifiche su tutte quelle società sportive che praticano attività su aree demaniali che gestisce l'assessorato al patrimonio, ma che non sono tenuti a pagare nessun canone d'affitto".

Raffaele Rosa


 

 

 
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