Nel
2000 Adola ha avanzato richiesta a Magistrato alle Acque,
Regione, Provincia e Comune di Venezia,
affinché questi luoghi siano protetti e resi accessibili esclusivamente
a fruizioni sostenibili, in primis
alla nautica naturale.
L’area
acquea inizialmente individuata, denominata “Parco acqueo urbano”,
comprende un'area di circa 600 ettari, e rappresenta l'estensione in
laguna del Parco di San Giuliano.
In
tempi successivi è stato chiesto
di estendere l’area originaria, fino a comprendere le barene fra
Campalto
e l’aeroporto Marco Polo, e lo spazio acqueo fino al canale di
Tessera.
Nel “Parco acqueo urbano” sono
comprese le Isole abbandonate di San Giuliano e di Campalto, ma vengono
altresì
considerati, in quanto strettamente interconnessi, l’isola di S.
Secondo, il corso acqueo del Canal
Salso e il tratto Scaricatore-Osellino, navigabili fino nel cuore di
Mestre.
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