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Giovedì, 17 Gennaio 2002
AMBIENTE Il Consorzio di bonifica vara la seconda fase del progetto di riqualificazione del Marzenego
In barca al parco di San Giuliano
Lavori per 14 milioni di euro, ma il Dese Sile chiede una riforma del comparto acqueo
Dal centro al parco di San Giuliano in barca. 

E poi avanti, fino alla laguna. Quello che una volta era la naturale via di collegamento fra il centro storico e la città di terraferma potrebbe presto tornare praticabile. 
Lo auspica il Consorzio Dese Sile, che dopo aver recuperato, in collaborazione con il Comune, il ramo delle Beccherie del Marzenego, conta ora di completare il lavoro di riqualificazione ambientale del basso corso dell'Osellino. 

Il progetto, dal costo stimato di quasi 27 milioni di euro (52 miliardi di lire), costituisce l'intervento di maggiore portata allo studio del Dese Sile, in attesa del finanziamento pubblico. 

Ed è una delle priorità che il consorzio presieduto da Paolo Dalla Vecchia, che ieri ha illustrato il bilancio dell'ultimo anno, intende affrontare: «Ora come ora - spiega il direttore dell'ente Lorenzo Del Rizzo - il tratto conclusivo dell'Osellino è quasi interrato, e le stesse barche ormeggiate alla riva creano problemi». Uno stato che rischia di compromettere il lavoro condotto a monte lungo il Marzenego, e che attualmente si ferma al ponte di via Pio X. 
«Una volta riqualificato - prosegue Dalla Vecchia - sarà possibile ripristinare la navigazione lungo il fiume, come ipotizzato dal Comune, andare in barca al parco di San Giuliano e valorizzare le vie acquee che per decenni Mestre ha nascosto nel suo tessuto urbano».

Ma la fase-due dell'operazione Marzenego è solo uno dei fronti che vede impegnato il Consorzio. «La gente - lamenta Dalla Vecchia - si ricorda di noi solo quando c'è un'emergenza, o quando riceve la cartella di pagamento». Ma è bene ricordare che dal lavoro quotidiano dei circa sessanta dipendenti del consorzio dipende la sicurezza idraulica di un territorio di 45 mila ettari a cavallo fra le province di Venezia, Padova e Treviso. Nel 2001 sono stati eseguiti lavori per quasi 12 milioni di euro (23 miliardi di lire) fra i quali vari interventi lungo il fiume Zero fra Marcon e Mogliano e la realizzazione dello scolmatore di Noale, che ha reso più sicuro l'intero corso del Marzenego. Per il 2002 sono previste opere per 14 milioni di euro, quasi il triplo del costo dell'attività corrente del consorzio, che saranno investiti per rendere più sicuro l'intero territorio. «Per questo sarebbe necessaria - dice il presidente del Dese Sile - una vera e propria razionalizzazione dei servizi», ora ancora suddivisi fra diversi enti. «E sarebbe anche opportuno - per Dalla Vecchia - che i consorzi fossero direttamente coinvolti nella riforma in atto, e che tanto per cominciare non si parlasse più di bonifica, ma di difesa delle acque». Una distinzione che aiuterebbe i cittadini, ma anche le altri istituzioni a comprendere l'importanza del lavoro svolto dai consorzi, e la necessità di pagare il contributo, che potrebbe diventare un tributo vero e proprio, magari collegato al pagamento dell'Ici. Invece la sicurezza idraulica ancora oggi è poco considerata. «Basti pensare - conclude il direttore Del Rizzo - che quasi nessun Comune ha un piano idraulico di difesa del territorio».

Alberto Francesconi