Dal centro al
parco di San Giuliano in barca.
E poi avanti,
fino alla laguna. Quello che una volta era la naturale via di
collegamento fra il centro storico e la città di terraferma
potrebbe presto tornare praticabile.
Lo auspica il Consorzio Dese
Sile, che dopo aver recuperato, in collaborazione con il Comune,
il ramo delle Beccherie del Marzenego, conta ora di completare il
lavoro di riqualificazione ambientale del basso corso dell'Osellino.
Il progetto, dal
costo stimato di quasi 27 milioni di euro (52 miliardi di lire),
costituisce l'intervento di maggiore portata allo studio del Dese
Sile, in attesa del finanziamento pubblico.
Ed è una delle
priorità che il consorzio presieduto da Paolo Dalla Vecchia, che
ieri ha illustrato il bilancio dell'ultimo anno, intende
affrontare: «Ora come ora - spiega il direttore dell'ente Lorenzo
Del Rizzo - il tratto conclusivo dell'Osellino è quasi interrato,
e le stesse barche ormeggiate alla riva creano problemi». Uno
stato che rischia di compromettere il lavoro condotto a monte
lungo il Marzenego, e che attualmente si ferma al ponte di via Pio
X.
«Una volta riqualificato - prosegue Dalla Vecchia - sarà
possibile ripristinare la navigazione lungo il fiume, come
ipotizzato dal Comune, andare in barca al parco di San Giuliano e
valorizzare le vie acquee che per decenni Mestre ha nascosto nel
suo tessuto urbano».
Ma la fase-due dell'operazione Marzenego è solo uno dei fronti
che vede impegnato il Consorzio. «La gente - lamenta Dalla
Vecchia - si ricorda di noi solo quando c'è un'emergenza, o
quando riceve la cartella di pagamento». Ma è bene ricordare che
dal lavoro quotidiano dei circa sessanta dipendenti del consorzio
dipende la sicurezza idraulica di un territorio di 45 mila ettari
a cavallo fra le province di Venezia, Padova e Treviso. Nel 2001
sono stati eseguiti lavori per quasi 12 milioni di euro (23
miliardi di lire) fra i quali vari interventi lungo il fiume Zero
fra Marcon e Mogliano e la realizzazione dello scolmatore di Noale,
che ha reso più sicuro l'intero corso del Marzenego. Per il 2002
sono previste opere per 14 milioni di euro, quasi il triplo del
costo dell'attività corrente del consorzio, che saranno investiti
per rendere più sicuro l'intero territorio. «Per questo sarebbe
necessaria - dice il presidente del Dese
Sile - una vera e propria razionalizzazione dei servizi», ora
ancora suddivisi fra diversi enti. «E sarebbe anche opportuno -
per Dalla Vecchia - che i consorzi fossero direttamente coinvolti
nella riforma in atto, e che tanto per cominciare non si parlasse
più di bonifica, ma di difesa delle acque». Una distinzione che
aiuterebbe i cittadini, ma anche le altri istituzioni a
comprendere l'importanza del lavoro svolto dai consorzi, e la
necessità di pagare il contributo, che potrebbe diventare un
tributo vero e proprio, magari collegato al pagamento dell'Ici.
Invece la sicurezza idraulica ancora oggi è poco considerata. «Basti
pensare - conclude il direttore Del Rizzo - che quasi nessun
Comune ha un piano idraulico di difesa del territorio».
Alberto Francesconi
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