CIRCOLO VELICO CASANOVA P.ta San Giuliano - Mestre Venezia |
||
Home
>
|
||
Il giro del mondo in barca a vela di una famiglia con un bambino diabetico Sentieri di mare A cura di Anna Manetti Il 16 aprile è stato proiettato presso il Centro culturale Candiani di Mestre - Venezia il filmato “Sentieri di mare”, una serie di impressioni visive dell’avventura di una famiglia veneziana, i Gerotto, che fra il 1999 e il 2003 hanno percorso gli oceani in barca a vela, fermandosi soprattutto nelle isole più selvagge e poco abitate, con il loro figlio Francesco, che nell’agosto 1996, a tre anni e mezzo, si era ammalato di diabete. Franco e Laura Gerotto, appassionati del mare e della vita a contatto con la natura, hanno progettato il loro viaggio già negli anni 1995-96 ed erano pronti a salpare da Chioggia quando Francesco viene ricoverato d’urgenza in ospedale per l’improvviso esordio del diabete. Sono allora costretti a rimandare l’attuazione del loro sogno ma, superato il primo momento di sconforto e conosciuta meglio la malattia del bambino, nel 1998 attrezzano la barca per gestire nel miglior modo possibile i problemi posti dal diabete e provano, come collaudo, a navigare per sei mesi nel Mediterraneo. Possono essere in qualsiasi momento in contatto con i diabetologi di fiducia attraverso un ponte radio o le e-mail e si mettono d’accordo con amici, che ogni mese si riforniscono di tutto ciò che serve a Francesco, per poi consegnarlo alla mamma del bambino quando due volte l’anno viene in Italia. Nell’estate del 1999, cresciuta la fiducia nelle proprie capacità e la consapevolezza di potercela fare, decidono infine di affrontare gli oceani e passano lo stretto di Gibilterra: sostano alle Canarie, a Capoverde e poi nelle isole del Venezuela e a nord della Colombia, meno turistiche e più autentiche dei Caraibi; il primo contatto col mondo esotico! Nella primavera del 2000 si trovano nell’immensità del Pacifico, scortati da delfini, squali e pesci volanti. Si fermano nelle incantate Galapagos e poi, viaggiando diciannove giorni senza vedere terra, arrivano nelle selvagge isole Marchesi. Si avvicina la stagione dei cicloni e decidono di trascorrerla in Polinesia, vivendo in isole disabitate o con piccolissimi villaggi: le Tuamotu, Vavau, Bora Bora, Tongatapu. In un isola deserta incontrano il francese Gérard che, dopo un primo momento di ostilità, è conquistato dalla simpatia di Francesco e diventa suo grande amico, insegnandogli le a volte dure leggi della natura. Finiranno per passare in Polinesia un anno e mezzo: una vita con poche comodità, ma affascinante, senza orologi, né calendari; una scommessa con se stessi e un’esperienza eccezionale sia per i genitori che per il bambino. Nelle immagini del film si vede Francesco, bello, pieno di vita e di energia, affrontare sia le incombenze quotidiane come i compiti scolastici in barca, seguito dalla mamma, o le iniezioni di insulina che si fa con la massima disinvoltura, fra la curiosità dei nativi che lo accompagnano, sia le imprese più rischiose come le immersioni fra gli squali o l’arrampicata sulla cima di un vulcano, attraverso una giungla fittissima e quasi inaccessibile, con gran fatica e rischio di disidratazione. Esperienze estreme che certo sarebbero sconsigliate da qualsiasi medico, ma che dopo un progressivo allenamento e con un minimo di cautele risultano affrontabili e costituiscono il miglior messaggio di speranza e di incoraggiamento per qualsiasi ragazzo diabetico. Prima della proiezione del film, la dottoressa Michela Chirico, la diabetologa che segue ora Francesco, ormai quattordicenne, ha raccontato come con sua sorpresa gli anni in giro per il mondo in barca siano stati per il ragazzino il periodo di miglior gestione della malattia, non solo per l’attenzione dei genitori ma forse anche per lo stile di vita più naturale e più sano, lontano dalle tentazioni dei cibi artificialmente elaborati in uso nei nostri paesi. Lo si vede, infatti, alle prese con enormi aragoste o con pesci quasi più grossi di lui da cuocere sulla brace e a gustare spicchi di pompelmi giganti, bevendo il liquido delle noci di cocco. Qualche problema non sarà mancato in questa vita così insolita. La mamma ha ammesso che un paio di volte si è trovata a dover affrontare crisi ipoglicemiche gravi (ma questo può accadere anche a casa) e qualche difficoltà nel gestire le dosi di insulina, quando il bambino soffriva di nausea durante le tempeste. Sulla via del ritorno la famiglia italiana è sfuggita con un po’ di fortuna perfino ad un tentativo di abbordaggio notturno da parte di un barcone di pirati. Probabilmente a Francesco è mancata ogni tanto la compagnia dei coetanei, dato che ha frequentato solo per brevi periodi le scuole alle Galapagos, a Tonga e in Nuova Zelanda. Come ha detto suo padre “la scuola che ha frequentato più a lungo è stata quella della Natura... delle persone con cui ha stretto amicizia e la scoperta di animali enormi e minuscoli... Pur avendo lasciato cose importanti come gli affetti, le sicurezze, il lavoro... siamo tornati arricchiti di felicità”. A cura di Anna Manetti Data ultimo aggiornamento: Mercoledì, 18 Aprile
2007 6:30:00 |