Mer 23 Mag 2007
4:14 pm
Umberto Modena del Buzz Levante ha scritto un buon resoconto della
velalonga. Giorgio Pavan.
Per
il racconto originale vai al sito
Velalonga
2007, fatta.
Velalonga
2007
Che bella regata, nonostante una
partenza posticipata per mancanza di
vento, una bellissima regata, piena di
scelte tattiche e difficili prove da
affrontare. Ma anche una regata in cui
abbiamo potuto sfruttare alcune
caratteristiche del nostro Levante (Buzz)
quali il gennaker e le appendici
basculanti. Parto con la cronaca, finché
la ricordo.
L’avventura inizia il sabato mattina,
quando ci troviamo ed iniziamo il
viaggio, Horus sul tetto e Levante sul
carrello, buona compagnia in auto,
battute e racconti allietano il viaggio.
Carlo e Lucia ci precedono col loro
laser, ci troviamo per una pausa tecnica
al Decatlon di Padova, poi si riparte,
si cerca del pane fresco ed alla fine si
arriva a punta S.Giuliano.
Un circolo cordiale e disponibile, anzi
vari circoli, velici e remieri, con un
prato al centro, due baretti, tre gru,
dei grandi piazzali. Armiamo le barche
velocemente per uscire in un bel vento,
di oltre dieci nodi.
girato e montato da Ubi,
www.univela.it
Col Levante io e
Luca raggiungiamo prima la zona di
partenza, e poi seguiamo una prima parte
di percorso, cercando di capirne il
fondo, in vari punti intorno ai 20 cm.
Proviamo a girare l’isola di S.Secondo
e poi ci facciamo attirare da Venezia,
la raggiungiamo e ne inbocchiamo un
canale, non abbiamo un’euro in barca e
quindi non scendiamo, ma è affascinante
essere li, sulla nostra deriva. Tornando
andiamo anche a perlustrare il Seno
della Sepa, ultima parte del percorso,
anche questa con fondali
da…passeggiata.
Una volta alata la barca, riposte le
vele e fatta la doccia, ci presentiamo
nel prato dei circoli, dove ci attende
un’aperitivo e le tavolate illuminate
da candele (anche per le zanzare, non
troppe a dire il vero, comunque abbiamo
l’Autan). La cena è accompagnata da
un complesso rock che suona anni 60/70
poco famosi, non è proprio il massimo,
comunque fa molto woodstock. I piatti
sono un …variegato di specialità
lagunari, a base di pesce naturalmente,
non sempre soddisfacenti, ma che si
conclude con una torta di buon
pandispagna e crema nonsoké.
Irene nel frattempo ci ha raggiunto, col
suo paparino simpatico e la loro bella
barca, un novemetri largo e abitabile,
completamente in legno, alberi compresi,
due alberi! E con loro regateranno
AndreaF e AndreaA. Dopocena ci
ritiriamo, manca poco a mezzanotte
ormai, nelle tendine piazzate a bordo
campo, le prime ore si dorme da siori
(stanchi come eravamo) ma poi la schiena
inizia a cigolare e alle prime luci
dell’alba qualcuno inizia a muoversi.
Colazione e poi via di corsa a preparar
le barche, evitiamo l’assalto alle
gru, e così alle 8e30 siamo in acqua,
per raggiungere la partenza ci
impiegheremo un’oretta almeno, e per
un tratto spingendo la barca, camminando
in una spanna d’acqua.
Le barche sono circa 200, alla prima
partenza partono i multiscafi, i 4e70 e
i FlyJunior. Dopo un quarto d’ora
toccherà a noi, assieme a tutte le
altre barche, tranne le vele al terzo,
che partiranno altri 15 minuti dopo.
Partenza, pochissimo vento in 40 cm
d’acqua. Irene e co non riescono a
raggiungerla con il loro novemetri di 80
cm di pescaggio.
-15’ partono i catamarani, i 4e70 e i
FJ
-10’ scuffiamo per riparare il
segnavento in testa d’albero.
-5’ siamo in zona barca giuria, dove
vorremmo partire, il vento ha girato ed
ora viene da 120° rispetto alla prima
boa, fortuna, potremo utilizzare subito
il gennaker.
-3’ caliamo tutta la deriva, nella
sabbia, mantenendo così la posizione,
prua al vento.
-1’ iniziamo a ruotare timonando
-15” alziamo la deriva, e partiamo,
mura a destra in barca giuria, chiedendo
acqua chiudiamo un paio di barche che si
volevano infilare ed usciamo.
Alziamo subito il gennaker e sopravento
a tutti partiamo veloci, la prua sulla
prima boa, in un attimo siamo in testa
alla flotta (circa 150 barche). Qualcuno
corre più di noi, ma orzando e quindi
va molto sopravento alla boa, quando
calerà l’aria si troveranno fermi e
lontani.
Ci segue minacciosamente un laser
arancione, con fiocco e spi, in due
d’equipaggio, un trimarano
autocostruito ed il laser eps
Alla prima boa troviamo ferme varie
barche di quelle partite 15’ prima,
senza vento, riusciamo a far
“camminare” la nostra, virando e
puntando verso il ponte della libertà,
dove sembra esserci un po’ d’aria.
Nel far qualche bordo una barca non ci
da la precedenza e ci fa perdere del
tempo, ne approfittano gli arancioni e
l’eps, passandoci e insistendo per
raggiungere l’aria fresca vicino al
ponte, ma noi viriamo prima azzeccando
la layline che ci porterà perfetti
all’isola di S.Secondo ( sulla carta
punto 4, da lasciare a sinistra), una
voce amica (Carletto) da dietro ci
incita a continuare così che andiamo
bene, arriveremo al pari degli arancioni
che potremo però controllare grazie
alla precedenza da sottovento. Uscendo
al di là dell’isola troviamo altri
…impantanati, specie a destra, verso
est, verso Venezia, e quindi strambiamo
al più presto portandoci sulla stessa
aria che ci ha fatto raggiungere
l’isola qualche minuto prima, andiamo
a sfiorare la flotta che naviga in
direzione opposta inseguendoci…
Appena presa l’aria strambiamo di
nuovo per affrontare il lungo bordo che
ci porterà fino a Tessera (punto 5),
abbiamo l’aria al traverso. Gli
arancioni ci seguono andando anche più
dentro all’aria e quindi portandosi
sottovento a noi, per un po’ sembra
che viaggino più veloci, ma dura poco.
Siamo in un’ottima posizione,
controlliamo quelli alla nostra destra,
che non hanno vele di prua portanti e
quindi non possono poggiare, e anche gli
arancioni che con lo spi non possono
orzare e si trovano alla nostra
sinistra, davanti a loro due RS che
pompando continuamente la randa son
riusciti a prendersi un vantaggio tra la
boa e l’isola di S.Secondo.
Passando vicino ad una briccola notiamo
un forte corrente laterale da destra,
marea che entra, e quindi alziamo le
appendici e orziamo, apriamo il gennaker
e andiamo molto più veloci
scarrocciando tantissimo, ma la
direzione è giusta arriviamo primi a
Tessera.
Ammainiamo il gnk e orziamo di 90°, il
piccolo trimarano si fa sotto essendo più
veloce di noi in questa andatura, cerca
di passarci sopravento e noi ci
difendiamo per 6/7 volte orzando al
limite, non passa nemmeno sottovento,
dove lo lasceremo volentieri passare non
essendo della nostra classe. Questo fa
si che arriviamo alla draga (punto 6)
molto sopravento e ciò ci aiuterà nel
passaggio, dove una forte corrente
contraria costringe a bolinare in poco
spazio. Passato questo stretto
manteniamo un lungo bordo mure a destra
portandoci in “mare aperto” sperando
di trovare aria più intensa, anziché
seguire i canali segnati costeggiando
Murano. E’ una zona aperta, con un
paio di grandi canali trafficati che
creano parecchio moto ondoso, in questo
tratto non possiamo contenere i più
lunghi RS (550cm) e rusciamo a tener
dietro i soliti, arancione e Eps.
Ci avviciniamo al canale di S.Erasmo di
bolina, ciò significa che nel suo primo
tratto la bolina sarà ben larga, da
consentirci una gennakerata…e difatti
nel primo tratto voliamo, riagguantando
gli Rs e lasciandoci il vuoto dietro. Il
secondo tratto del canale è stretto e
di bolina, con una forte corrente
contraria, farlo tra tante barche è
disastroso perché si devono rispettare
le precedenze e subire i rifiuti, noi
invece siamo soli, bordeggiamo
regolarmente ed in un’attimo siamo ad
affrontare l’ultimo tratto,
costeggiando le Vignole, che dovrebbe
essere il più semplice, un’altra
bolina larga che poi passa al traverso.
Ma non è così, e ci troviamo di nuovo
bolina e corrente, non riusciamo ad
avanzare bene e dietro si avvicinano
tutti minacciosi, eps, arancione,
micro-tri, e persino il buon Carlo !
Ma siamo i primi ad uscire da questa
buca e finalmente vediamo ricrearsi lo
spazio dietro di noi.
Poggiamo per affrontare le onde con più
energia, uscendo dal canale e rischiando
sopra le secche, alziamo timone e deriva
e quindi scarrocciamo tantissimo verso
Murano, al canale dei Marani
ri-immergiamo le appendici e iniziamo a
riprendere sopravento, Raggiungiamo e
passiamo il FlyJunior di Brenzone (1970)
in legno, di due bravi coniugi.
Dietro di loro Venezia, con S.Marco etc.
IL prossimo passaggio è lo stretto tra
Murano e l’isola del cimitero,
dopodichè l’ostacolo dell’alta
tensione e poi via col lunghissimo bordo
che ci riporterà a San Giuliano.
Dopo l’alta tensione, all’incirca al
punto 9, troviamo gli RS fermi, e
decidiamo allora di stare “alti”
orzando un po’, allungando il percorso
ma portandoci verso il ponte della
Libertà, dove vediamo l’acqua
segnata, ciò ci porta in pochi minuti a
raggiungere e superare gli RS, nemmeno
il tempo di farci i complimenti e dietro
vediamo arrivare l’FJ a spi gonfio e
scegliendo la destra correre più di
noi, non è un problema , non è in
classe con noi e potremmo anche
lasciarlo andare, il brutto è che da
dietro arriva anche l’arancione a
gonfie vele e sta ancora più a destra,
e corre ancora di più, lui è in classe
con noi e non vogliamo rischiare,
strambiamo ed andiamo a chiudergli la
strada, gli RS partono con la nostra
aria, e noi finiamo vicini
all’arancione con l’aria che cala,
ci passano quando strambiamo per
metterci sulle loro mura, cerchiamo di
non perderli armando il gennaker, ma ci
portano di bolina tornando ad orzare per
passare sopra all’isola di Campalto,
barca a segno, un paio di minuti di
venticello convinto e gli passiamo
sopra, poggiandogli poi sulla prua e
cercando di scaricargli tutti i rifiuti
possibili. Lentamente ma inesorabilmente
prendiamo un distacco confortevole.
Navighiamo in 30 cm d’acqua, con
pochissima deriva e timone, bisogna
guidare con le vele per evitare straorze
o strapogge. Siamo a metà di questo
lungo bordo e potremmo essere
tranquilli, loro che non riescono a
starci dietro, davanti l’FJ in
solitario, ma gli arancione non cedono e
disperati provano ad armare lo spi
strallato, alziamo il gennaker e in
un’attimo aumentiamo il distacco,
raggiungendo e passando l’FJ poco
prima dell’ingresso del seno della
Sepa…ultimo canale che porta
all’arrivo. Anche gli Arancione
passano l’FJ, ma ormai la battaglia
con noi non c’è più, bordeggiamo
tranquilli nel canale prima di arrivare
all’arrivo e dare il nostro numero
velico: 113
113, 1° di classe 13° in assoluto.
L’Fj ripasserà di nuovo gli arancioni
(secondi nella nostra classe) prima
dell’arrivo, Carlo arriverà una
mezz’oretta dopo, vincitore tra i
Laser. L’altro Buzz, nostri
antagonisti-amici che l’anno scorso ci
hanno preceduto di una posizione
guadagnando il podio, arriverà 40
minuti dopo di noi, col grosso della
flotta, tra cui anche il buon PierLeo,
che alla sua prima esperienza si è
divertito un sacco, seppur senza
notevoli risultati sportivi.
Alla premiazione han saltato la nostra
classe, poi son tornati e ci han
premiato, erano un po’ disorganizzati,
deve esserci qualche cosa che non
funziona all’interno del direttivo…
S riparte , si torna a casa, con una
gran soddisfazione dentro, abbiamo
gareggiato per 5 ore, cercando sempre di
fare il massimo, di non perdere la
concentrazione, giocando un bel gioco di
strategie e tattiche, con una sana
attività sportiva.
Ora
dovremo aspettare un altro anno, per
poter ripetere tutte quelle emozioni, e
non vediamo l’ora …di una nuova
velalonga.