L'ultimo contadino
che ha piantato una zappa in quelle zolle è andato in pensione
prima di Matusalemme; chi provasse oggi a piantarci qualcosa
vedrebbe crescere, probabilmente, qualche ibrido tipo
zucca-lavatrice o patata-bicicletta.
Eppure l'Ater sta
affittando quei terreni per usi agricoli. Le aree in questione -
circa 90mila metri quadri - sono a San Giuliano proprio dove dovrà
(si spera) sorgere il grande Parco cittadino.
«Ma come! -
sbottano al Comune - Non sanno che lì ci andrà il Parco? E, poi,
fosse un privato, ma questo è un ente pubblico che opera con
soldi dei cittadini. Ci informiamo e manderemo una lettera, la
cosa va risolta subito».
«È proprio
perché amministriamo soldi dei cittadini che abbiamo il dovere di
renderne conto e farli fruttare al meglio» ribatte l'Ater.
Ma torniamo un
momento indietro per capire che cosa sta succedendo.
Lo scorso aprile
l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale ha fatto
pubblicare due avvisi anche sul nostro giornale con i quali
avvertiva tutti i possibili interessati che intende concedere in
affitto circa 78mila metri quadri delle aree di sua proprietà in
San Giuliano.
Si tratta di
terreni agricoli che, però, già da qualche decennio non vengono
più coltivati. Anzi, fino ad una decina d'anni fa l'unica attività
lavorativa che vi veniva svolta era la raccolta delle strame (le
cannucce palustri) che servivano per il sottofondo delle stalle.
Oggi, tra il
fatto che non conviene più economicamente lavorare terreni come
quelli e che negli anni passati in quella zona sono stati
sotterrati e scaricati rifiuti di ogni genere, è ben difficile
che ci sia qualche agricoltore interessato a lavorare lì.
«Ma noi siamo
stati molto chiari con tutti gli interessati: abbiamo spiegato di
che terreni si tratta, che sono destinati ad area verde-attrezzata
e che lì è previsto il Parco di San Giuliano. Con tutti quelli
che hanno già siglato il contratto d'affitto, quattro o cinque
privati per circa 10mila metri quadri, abbiamo pattuito che nel
momento in cui partirà il Parco, i contratti decadranno
automaticamente: ci saranno sei mesi di tempo, il periodo che
servirà al Comune per avvisarci e per espropriarci i terreni»
spiega L'Ater.
D'accordo, le
cose sono fatte a regola d'arte - e tra un po' verrà pubblicato
un altro bando, - ma si tratta di piccole aziende che hanno fame
di spazi e che, invece di spendere 100mila lire al metro quadro
per un'area al Pip di Marghera, ne spendono infinitamente meno per
affittare qualcosa a San Giuliano. Quanto saranno disposte ad
andarsene una volta insediate?
«Vorremmo sapere
come si insedieranno visto che dovranno chiederci le
autorizzazioni, le licenze» ribattono dall'assessorato ai Lavori
Pubblici, facendo intendere che non sarà così semplice
concederle.
Ma è anche vero
che l'unico ostacolo "fisico" tra i terreni e la strada
che porta in punta a San Giuliano è un fossato, tra l'altro
interrato da tonnellate di vecchie lavatrici, biciclette
arrugginite e rifiuti vari. Quindi, basta tagliare un po' le
canne, livellare i rifiuti e il passaggio per i mezzi delle
aziende è bell'e fatto. In Italia, in fondo, si fanno tante di
quelle cose senza autorizzazione.
Chi è
interessato a sistemarsi lì?
Un po' di tutto:
si va da parcheggiatori che hanno già l'attività in piazzale
Roma a ditte che hanno bisogno di piazzali per deposito merci
varie; o ancora ad aziende che hanno la sede in banchina sul
canale di San Giuliano e si allargano dietro.
«Noi dobbiamo
rispondere ai cittadini delle proprietà che ha l'Ater e quei
90mila metri quadri inutilizzati da decenni gridavano vendetta.
Quindi cerchiamo di farli rendere fino a che quei terreni non
diventeranno Parco» dicono ancora all'Ater.
E sentendo queste
parole il pensiero corre alle mille difficoltà che ha quel
progetto: dagli interventi della Magistratura per le aree
inquinate, al conseguente sequestro, al dissequestro dopo lunghi
mesi e alla rottura dell'appalto con la Ferrovial spagnola.
Insomma, quanti ancora credono che si potrà fare davvero il Parco
di San Giuliano?
L'architetto
Antonio Di Mambro e l'assessorato ai Lavori Pubblici ci credono
fermamente, tanto che stanno lavorando sodo per rendere possibile
il grande parco della città.
Ma, intanto...
Elisio Trevisan
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