Come scriveva Manzoni: "Adelante Pedro con juicio".
Si va avanti così, alla don Ferrante, anche per il parco di
San Giuliano.
Tra giovedì e venerdì c'è stato un tour de force dei tecnici
del Comune, della provincia e dell'Arpav regionale con
l'arch. Antonio Di Mambro, il progettista del parco, per
cercare di venire a capo del rebus.
Che è questo: come si fa a ripartire con il lavori?I punti in
discussione sono più d'uno. Perché la Ferrovial
- che aveva vinto l'appalto - ha dato forfait.
Perché la zona è piena di schifezze tossiche.
Perché i soldi della Comunità europea sono tornati a
Bruxelles. Perché ci si è messa di mezzo la magistratura.
Cominciamo dalla Ferrovial
L'assessore ai Lavori pubblici Marco Corsini non ha perso le
speranze ed ha tentato in extremis un contatto con la ditta
spagnola per vedere se riprende o meno i lavori.
L'intimazione a
ricominciare scade oggi e se la Ferrovial
non risponde, per la prossima settimana si può partire con
la procedura di un nuovo appalto.
Corsini sta facendo l'impossibile per vedere di trovare un
accordo con la Ferrovial accordo che ci farebbe risparmiare
parecchi mesi.
In caso contrario, l'assessore spinge per un nuovo appalto in
tempi rapidissimi.
E intanto Corsini si sta dando da fare anche per cercare di non
perdere i soldi della Comunità europea. Impresa difficile,
ma non impossibile.
L'architetto Di Mambro ha scorporato la collina dei veleni dal
progetto, il che significa che si potrà fare un appaltino
per "incamiciare" la collina dei rifiuti
tossico-nocivi con una nuova ditta, sempre se la Ferrovial
rinuncia
Ma quel che è più importante di tutte queste considerazioni
è che, per quanto riguarda l'intero parco di San Giuliano
si segue la linea indicata dall'assessore all'Ambiente della
Provincia, Ezio
Da Villa il quale sostiene la piena legittimità
dell'intervento Ferrovial
e chiede al Comune che proceda esattamente come previsto.
"Quando abbiamo dato il parere favorevole alla messa in
sicurezza della collinetta, abbiamo adottato criteri
addirittura più restrittivi di quelli chiesti attualmente
dalla legge Ronchi. Quindi siamo più che in regola".
Dunque, per i 60 ettari della Ferrovial
basta portare 1 metro di terra su tutti i 60 ettari e
coprire.
Basta si fa per dire perché la terra buona costa un occhio
della testa. Potrebbero venirci in aiuto due progetti: il
tunnel e lo stadio.
Sia
da una parte che dall'altra bisogna scavare e quale posto
migliore per portare milioni di metri cubi di terra buona?
L'ing. dei Lavori pubblici Salvatore Vento sta studiando questa
possibilità.
Resta da discutere - i tecnici si ritroveranno la prossima
settimana e poi il 19 con il ministero dell'Ambiente - come
fare i carotaggi nei 30 ettari che restano da lavorare ex
novo.
Finora si è trovato un punto di accordo su un carotaggio ogni
50 metri. "Anche in questo caso - spiega Da Villa -
siamo andati oltre il dettato della legge e quindi siamo
tranquilli".
Insomma si va avanti. Antonio Di Mambro continua ad essere
ottimista.
Talmente ottimista che pensa di tagliare il nastro del parco
entro la fine del prossimo anno, 2001. Più "adelante"
di così non si può.
Maurizio
Dianese
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