San Giuliano non
perderà il parco per strada.
Antonio Di
Mambro il progettista di Boston che ne ha firmato il
progetto, ne è convinto a tal punto che ha rinunciato alle ferie
per mandare avanti il lavoro.
E assieme a lui
hanno passato Ferragosto al lavoro i suoi collaboratori italiani,
oltre ai tecnici del Comune che seguono il progetto di San
Giuliano dal punto di vista amministrativo.Per loro, la
rescissione del contratto con la spagnola Ferrovial non
rappresenta una sorpresa: «Non mi sento di commentare la
decisione del Comune - spiega l'architetto Di Mambro
da Boston - posso solo assicurare che stiamo lavorando per non
perdere neanche un giorno e ripartire il più presto possibile con
i lavori».
Per fare questo
l'équipe dell'architetto italoamericano sta preparando, d'intesa
con i Lavori pubblici, un progetto stralcio per la messa in
sicurezza della collina di rifiuti tossici che sorge proprio in
mezzo ai 67 ettari sui quali lavoravano le ruspe della Ferrovial
prima del sequestro del cantiere da parte della magistratura.
Si tratta di un intervento d'urgenza, concordato da tempo, che
risponde al dettato del decreto del ministero per l'Ambiente che,
com'è noto, ha vincolato al regime delle bonifiche tutta l'area
lagunare compresa fra Campalto e Fusina.
Entro la prossima
settimana dovrebbe peraltro essere chiarito come il decreto
influirà, anche dal punto di vista finanziario, sugli appalti
comunali.
Nel frattempo, lo staff di progettazione dell'architetto Di
Mambro sta lavorando per portare in Italia, al più presto
possibile, il progetto esecutivo per altre porzioni del Parco a
suo tempo finanziate dal Comune: si tratta del recupero dell'ex
polveriera Manin, della Porta Nord, che attraverso una pista
ciclopedonale costituirà l'accesso principale al Parco da via
Forte Marghera, e del pattinodromo previsto all'interno dell'area
verde.
Il tutto potrebbe essere oggetto del nuovo bando di gara per la
realizzazione del Parco, che il Comune intende lanciare al più
presto, per poter riavviare il cantiere entro il mese di novembre.
Una corsa contro il tempo necessaria per non perdere il
finanziamento comunitario, subordinato alla conclusione dei lavori
entro la fine del 2001.
Del Parco di San
Giuliano, però, si parlerà anche in altre sedi: la rescissione
del contratto non influisce sull'arbitrato chiesto dalla Ferrovial,
che riteneva troppo oneroso il rispetto del capitolato d'appalto
dopo un anno di chiusura forzata del cantiere.
E una volta definito se «il prezzo è giusto», ci saranno gli
inevitabili strascichi giudiziari legati alla rottura del
contratto fra l'azienda spagnola e il Comune.
Quest'ultimo
potrebbe chiedere i danni per il mancato rispetto degli impegni. E
se l'inchiesta avviata a suo tempo dal sostituto procuratore Luca
Ramacci dovesse individuare responsabilità da parte della
Ferrovial, la richiesta di risarcimento potrebbe essere anche
maggiore.
Tutte incognite
che rendono più complessa la gestione della vicenda. Ma che non
distolgono il Comune dall'obiettivo di realizzare, comunque, il
Parco di San Giuliano.
Un'idea
che, come un fil rouge, è stata sostenuta dalle ultime cinque
amministrazioni comunali: riscattare decenni di degrado con
un'area verde, punto d'unione fra la città d'acqua e quella di
terra.
Alberto
Francesconi
|