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Venezia, mercoledì 22 giugno 2000
 

Mestre, ripartono i lavori per S.Giuliano
Undici i miliardi da spendere per il parco entro la fine del 2001

di Claudia Fornasier



MESTRE. San Giuliano, il Comune riparte. 

Gli ostacoli sono ancora tutti presenti, la soluzione dei problemi legati all'appalto con la Ferrovial, annunciata per aprile-maggio è in ritardo, ma l'amministrazione vuole dare un segnale alla città: il parco di San Giuliano si farà.

Da ieri è cominciata ufficialmente la seconda parte del progetto. 
Aree verdi, vialetti, percorsi ciclabili non ci sono ancora e chissà quando ci saranno, ma intanto l'impresa Mantovani comincia a costruire il ponte pedonale. 

Novanta metri di lunghezza, salirà da viale San Marco, a metà del quartiere San Giuseppe, arriverà fino a cinque metri di altezza e poi scenderà davanti alla porta del parco, poggiando su un unico pilone e su dieci cavi d'acciaio. 
Un po' come Brooklyn, ma in riva alla laguna. 

L'impresa aprirà il cantiere nel giro di qualche settimana, quando avrà presentato il programma di lavoro con le deviazioni imposte dall'Anas per la viabilità della rotonda di San Giuliano e quelle per viale San Marco, concordate con il Comune. 

Il ponte, i parcheggi, la piazza dietro la porta: sono dieci miliardi di lavori che dovranno essere conclusi alla fine del 2001 e ai quali si aggiungono altri 800 milioni per le opere di irrigazione del parco. I lavori sono stati consegnati alla Tecnowater, che dovrà realizzare la condotta da via Sansovino, lungo il rione Pertini fino alle spalle del Ramada dove sarà scavata la grande vasca di accumulo delle acque di irrigazione.

31 dicembre del 2001: è il «cappio» che pende sul Comune. Entro quella data dovrà dimostrare di aver speso i soldi del progetto Urban della Comunità europea. 

Tutti i soldi, per primi quelli per la bonifica dei 69 ettari rimaste sequestrati 262 giorni nell'ambito dell'inchiesta del pm Luca Ramacci sui metodi usati per l'intervento. 

E' in seguito a quel lungo sequestro che la Ferrovial ha chiesto la rescissione del contratto o, come seconda ipotesi, la rinegoziazione dell'appalto, con un aggravio di costi per l'amministrazione tra i 9 e i 10 miliardi. 

Prima di affrontare l'arbitrato, il Comune ha fatto fare un collaudo di tutte le opere realizzate fino ad oggi. 
L'operazione si sarebbe dovuta concludere tra aprile e maggio, solo nei giorni scorsi sono stati consegnati i risultati. I tempi non saranno così brevi come annunciato dal Comune.
L'architetto Antonio Di Mambro da un paio di giorni è tornato a Mestre. Ha portato con sè il progetto definitivo del recupero della polveriera Manin. 

Un altro segnale che si va avanti.


 
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