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«Un sequestro incompresibile» L'assessore Claudio
Orazio sorpreso dalla scelta del gip «Cosa può fare di più il Comune?
Il perito del Tribunale indica l'opera come esempio da
seguire»
Nicola Pellicani
MESTRE. Il cantiere del parco di San Giuliano resta sotto
sequestro. «Una decisione incomprensibile. Le aspettative del Comune erano
diverse. Dopo 7 mesi d'indagini, la perizia d'ufficio disposta dal
Tribunale, era giunta alle conclusioni che non solo si stava lavorando nel
pieno rispetto delle leggi e del capitolato d'appalto, ma l'intervento era
indicato come esempio da seguire in tutto il Paese». L'assessore ai
Lavori pubblici, Claudio Orazio, che più di ogni altro in giunta ha
seguito passo passo il progetto del Parco di San Giuliano, è rimasto di
sasso quand'ha saputo che il gip Carlo Mastelloni - il giudice che ha
indagato a lungo sull'aereo Argo 16 - ha negato il dissequestro del
cantiere. «Mi chiedo cosa debba fare di più il Comune», dice Orazio.
«Aspettiamo di conoscere la motivazione del provvedimento. Resta,
comunque, inconcepibile come il gip possa aver preso tale decisione a
fronte della perizia eseguita dal dottor Gianluca Galli. Ed è bene
precisare», continua l'assessore, «che si trattatava di un esame disposto
dal Tribunale, non di una perizia di parte». Evidentemente, quando
all'indomani della presentazione della perizia di Galli si disse che il
dissequestro fosse dietro l'angolo, c'era stato un eccesso di ottimismo.
Ma il dato più avvilente è che sette mesi di tempo non sono stati
sufficienti al Tribunale a stabilire se i lavori in corso per la bonifica
dell'area destinata a parco, siano eseguiti nel rispetto della legge,
oppure, come sostiene il pm Luca Ramacci, abbiano finito per aggravare il
peso inquinate del sito. Come? Per «imbonire» l'area inquinata, la
Ferrovial, l'impresa spagnola che si è aggiudicata l'appalto, utilizzava
materiale edilizio di scarto proveniente dalla discarica di San Mattia. Ma
secondo il pm, il passaggio avveniva senza prima aver opportunamente
trattato i «rovinassi», come previsto dalla legge. Un'accusa che l'impresa
ha sempre rispedito al mittente, che sembrava essere stata smentita anche
dalla perizia disposta dal gip Monica Gaggelli, la quale aveva in mano il
fascicolo, prima che finisse sul tavolo di Mastelloni. Adesso il futuro
del parco, la più grande opera di riqualificazione ambientale mai
progettata prima d'ora in città, resta appeso ad un filo. Il cantiere
sotto sequestro interessa la prima tranche dei lavori, un'area di circa 70
ettari. Conti alla mano l'intervento sotto sequestro prevede un
investimento di circa 15 miliardi - risultato dal ribasso d'asta ottenuto
su una base d'appalto di 29 miliardi. Altri 15 miliardi sono previsti per
i prossimi interventi già approvati dal Consiglio comunale, che
comprendono la realizzazione del ponte ciclo-pedonale che collegherà viale
San Marco al parco. Inoltre sono già stati assegnati altri 20 miliardi e
ulteriori 10 sono in arrivo dalla legge speciale.
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