Il Canaletto ci
aveva messo anche le montagne. Ma non si possono vedere da questa
angolazione.
I colli Euganei son diventati le Prealpi. La torre non c'è più.
È stata demolita giusti duecento anni fa.
Era lì da prima del XVI secolo. Nel 1499 l'aveva immortalata
anche Jacopo de Barbari nella più famosa pianta prospettica della
città.
C'è la distesa quieta della laguna, si avverte la fatica dei
rematori, incanta il gioco - nell'acqua - di due giovanetti.
L'antico diffonde poesia. C'è quiete, c'è silenzio. Ancor più
li si percepisce, se ci si rende avvertiti di quanto questi luoghi
il tempo li abbia trasformati e riempiti di frastuono: treni,
camion, auto, barconi, aerei.
Quel Canaletto spiega l'antico di San Zulian, di San Giuliano
del buon Albergo, al termine della fossa Gradeniga, affaccio su
Venezia.
C'era, qui, la dogana trevigiana, per le merci che venivano
dall'al di là delle montagne.
I gabellieri della Signoria erano a San Secondo. Il dogado non
arrivava a Mestre. È qui, nei pressi, che fu esposta la testa del
doge Obelerio, un monito per gli imperiali terrafermieri.
Cessassero, con Carlo Magno e il figlio Pipino, di aspirare a
Venezia.
Poco più a
nordest mulini, saline, una fornace. Sono stati trovati migliaia
di pezzi di ceramica antica.Recentemente Ernesto Canal,
archeologo, si è affaccendato alla ricerca dei resti di quella
Torre. Ha frugato nella sottile lingua di terra che si distende
avanti a San Giuliano , un
dito di sabbia proteso che punta verso Venezia, quasi disperato
desiderio di dogado. Si allunga - quel resto di una barena - e si
accorcia con la marea. Guarda a San Secondo dove cronisti del
passato avvertono che era stata eretta, attorno al Mille, una
edicola con l'immagine di Sant'Erasmo, poi una chiesetta - c'era
il corpo di San Secondo, portato qui da Asti - e un monastero. Nel
monastero monache, anche un poco troppo vivaci. Nella chiesa,
pitture di Vivarini.
Sono in molti a cercare con amore le memorie del passato. A
rispettare l'antico.
Da queste parti è il Movimento
a difesa della laguna davanti a San Giuliano
. Immagina vele e barche a remi. Sogna le acque per un parco.
Cerca e riceve promesse.
Ma qui non sarà mai più Canaletto. Mai più.
A.P.
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