CIRCOLO VELICO CASANOVA P.ta San Giuliano - Mestre Venezia |
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1° WEEK-END 2003 al CASON DEL MONTIRON |
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data_4 e 5 Gennaio 2003 | |
Imbarcazione:
SORAVENTO |
Equipaggio: Adriano Marchiori e
Diego
Callegaro |
Appuntamento
sabato mattina ore 9.00, a Punta S. Giuliano.
L’idea
è di mollare gli ormeggi per le ore 10.00, in modo di arrivare verso Burano
ancora con la marea crescente.
Al
solito riusciamo a partire, in completa assenza di vento, solo alle 10.30.
A
maggioranza decidiamo di usare il motore. Comunque arriviamo a Mazzorbo ,anche aiutati dalla marea che sta già ritirandosi, dopo essere passati in mezzo una foresta di paletti. Sapremo dopo che sono delle aree date in concessione per attività di pesca. Superiamo
gli abitati di Mazzorbo e Mazzorbetto inoltrandoci nel canale S. Antonio. |
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Aggiriamo l’isola La Cura seguendo un ghebo segnato con dei paletti che ci porta verso il canale di S. Andrea. Alla nostra destra l’isola di
S. Cristina e
più avanti la motta dei Cunicci (Isola di S. Andrea). |
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Queste barene,
isole, motte erano parte dell’ormai scomparsa Costanziaco. Percorrendo il canal
dell’Ancora volgendo lo sguardo a sinistra si nota una botte da caccia
con un nome curioso: “Boca Cason in tera” quasi a testimoniare la
presenza anche qui di una costruzione a guardianìa di una valle.
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L’arrivo
al Cason è sempre un momento carico di emozione. Dopo aver salutato i
velaterzisti ci ormeggiamo vicino alle loro barche arrivate prima di noi.
Si
mangia una calda pastasciutta tutti assieme, poi alcuni continuano il
lavoro del pontile e altri predispongono le barche per la notte.
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In
questa stagione fa buio presto perciò ci raduniamo all’interno del
Casone attorno al grande camino acceso dove a breve verranno sacrificate
sulle braci le
“costesine” e le salsicce.
Dopo i dolci ed il caffè la serata
prosegue con i racconti, le avventure ed i programmi che hanno visto e che
vedono protagonista il Cason Montiron.
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Ritiratici sotto al tiemo veniamo svegliati verso mattina da uno scroscio di pioggia che ci dà il buongiorno. Comunque questo non ci ha impedito di assistere
ad un’alba magica dai mille riflessi che solo qui si può godere. Salutiamo
gli amici che rimarranno anche domani e issate le vele iniziamo il ritorno
sospinti da un vento leggero proveniente da NE.
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Percorriamo
il canale Cenesa che ci porta verso il S. Felice. Da qui ripetiamo il
percorso dell’andata prevedendo una sosta nell’isola La
Cura. Rotta
verso l’isola di S. Cristina che una volta s’individuava facilmente,
anche da lontano, per via della costruzione tutta bianca. L’edificio
ora, è stato modificato e ridipinto color
mattone. Il vento comincia a rinforzare e a 20 metri dall’isola La Cura ci investe un colpo di Bora da ENE. Ci mettiamo all’ancora, ammainiamo la vela e ripariamo nella cavana dell’isola.
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Qui abbandoniamo l’idea della
pastasciutta e ripieghiamo sui panini preparandoci ad affrontare la
situazione. Poi in un momento che il vento sembra calmato (in realtà ha solo cambiato direzione portandosi a NE e aumentando d’intensità) decidiamo di proseguire. Usciti dal canale che divide Mazzorbo da Mazzorbetto ci troviamo in mezzo alla nuova situazione.
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Volgendo la prua verso S.
Giuliano, oltre allo stuolo di paletti che non ci aiutano di certo, il
vento investe la barca al traverso sbandandola perciò preferiamo prendere
l’onda al giardinetto, indossare i giubbotti salvagenti e cercare un
ridosso dietro l’isola di Tessera. Qui siamo riparati dal vento ma
esposti alle onde dei motoscafi che fanno la spola da e per l’aereoporto.
Se non bastasse, oltre all’abbaiare del cane custode dell’isola e al suo comportamento minaccioso, comincia a piovere, indossiamo anche la cerata ma poi il vento ruota di nuovo a ENE e diminuisce d’intensità. Finalmente possiamo raggiungere
S. Giuliano, arriviamo sotto la gru con
ancora una buona dose di adrenalina in corpo ma soddisfatti. Ci aspetta
ora la parte più impegnativa del viaggio: il disarmo della barca!! Diego Callegaro |