"Il
parco di San Giuliano
è una occasione unica per la città,
che ad esempio può recuperare un turismo familiare che a Venezia
non viene più. Una famiglia con tre figli deve fare un mutuo per
venire a Venezia e invece ci pensate?, qui puoi lasciare i bambini
che si divertono ad andare in canoa o che si fanno un giro per le
isole in barchetta a vela e intanto i genitori vanno alla Biennale
e si dannano l'anima a scarpinare in giro per Venezia, una cosa
che annoia terribilmente i ragazzi.
Qui
puoi fare una sorta di giardino d'infanzia per i piccoli turisti,
insegnandogli ad apprezzare le bellezze delle barene.
A
proposito di barene, faremo delle passerelle di legno sospese
sull'acqua, che entrano fin in laguna. E poi un parco del genere
deve essere vissuto dalla città.
E'
un parco da godersi, non una cosa tipo Las Vegas che dura un
giorno e via".
Antonio
Di Mambro, l'architetto che ha progettato il parco di San Giuliano, non smette di sognare.
Del resto il parco che è uscito dalla
sua matita è prima di tutto un sogno, quello di riuscire a
trovare il modo di collegare sul serio Mestre con Venezia,
costruendo un "fronte" che metta insieme acqua e terra.
"Quando
verrà inaugurato, alla fine di quest'anno, i mestrini e i
veneziani si renderanno conto che è un parco molto spartano e che
alla fine è costato poco rispetto al fatto che stiamo parlando di
quasi 150 ettari. E questo vuol dire che è dimensionato per
grandi eventi".
E
con Di Mambro si può già pensare ad una inaugurazione in grande
stile, alla Pink Floyd, per capirci.
"Certo,
un evento del genere sarebbe al posto giusto a San Giuliano
perchè ci si arriva via acqua e via terra.
Ci
sono ampie zone aperte, libere, proprio per organizzare mega
manifestazioni".
E
il fatto che manchino i soldi per finire non la preoccupa,
architetto?
"No,
perchè finora la Giunta di Venezia - anzi le cinque Giunte che ho
visto in questi anni - ha sempre fatto l'impossibile per il parco
di San Giuliano . Vuol dire che è chiaro per tutti che
questa è anche una grande opportunità per la città".
Resta
il fatto che solo per tenerlo aperto ingoierà 1 milione e mezzo
di euro all'anno - 3 miliardi di lire.
"Quando
ho stilato i contratti con le ditte che costruiscono il parco, ho
messo nel contratto anche due anni di manutenzione. Vuol dire che
fino al 2005 siamo abbastanza tranquilli.
Poi,
è chiaro, che bisogna darsi da fare con le idee. Ad esempio,
perchè non estendere la Biennale a Mestre? Possibile che qualche
installazione della Biennale non possa trovare spazio qui?"
Una
ipotesi suggestiva.
"E
poi ricordiamo che qui troveranno il loro posto molte attività
private, dal ristorante al bar e ognuno dei privati darà il suo
apporto".
E
poi c'è il polo nautico, che però verrà a costare molto di più
del previsto. Si era parlato di una quindicina di miliardi e
invece sono 30, sempre in lire.
"Bisogna
tener presente che avevo fatto il calcolo nel 1998, 4 anni fa. I
prezzi sono cambiati, ma non è solo questo. Le società sportive
stanno avendo uno sviluppo enorme dal punto di vista degli
iscritti e io ne devo tener conto nel progetto. Vuol dire che, se
fanno i corsi per i bambini, devo allargare l'area verde davanti
ai capannoni e poi l'edificio della Polisportiva è molto più
grande perchè le società sono di più.
I
capannoni però sono rimasti gli stessi. In più abbiamo inserito
il recupero della parte che adesso ospita il cantiere del parco e
poi c'è l'ultimo lotto che coincide con le sedi [attuali ndr]
delle remiere".
Insomma
i 15 milioni di euro in più o meno ci stanno tutti.
"Sì.
Questo è un grande parco, ha una scala da metropoli e credo che,
potendo ospitare grandi eventi, sullo stile di Central Park, a New
York, possa puntare ad ottenere finanziamenti regionali e statali.
Central Park fa concerti con 100 mila persone".
Ed
è chiaro che Di Mambro a questo pensa, e cioè ad un parco che
diventa una attrazione per tutto il Veneto.
Maurizio
Dianese |