Ad oggi sono
oltre cinquanta i siti archeologici individuati in laguna
nord, in particolare nell'area compresa fra Altino, Torcello e
Treporti.
Una trama
sempre più fitta e continua di insediamenti, di opifici, un
succedersi di ville rustiche romane, di strade, di torri, di
moli portuali e "stationes" per il ricovero delle
imbarcazioni mercantili che, in epoca romana, qui confluivano
da tutto il Mediterraneo orientale.
E sono ormai decine di migliaia i reperti rinvenuti e
trasportati di giorno in giorno dalla Soprintendenza nel
grande deposito di Nausicaa, nell'isola del Lazzaretto Nuovo.
Documentano intense attività di commercio e traffico, di
costruzione, di vita insomma operosa, e di lotta anche contro
un ambiente naturale instabile e in continua trasformazione.
Le
foto satellitari della laguna nord, custodite dalla
Soprintendenza con comprensibile gelosia e riserbo, mostrano
sotto il pelo dell'acqua e sagomate sotto strati di fango,
attorno a Torcello, l'impronta degli antichi insediamenti
romani e alto-medievali, l'incastro abbozzato di calli e
campielli bizantini prima del trasferimento delle popolazioni
verso Rivo Alto, odierna Venezia.
A bordo della
motonave "Silis" in settanta si sono ritrovati in
occasione della Giornata nazionale dell'archeologia
organizzata dall'Archeoclub d'Italia per visitare e promuovere
il parco archeologico della laguna nord, assieme a Gerolamo
Fazzini,
presidente dell'Archeoclub di Venezia, a Enrico
Penzo,
vicepresidente dell'Istituzione Parco della laguna nord,
all'archeologa Alessandra Toniolo, collaboratrice del Nucleo
Nausicaa, a Nicola Funari, neo-assessore alla cultura della
Provincia che ha gratuitamente aperto le porte di quel
misconosciuto concentrato di tesori che è la sezione
archeologica del museo di Torcello. La meta era poi approdare,
tra vestigia di isole e civiltà scomparse, al museo di Altino.
Un parco
archeologico, quello della laguna nord, in gran parte ancora
sommerso e da scoprire, che richiederebbe strutture e
ulteriori più approfondite ricerche con tecniche particolari
e costose, diverse da quelle normalmente utilizzate sulla
terraferma. «I siti più antichi - spiega l'architetto
Francesca Zannovello - in base all'analisi stratigrafica e al
C14 sono risultati databili al III-II secolo a.C., ma la
maggior parte dei ritrovamenti appartiene al I-IV secolo d.C.
e confermano l'esistenza in quell'arco di tempo di condizioni
eccezionalmente favorevoli all'insediamento umano, di cui le
ville rustiche di epoca romana sono l'esempio più
spettacolare».
Nei pressi di
canale Scanello, antica area portuale poco lontano da Torcello
(Ernesto Canal vi ha individuato le fondazioni di otto
edifici), un tratto di antica strada giace sotto tre metri
d'acqua, testimonianza di un tempo nel quale le terre emerse
in laguna si estendevano assai più di oggi.
Fausto
Sartori
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